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VIVENDI VENDE? POSTE AVVIA LE INTERLOCUZIONI CON BOLLORÈ: SUL PIATTO C’È LA QUOTA DEL 23,75% CONTROLLATO DAI FRANCESI, CHE LA SOCIETÀ GUIDATA DA DEL FANTE POTREBBE RILEVARE. MA IL NODO È SEMPRE LO STESSO: IL PREZZO - VIVENDI HA PAGATO LE SUE AZIONI 4 MILIARDI DI EURO. ORA VALGONO 1,4 MILIARDI (CON UNA PERDITA SECCA DI OLTRE DUE MILIARDI E MEZZO…)
Estratto dell’articolo di Michele Chicco per “La Stampa”
Il dialogo tra Poste Italiane e Vivendi per decidere del futuro di Tim c'è ed è ben avviato. L'auspicio della presidente Alberta Figari è realtà e quel «spero di sì», bisbigliato ai giornalisti che le chiedevano se si augurasse un confronto tra soci, nascondeva più di un semplice desiderio: i due principali azionisti di Tim si sono infatti sentiti più volte nell'ultimo mese, dopo che Poste il 15 febbraio ha rilevato il 9,81% che era nelle mani di Cassa depositi e prestiti.
Chi è vicino alla partita la definisce una normale interlocuzione tra soci, ma non sfugge a nessuno che, solo una manciata di giorni fa, Vivendi ha confermato la volontà di uscire da Tim, della quale controlla il 23,75%.
Yannick Bollorè lo ha detto chiaramente: «L'intenzione è vendere la nostra quota […], […] quando potremo vendere a buone condizioni lo faremo: il nostro è un approccio molto pragmatico».
Lo scenario è cambiato proprio con l'ingresso di Poste Italiane. Secondo Figari, «l'operazione di Poste è estremamente positiva, perché è un partner industriale e, quindi, non puramente finanziario», ha ricordato ieri in piazza Affari.
pietro labriola a Italian Tech Week
«E credo che Tim ne abbia bisogno», ha aggiunto la presidente rimarcando una differenza sostanziale rispetto agli anni in cui è stata la Cassa a rappresentare l'italianità nel libro soci dell'azienda […].
Poste si è fatta avanti in Tim proprio con l'obiettivo di favorire il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia e punta a creare sinergie con l'incumbent, per ampliare lo spettro dei ricavi. Scalare posizioni nell'azionariato può essere funzionale a un progetto considerato dal principio «di natura strategica», ma non potrà avvenire ad ogni costo.
Le trattative potrebbero andare avanti a lungo, con un esito per niente scontato: Poste potrebbe portarsi oltre il 33% di Tim, rilevando l'intero pacchetto azionario di Vivendi; ma può anche restar ferma e agevolare l'uscita dei francesi facendo spazio a un altro player, finanziario o industriale. In Tim sanno che tutto è in evoluzione, tanto che il consiglio di amministrazione ha fatto slittare l'assemblea dei soci al 24 giugno […].
[…] Il nodo è il valore che viene attribuito alla partecipazione di Vivendi. Per far andare al loro posto tutte le pedine sulla scacchiera, francesi ed italiani devono accordarsi sul prezzo delle azioni, con i primi che puntano a ridurre al massimo le perdite. Il compito degli sherpa non è facile.
Nel bilancio 2024, Vivendi ricorda che le azioni di Telecom Italia sono state acquistate a un prezzo medio di 1,08 euro ciascuna, per una spesa complessiva che si avvicina ai 4 miliardi di euro. Cifre ora impensabili: Tim scambia in Borsa intorno ai 27 centesimi, con l'intera capitalizzazione di 5,99 miliardi. A conti fatti, il 23,75% controllato da Vivendi vale poco più di 1,4 miliardi con una perdita secca di oltre due miliardi e mezzo. […]
MATTEO DEL FANTE 2
pietro labriola a Italian Tech Week
MATTEO DEL FANTE
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