vincent bollore

VENI, VIVENDI, VICI - BOLLORÉ CONOSCE BENISSIMO LE DINAMICHE ITALIANE, E STRAVINCE ALL'ASSEMBLEA TELECOM GRAZIE AL SOSTEGNO DI FONDI FRANCESI E ANGLOSASSONI. PIAZZATI 4 CONSIGLIERI, BLOCCATA LA CONVERSIONE DELLE AZIONI - RECCHI: ''MI DISPIACE PER IL NO ALLA CONVERSIONE DELLE AZIONI, MA IL CDA DURERÀ FINO AL 2017''

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1. TELECOM, VIVENDI VINCE E ENTRA IN CDA

Francesco Spini per “la Stampa

 

Due a zero e palla al centro.

RECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINERECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINE

Alla prima assemblea di Telecom a cui partecipano da nuovi grandi soci i francesi di Vivendi, col loro 20,5%, stravincono. Non solo - ed era prevedibile, in una riunione cui partecipa il 55,66% del capitale e con il 34,6% in mano agli investitori istituzionali - bloccano astenendosi la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie proposta all' unanimità dal cda. Ma, con maggior sorpresa rispetto ai dubbi della vigilia, riescono a spaccare il fronte contrario dei fondi: il consiglio viene allargato da 13 a 17 componenti e risultano eletti in blocco i quattro candidati del gruppo capitanato da Vincent Bolloré.

 

Grazie a un 9% di capitale in più raccolto tra un manipolo di fondi francesi e anglosassoni più alcuni hedge fund, Vivendi col 52,9% di sì spedisce in consiglio il proprio ad, Arnaud de Puyfontaine, il chief operating officer Stephane Roussel, il direttore finanziario Hervé Philippe e la ex manager di Areva, Felicité Herzog. Debutteranno già oggi in una riunione subito «calda»: si parlerà delle linee guida del piano industriale.

 

IL NODO DELLA CONCORRENZA

ARNAUD PUYFONTAINE AD VIVENDIARNAUD PUYFONTAINE AD VIVENDI

L' unico voto contrario, i fondi riescono a rifilarlo negando la richiesta francese di svincolare i propri esponenti dal divieto di concorrenza: questione più formale che di sostanza, essendo rari i punti di contatto tra i business di Telecom e Vivendi. Durante le sette ore e passa di assemblea i quattro rappresentanti francesi restano in prima fila nell' auditorium di Rozzano. L' ad de Puyfontaine interviene quasi subito. Per rassicurare, anzitutto. «Siamo investitori industriali di lungo periodo, non siamo qui per scopi finanziari», dice.

NIELNIEL

 

«Non lavoriamo per conto terzi», aggiunge scacciando il fantasma di Orange, sempre in predicato d' interesse per il gruppo italiano. E quello di Xavier Niel che, come da previsioni, in assemblea non mette piede essendo il suo 15% in opzioni solo potenziale. Vivendi porta tre suoi top manager in sala comando di Telecom «per provare che siamo molto seri e crediamo nelle potenzialità di questa storia industriale», spiega l' ad. In consiglio «unità del comando, unità di intenti e coesione nella gestione saranno le regole del gioco», assicura il luogotenente di Bolloré.

 

Sulla conversione delle risparmio l' ad dice che è stata decisa l' astensione «solo perché vogliamo più opportunità per discutere le condizioni» dell' operazione. «È stato detto che abbiamo cambiato idea all' ultimo minuto, ma questo è assolutamente sbagliato», giura. Fatto sta che alla fine il gioco ai francesi riesce facile. Col 36,1% dei voti espressi bloccano tutto, nonostante i «no» siano appena l' 1,5% e i «sì» prevalgano col 62,5%: per far passare la delibera sarebbero serviti i due terzi.

 

IL CONFRONTO IN CONSIGLIO

MARCO PATUANOMARCO PATUANO

Con l' arrivo dei francesi, il confronto si sposta in un consiglio molto indebolito, ma in cui Vivendi lavorerà pancia a terra fin da subito. Il presidente Giuseppe Recchi difende la decisione dei consiglieri di non aver voluto far spazio ai francesi dimettendosi, richiamando l' indipendenza di giudizio di ciascuno nell' interesse della società.

 

Per il presidente e l' ad, Marco Patuano, c' è anche il tempo per smentire i dissidi: «Tra noi non c' è nessun contrasto». Il problema ora è il disallineamento tra quanto deciso dal cda e il risultato assembleare. Recchi ammette il dispiacere per il no alla conversione «perché perdiamo un' opportunità. Ma da come è andato il voto, per astensione e non contrario al principio di merito, ora che abbiamo loro nel board la studieremo. È un tema non di se ma di quando». Nessun imbarazzo, però. «L' azionista Vivendi ha confermato il sostegno al management, al cda e al piano industriale. Domani (oggi, ndr) abbiamo il primo board, ne parleremo e vedremo in che termini ci poniamo con loro». Quanto durerà il cda così integrato?

 

Recchi è certo: «Arriverà a fine mandato», nel 2017, «perché non ci sono previsioni diverse».

 

 

2. CAPITALISMO ALL’ITALIANA

vincent bollore al telefonovincent bollore al telefono

Francesco Manacorda per “la Stampa

 

Come si dirà «capitalismo all' italiana» in francese?

Vincent Bolloré si dimostra ancora una volta capacissimo di giocare con le regole di casa nostra e sconfigge i fondi di investimento azionisti di Telecom e lo stesso consiglio della società su tutta la linea, imponendo quattro consiglieri che meno indipendenti non si può e dribblando la conversione delle azioni di risparmio che avrebbe diluito il suo 20 per cento.

 

Inutile scandalizzarsi, visto che dalla privatizzazione in poi il destino di Telecom è sempre stato quello di essere dominata da «nocciolini» duri di pochi e selezionati azionisti.

Adesso che Bolloré ha deciso di entrare nella stanza dei bottoni c' è comunque da scommettere che procederà deciso. Il consiglio di Telecom, che aveva votato all' unanimità per la conversione delle risparmio, potrebbe avere qualche imbarazzo, ma le dimissioni sembrano in ogni caso escluse. Anche questo è capitalismo all' italiana.

 

TARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIATARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIA