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Francesco Rigatelli per “la Stampa”
Unicredit mette in vendita la sua collezione d' arte. Si tratta di 60mila opere, da Tintoretto ad Andy Warhol, da De Chirico a Guttuso, entrate in possesso del gruppo via via che si è formato acquisendo banche in Italia e all' estero.
L' operazione, voluta dall' ad Jean Pierre Mustier in persona, è funzionale a reinvestire il ricavato della vendita nel Social impact banking, ovvero a identificare, finanziare e promuovere persone e imprese che possono avere un impatto sociale positivo.
«In Unicredit - spiega Mustier - siamo orgogliosi del fatto che tutte le nostre azioni siano guidate da un forte senso etico, basato su valori chiari. Uno di questi è l' importanza di sostenere le comunità in cui opera la banca. La nostra iniziativa Social impact banking ha finora ottenuto ottimi risultati in Italia e ora la stiamo estendendo ad altri mercati, con lo stesso scopo di guardare oltre i ritorni economici per ottenere un impatto positivo sulla società. Avvieremo un graduale processo di vendita delle nostre collezioni d' arte per sostenere questa iniziativa, donando alcune opere ai musei locali e investendo su giovani artisti».
Unicredit intanto ha approvato 72,9 milioni di euro di finanziamenti per il progetto, di cui 32,6 milioni per 31 operazioni di impact financing e 40,3 milioni per 2.050 prestiti di microcredito. Di questi circa 50 milioni dovrebbero venire dalle prime cessioni del patrimonio artistico, che comprende anche molte opere austriache e tedesche. Gradualmente l' iniziativa sociale verrà estesa ad altri dieci mercati del gruppo: Germania, Austria, Serbia, Croazia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Turchia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Bosnia ed Erzegovina.
La decisione di cedere le opere d' arte è stata presa perché il settore non viene più considerato strategico dalla banca, che ha pensato ad un uso migliore del valore della collezione. Il Social impact banking mira infatti a generare sia ritorni economici dagli investimenti sia un più diffuso benessere sociale ed oltre a fornire credito a progetti e organizzazioni esclusi dai tradizionali servizi bancari consente a Unicredit di dare consulenza a chi ne ha bisogno. Tra questi vanno contati anche i 16mila studenti cui è stata offerta una lezione economica.
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