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Estratto dell’articolo di Daniela Polizzi per www.corriere.it
Hanno tirato giù le serrande i negozi (tra gli altri) di Bari, Foggia, Novara, Palermo e Catania. In tutto, in Italia, chiusi circa 100 negozi nel 2024. Sono tutti i franchising - quelli peraltro protagonisti in passato del successo degli United Colors - che per anni non hanno però pagato la merce al gruppo Benetton.
È partita la riconfigurazione della rete del gruppo, una ristrutturazione lanciata dal ceo Claudio Sforza e sostenuta dalla controllante Edizione che vede al vertice Alessandro Benetton ed Enrico Laghi, rispettivamente presidente e amministratore delegato. Il progetto è di tagliare i rami secchi e infruttuosi, negozi diventati ormai ingestibili nella rete italiana che ne conta in totale 700. […]
In totale, 191 negozi italiani sono sotto osservazione, di questi 149 sono appunto dei franchising (indiretti), quelli che registrano le maggiori difficoltà: 90 sono in stato di insolvenza per 38 milioni. Poi ci sono 42 shop diretti in centri più piccoli e in perdita strutturale.
In generale, entro la fine del 2025 è programmata la chiusura, a livello mondiale, di 419 store su 3.500 totali. Di questi 90 si riferiscono a un numero ristretto di imprenditori terzi i quali hanno manifestato difficoltà a pagare in modo regolare i propri debiti nel corso degli anni accumulando uno scaduto di circa 30 milioni di euro, riferibili in massima parte a prodotti regolarmente consegnati da Benetton Group e mai pagati dai partner.
Il 63% di questi store sono tra Calabria, Puglia (Bari) e Sicilia (Catania). Da quando sono stati emessi i decreti ingiuntivi per la riscossione di questi crediti, sono stati recuperati circa 3 milioni di euro. […]
L’accordo con i sindacati è stato raggiunto stabilendo l’aumento degli incentivi all’esodo volontario fino al 30%, un percorso di ricollocazione a carico dell’azienda ed eventuali impieghi di un anno tramite un’agenzia di lavoro interinale, confermando inoltre la solidarietà con limite individuale al 40% fino a febbraio ’25.
L’obiettivo di Sforza resta quello di efficientare e rifocalizzare la rete distributiva e commerciale. Benetton Group sta, in questa fase, concentrando le forze per un presidio del mercato attraverso una rete di punti vendita meglio organizzata e più efficace, dove principali protagonisti sono i flagship store di proprietà. […]
Il piano, in pieno svolgimento e con numeri ancora da definire, è stato studiato da Benetton Group per tamponare le perdite: nel periodo 2013-2023 l’azienda ha registrato un rosso complessivo di 1,6 miliardi e, solo negli ultimi cinque anni, dal 2018 al 2023, l’azionista Edizione ha garantito un supporto finanziario pari a 800 milioni.
Il focus sui negozi diretti deciso dal nuovo ceo trova la sua motivazione nelle ottime performance che questi hanno saputo registrare nel post pandemia (pur non essendo ovviamente sufficienti a riportare in attivo il bilancio della società a perimetro invariato).
In particolare, a livello nazionale nel 2024 i flagship Benetton hanno registrato una crescita complessiva delle vendite del +7% sul 2023, con un tasso di conversione (percentuale di clienti che effettuano acquisti una volta entrati nello store) del 18,9% e in aumento del+1% anno su anno nonostante un flusso di persone che entra nei negozi in linea con quello dell’anno precedente, e uno sconto medio in leggero ribasso (nel 2024 è stato del 17%, mentre nel 2023 si attestava al 17,2%).
Il Gruppo ha visto, inoltre, crescere di oltre 1 euro lo scontrino medio, passando dai 63 euro del 2023, ai 64,3 euro dell’anno che si andrà a concludere tra poche settimane.
ALESSANDRO BENETTONMassimo Renon - ex Ad del gruppo Benetton
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