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Estratto dell’articolo di Francesco Spini per “la Stampa”
Dietro la collina delle Generali c’è la nomina dei nuovi vertici. Di qui all’assemblea della primavera prossima ci sarà tempo per vedere movimenti e schieramenti per quello che è l’appuntamento clou della finanza italiana. Ma un punto fermo c’è già: l’ad Philippe Donnet è pronto ad accettare una nuova candidatura. Non lo dice espressamente. E ci mancherebbe: sul punto, prima, dovranno esprimersi il consiglio del Leone o gli azionisti, a seconda di chi presenterà la lista candidata alla maggioranza.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET
Ma nel giorno in cui il manager francese illustra i conti dei primi sei mesi, numeri che vedono l’utile normalizzato a quota 2,025 miliardi (in calo del 13%, ma che risulterebbe «sostanzialmente stabile», dicono dal gruppo, senza contare le partite non ricorrenti di un anno fa) e un risultato operativo che continua a crescere, arrivando a 3,7 miliardi (+1,6%), lo lascia intendere.
«Per quanto riguarda la mia candidatura – risponde Donnet a precisa domanda – sono molto orgoglioso dei risultati che abbiamo portato a casa in questi ultimi anni. Abbiamo implementato con successo tre piani strategici. E siamo focalizzati sulla preparazione del prossimo ciclo strategico». Un nuovo piano che, assicura, sarà «ambizioso» […] «[…] Dovete aspettare il 30 gennaio per saperne di più».
Due anni e mezzo dopo essere uscito vittorioso dallo scontro, inedito, con una lista alternativa messa in campo da Francesco Gaetano Caltagirone, Donnet appare di nuovo in pista per il mandato numero quattro. Giulio Terzariol, arrivato a gennaio da Allianz dove era numero due forse con l’idea di fare il numero uno, dovrà attendere un altro giro di giostra: resterà ad della divisione assicurativa.
Il punto è: chi candiderà Donnet? Il consiglio non ha ancora affrontato il nodo se ripresentare o meno propri candidati. I paletti e le modifiche apportate dalla Legge Capitali rendono poco praticabile la “lista del cda”. Il Leone si ritroverebbe con una minoranza rafforzata e un board sostanzialmente spaccato. Non è però ancora detta l’ultima parola: nel cda attendono interpretazioni di punti controversi della nuova normativa o eventuali novità dalla revisione del Tuf, per cui il governo ha la delega, che però non prevede modifiche al processo di nomina dei vertici.
Aspettando Godot, dunque, crescono le possibilità di un ritorno al passato, col pallino in mano al primo socio Mediobanca (13,05%). In questo scenario Caltagirone (al momento terzo socio col 6,12% dietro Delfin, al 9,93%) se come probabile dovesse proporre una lista di minoranza, vedrebbe riconfermati tre posti in cda.
Salvo scossoni imprevisti negli assetti a monte (su Mediobanca le suggestioni non mancano: l’ultima è l’ipotesi di nozze con Mps, che da Piazzetta Cuccia liquidano come estranea alle sue strategie), quella che si intravede è una possibile continuità nei piani alti della torre di CityLife.
Se la matassa delle liste comincerà a sbrogliarsi a settembre, per chiarirsi verso fine anno, Donnet fa i conti con il giro di boa. […] Philippe Donnet […] spinge sull’acceleratore della remunerazione ai soci, con l’avvio, il 12 agosto, del buyback da 500 milioni. […]
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