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Luigi Grassia per la Stampa
La Ryanair che taglia molte rotte per mancanza di piloti non lascia solo migliaia di italiani a terra, ma anche parecchi aeroporti semivuoti: questi piccoli scali locali si reggevano sul traffico garantito dalla «low cost», che adesso però sparisce assieme alle 11 rotte sospese in Italia, e così salta il conto economico di diverse società di gestione.
Il caso più grave è quello di Trapani, aeroporto che dovrà fare a meno di sette rotte e del 60% dei passeggeri; ci sono già stati appelli al ministro dei Trasporti Delrio e all' Enac (l' ente dell' aviazione civile) che però non potranno risolvere il problema, anzi le cose rischiano di peggiorare in vari scali italiani, visto che alla prima tornata di cancellazioni da parte di Ryanair se n' è aggiunta una seconda pochi giorni fa, e non è detto che sia l' ultima.
Come spiega l' analista Antonio Bordoni nel suo libro «Ryanair nel Bel Paese», lo sviluppo in Italia della regina delle «low cost» è stato molto sussidiato dagli enti locali desiderosi (anche per buoni motivi) di avere l' aeroporto sotto casa.
Adesso la festa potrebbe essere finita, ma è già cominciato un altro movimento, con le compagnie aeree concorrenti che si muovono per riempire il vuoto lasciato da Ryanair.
Dice per esempio Valeria Rebasti, responsabile per l' Italia della «low cost» spagnola Volotea: «Sì, abbiamo diversi scali italiani che ci chiedono di sopperire al ritiro di Ryanair. In realtà, è troppo presto per fare piani precisi collegati ai nostri concorrenti, ma è vero che noi, intanto, ci stiamo espandendo. Abbiamo appena annunciato quattro nuove rotte da Palermo: due con la Grecia, una con la Croazia e una nazionale, con Ancona».
Rebasti tiene a precisare: «Attenzione, questo riguarda la stagione estiva, che viene programmata sempre con grande anticipo, nel settembre dell' anno prima. Insomma si tratta di un' espansione che era già stata decisa. Però è vero, la richiesta di nuovi collegamenti aerei ci ha già indotto ad avviare degli studi di mercato sulla fattibilità dei progetti, e se avremo macchine libere non ci faremo sfuggire le occasioni».
Valeria Rebasti aggiunge che il 2017 è anche l' anno dell' apertura di «una nuova base di Volotea a Genova e di espansione a Napoli, a Venezia e altrove».
Anche EasyJet si muove: lancia 16 nuove rotte italiane e annuncia un accordo per coordinare la sua rete con quella di Neos (gruppo Alpitour).
Ma Alitalia non può provare a riempire qualcuno dei vuoti lasciati da Ryanair? Gregory Alegi, docente di gestione delle compagnie aeree alla Luiss, dice di no: «Ryanair ha un struttura dei costi bassa, rispetto alla quale i sussidi degli aeroporti locali rappresentano un incentivo rilevante. Invece Alitalia ha costi strutturali molto più alti, e i finanziamenti locali non basterebbero a giustificare la sua presenza su certe tratte poco remunerative».
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