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Andrea Montanari per milanofinanza.it
L'intero inoptato di Rcs Mediagroup questa mattina si è volatilizzato in men che non si dica. Quattro intermediari hanno rastrellato il 14% sul mercato (un altro 1% era stato rilevato ieri), pari all'11% post-aumento, per conto di uno o a questo punto due soggetti. La Consob ha stretto la maglie e acceso un faro sull'operatività di questi broker. Ma ancora il nome del compratore o dei compratori non è uscito.
E difficilmente verrà reso noto prima di martedì 16 luglio, giorno ultimo per l'esercizio degli stessi diritti, o al più tardi attorno al 24 luglio quando il sottoscrittore, chiunque esso sia, fondo o privato, sarà costretto a uscire definitivamente allo scoperto.
Finora tutti i potenziali interessati hanno smentito acquisti sul mercato: dalla Fiat (10,135%) all'antagonista Della Valle (8,81%), dalla Investindustrial di Andrea Bonomi alla De Agostini, dalla tedesca Axel Springer, per voce del presidente del consiglio di sorveglianza l'italiano Giuseppe Vita, al colosso Usa News Corp di Rupert Murdoch. E proprio questi ultimi due gruppi internazionali erano stati più volte tirati in ballo dalla stampa quale possibile alleato strategico per il rilancio o lo spezzatino di Rcs.
A questo punto il mercato si interroga su chi possa essere l'acquirente. Una banca italiana? Un fondo d'investimento straniero? Difficile dirlo visto il peso del patto di sindacato e la presenza di un socio come mr Tod's. Intesa Sanpaolo, l'istituto di credito più indicato quale possibile pretendente, non sarebbe intervenuto oggi anche perché avrebbe potuto farlo nel momento in cui l'asta per l'inoptato fosse andata deserta.
E Ca de Sass avendo il 40% del consorzio di garanzia si sarebbe trovata con la quota più importante di nuove azioni Rcs. Il fondo straniero, magari from Usa, avrebbe un interesse solo nel caso di spezzatino o di opa obbligatoria, nel caso in cui la Consob o le altre autorità di mercato riscontrassero il profilo di un'offerta obbligatoria. Altrimenti l'interesse verrebbe a decadere.
Così, secondo fonti di borsa raccolte da milanofinanza.it, uno dei soggetti che potrebbe avere un effettivo interesse per Rcs e i suoi asset, a partire dalla Gazzetta dello Sport, sarebbe Urbano Cairo. L'editore e pubblicitario, proprietario oltre che dell'omonimo gruppo quotato in borsa, anche dell'emittente La7 e del Torino Calcio, ha smentito pubblicamente, durante la presentazione dei palinsesti del canale, avvenuta nei giorni scorsi, un interesse per il gruppo di via Rizzoli. "In editoria si vince e si fa business da soli, non in tandem con altri azionisti". E la sua storia è lì a dimostrarlo.
Evidentemente Cairo, che non intende commentare la notizia, ha avuto un ripensamento e si sia convinto che entrare nella partita-Rcs non sia poi un così grande errore di valutazione. Ovvio che se fosse confermata questa tesi, l'imprenditore piemontese basato a Milano, non sarebbe il compratore unico. Nel caso, potrebbe essersi accontentato di una quota importante dell'inoptato.
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