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Massimo Minella per “Affari & Finanza - la Repubblica”
la nave da crociera costa fascinosa su cui hanno viaggiato i turisti italiani 9d49c53
Cinquanta nuove navi da crociera entro i prossimi sette anni. Per i marchi protagonisti da tempo della scena, come Carnival, Costa, Norwegian Cruise Line, Msc, ma anche debuttanti assoluti come Virgin Cruise, braccio armatoriale americano del gruppo Virgin, fondato e guidato dal magnate inglese Richard Branson. L’invasione del mercato mondiale del turismo si sta mettendo a punto nei principali cantieri navali e, per ora, non sembra nemmeno fare troppo rumore. Sarà perché ormai il mondo delle crociere ha abituato tutti quanti a una crescita senza soste, a uno sviluppo che nemmeno la crisi internazionale ha frenato. Ma questa volta le cose sembrano un po’ diverse dal solito. Perché il numero di nuove navi è davvero eclatante.
Così come l’investimento, stimato poco al di sotto dei 30 miliardi di euro, o i nuovi posti letto offerti, oltre 160mila. C’è inoltre un aspetto che dovrebbe rendere l’Italia, più di ogni altro paese, particolarmente sensibile a questi dati, tenuto conto che la metà del maxiordine ai cantieri mondiali è stato assegnato agli stabilimenti di Fincantieri, non a caso gruppo leader al mondo nel segmento cruise.
L’ultimo ordine è fresco di poche settimane e riguarda quello che Virgin Cruise ha affidato a Fincantieri per la costruzione di tre navi da crociera, che verranno costruite in Italia. Una mossa, quella di Branson, rivoluzionaria non solo per la decisione di ampliare ulteriormente il ventaglio del suo business, ma per la volontà di trasferire nel mercato delle crociere la stessa formula innovativa che ha contraddistinto l’azione del suo gruppo nel benessere e nel wellness.
A Miami, in pantaloncini corti e maglietta, il magnate ha delineato quello che nei suoi obiettivi vuole semplicemente essere l’inizio di un nuovo capitolo nella storia delle crociere. E ben contento di aiutarlo a scrivere si è detto il presidente di Fincantieri, Giuseppe Bono, in un più rigoroso completo grigio con cravatta.
L’ordine diventerà operativo alla fine dell’anno (per ora è stata siglata una lettera d’intenti) e la costruzione inizierà nel 2020, con la prima delle tre navi gemelle da 110mila tonnellate di stazza lorda che verranno costruite a distanza di un anno una dall’altra, per un investimento complessivo stimato in circa 2 miliardi di euro. L’ingresso di Branson non è comunque visto come una manovra di disturbo dagli altri operatori. Anzi, è come una scossa salutare in una cerchia ristretta di protagonisti.
D’altra parte, i margini di crescita del segmento delle crociere sono talmente ampi da garantire sviluppo assicurato per parecchi anni a venire. Al momento, infatti, si stima che meno del 5 per cento di persone che scelgono di andare in vacanza puntino sulla crociera. La sola crescita percentuale di un punto a livello mondiale è quindi tale da garantire la saturazione di tutte le nuove navi che verranno messe sul mercato.
Inoltre, puntare sul rapporto qualità- prezzo per favorire lo sviluppo potrebbe non essere più l’unica carta da giocare. «La gente ha capito, perché lo ha sperimentato in prima persona, che il prodotto crociera non ha oggettivamente eguali nel confronto fra il servizio che viene messo a disposizione e il suo costo — riflette Neal Palomba, direttore generale di Costa Crociere, la compagnia genovese che fa capo al colosso americano Carnival — Adesso bisogna continuare a muoversi nella stessa direzione, sperimentando però anche nuove proposte, con crociere in grado di soddisfare esigenze specifiche della clientela, sia dal punto di vista delle destinazioni, dei luoghi da visitare, della tipologia di navi, fino ai giorni di sosta che in alcuni scali possono raddoppiare per permettere di vivere maggiormente l’esperienza a terra».
Costa ha appena firmato con Alitalia un accordo triennale che prevede l’acquisto da parte del gruppo armatoriale di un pacchetto di centomila posti a bordo degli aerei della compagnia, da mettere direttamente a disposizione dei suoi passeggeri per rendere più “easy” possibile la crociera, gestendo direttamente tutta la logistica e aumentando la qualità a bordo. E’ proprio questa la linea d’azione che sta di fatto coinvolgendo tutto quanto il mercato dell’armamento a livello mondiale.
A cominciare dall’americana Carnival, numero al mondo, con dieci differenti brand (oltre a Carnival, Princess, Holland America Line, Costa, Aida, P&O, Cunard, Seabourn e Fathom) e 96 navi in esercizio, che ha lanciato un maxi ordine per 10 nuove navi (valore 4 miliardi di euro, cinque unità per Fincantieri, cinque per i tedeschi di Meyer Werft). E non sta ovviamente ferma la concorrente diretta, l’americana Royal Caribbean, che ha ordinato sei nuove navi, quattro per il suo marchio e due per la controllata Celebrity).
Stesso ragionamento per la terza forza del mercato mondiale, la Norwegian Cruise Line, che ha ordinato le navi più grandi in circolazione, quattro giganti da 163mila tonnellate affidate ai cantieri tedesche Meyer, più una quinta per la controllata Regent. E ancora Silversea, che fa capo alla famiglia Lefebvre e che si specializzata in navi di dimensioni più piccole e di altissima gamma, fino a Msc Crociere, la compagnia con sede a Napoli e homeport a Genova che fa capo al colosso armatoriale Msc, secondo operatore al mondo nel trasporto di container, guidato dal quartier generale di Ginevra da Gianluigi Aponte.
Proprio Msc ha messo a punto un piano di sviluppo che, di fatto, entro il 2022 porterà al raddoppio dei posti letto della sua flotta. Il primo passo di una collaborazione tutta italiana è stato compiuto con Fincantieri con il “programma Rinascimento”, un investimento di 200 milioni di euro per l’allungamento di quattro navi della compagnia nel cantiere di Palermo che, alla fine, comporterà la messa sul mercato di circa 800 posti letto.
Come dire una nuova nave. Ma il “cuore” dell’operazione è un piano di sviluppo da 5 miliardi di euro per aggiungere sette nuove navi alle dodici attualmente in esercizio. Il taglio della prima lamiera della nuova nave di Msc Crociere è avvenuto nel cantiere di Monfalcone di Fincantieri (che costruirà quattro delle sette nuove navi, le altre tre saranno costruite in Francia da Stx). Con una stazza lorda di 154.000 tonnellate, Msc Seaside sarà la più grande nave da crociera mai stata costruita dal gruppo italiano.
La nave verà consegnata a novembre del 2017 e la cerimonia inaugurale si svolgerà a Miami, ma già da novembre di quest’anno, con due anni di anticipo, saranno messi in vendita i biglietti. «Per Msc Seaside abbiamo scelto un nome che coglie la nostra idea di crociere in mari e climi caldi e di vicinanza con il mare — afferma il ceo Gianni Onorato — L’abbiamo definita anche la nave che segue il sole e guiderà la campagna di espansione della Compagnia in Nord America». Sarò proprio la ricerca di nuovi approdi a dettare legge nel mercato croceristico dei prossimi anni.
Non necessariamente ai Poli (anche se questi sono sempre più richiesti). Anche all’interno dello stesso Mediterraneo, che si sta riorganizzando a causa delle tensioni sulla sponda nordafricana, e che andrà ad aprirsi a nuove destinazioni, sfruttando magari navi più piccole. L’attenzione degli operatori è però adesso concentrata sul possibile ritorno delle crociere a Cuba. Il disgelo con gli Stati Uniti ha infatti aperto una breccia immediata sul fronte del business. E non a caso, da dicembre Msc porterà ai Caraibi una sua nave per sedici crociere in partenza dall’Havana.
Anche il gruppo Carnival si sta muovendo sulla stessa rotta. Il colosso americano, infatti, ha assegnato una sua nave a un nuovo marchio, “Pathom”, specializzandolo per crociere a sfondo sociale, per passeggeri interessati a vivere l’esperienza non solo dal punto di vista del divertimento, ma anche da quello dell’aiuto sul campo. La nave ha già ottenuto l’autorizzazione dal governo americano a inserire l’isola nei suoi itinerari e ora è in attesa che anche Cuba si pronunci. E Costa?
«Ovviamente ci stiamo pensando, cerchiamo di capire quello che succede – spiega Neal Palomba – Non basta la disponibilità di un approdo per inserirlo immediatamente in un itinerario, noi dobbiamo offrire standard qualitativi alti non solo a bordo, ma anche a terra, a cominciare dalle infrastrutture. Carnival, con Pathom, farà il primo passo ».
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