
DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL…
1 - TRA WIND E 3 RIPARTONO LE TRATTATIVE PER LA FUSIONE
Federico De Rosa per il "Corriere della Sera"
S’ha da fare o non s’ha da fare? Dopo quasi un anno di trattative e di stop-and-go, Hutchison Whampoa e Vimpelcom hanno deciso di ritentare il matrimonio tra Wind e 3. Una fusione che le due società stanno studiando da tempo ma che le distanze nei valori e sui poteri di governance hanno finora ostacolato. A rilanciare i rumors è stata l’agenzia Reuters riferendo di una ripresa dei colloqui e della nomina di Goldman Sachs come advisor dei cinesi e di Morgan Stanley per il gruppo russo.
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Un segnale che di solito significa che si è arrivati a una stretta, se non addirittura all’accordo, tanto più che entrambe le banche lavorano sul dossier da tempo. E alcune voci che ieri giravano sul mercato andavano proprio in direzione di un accordo in dirittura d’arrivo.
A tornare alla carica sarebbe stata Hutchison con una proposta diversa dalla fusione, che era stata discussa all’inizio dell’anno, quando motivi di valorizzazione e di governance avevano fatto saltare la trattativa.
I cinesi, secondo le indiscrezioni, sarebbero disponibili a comprare la quota dei russi, che però non venderebbero tutto. Vimpelcom manterrebbe un piede in Wind riservandosi un’uscita successiva. Sul tavolo ci sarebbe da risolvere il nodo della governance. I russi vogliono contare fintanto che rimarranno soci di Wind-3.
Ma anche gli esuberi sarebbero un tema, visto che tra le due società (11 mila dipendenti Wind e 3 mila circa per 3) ci sono sovrapposizioni. Il puzzle sarebbe in via di composizione e, se i rumors saranno confermati, prima dell’estate da Wind e 3 potrebbe partire il consolidamento del mercato italiano.
2 - STAFFETTA NELLA FAMIGLIA DORIS, MEDIOLANUM SARÀ BANCA
c.d.c. per il "Corriere della Sera"
Non farà cerchi come il padre, ha subito precisato, ma il contesto scenografico resterà sempre lo stesso. La banca «costruita intorno a te», come recita il famoso claim televisivo di Mediolanum, avrà dal 15 giugno un volto nuovo. Non più quello di Ennio ma Massimo Doris a cui ormai da qualche anno il padre ha consegnato le redini del gruppo.
Doris junior, un curriculum di sales assistant in UBS, Merrill Lynch e Credit Suisse Financial Product, è diventato dal luglio 2008 amministratore delegato e direttore generale di Banca Mediolanum. Un gruppo le cui origini risalgono agli anni ‘80 quando Doris (senior) lesse un’intervista sul mensile Capital in cui l’imprenditore Silvio Berlusconi diceva: «Se qualcuno ha una bella idea di business venga da me».
Lui ne approfittò e cominciò a parlarne nella piazzetta di Portofino. «Non faccio cerchi — ha scherzato Massimo Doris, riferendosi allo storico slogan — ma gioco con i cerchi». L’ad di Banca Mediolanum ha spiegato che il gruppo ha ricevuto circa 20 giorni fa la risposta di Banca d’Italia con il percorso da compiere per trasformare il gruppo Mediolanum in vera e propria banca.
«Entro 60 giorni indicheremo le cose che intendiamo fare — ha spiegato — poi abbiamo chiesto un anno per realizzare le eventuali modifiche». Sotto la lente di Bankitalia è anche la posizione di Fininvest, che detiene il 30% del gruppo. «La precedente normativa vietava ai gruppi industriali di avere partecipazioni nei gruppi bancari — ha spiegato Doris — ma la legge è cambiata e quindi non dovrebbero esserci problemi».
L’azienda, che ha nominato Gianluca Bosisio con il ruolo di direttore generale di Banca Mediolanum, ha fatto sapere di esser pronta a vendere il 50% di Banca Esperia. «La partecipazione del 50% in Banca Esperia era considerata strategica qualche anno fa, adesso non lo è più. Siamo pronti a vendere, ma per noi la quota vale almeno 180 milioni di euro».
3 - FCA SCALA L’ASIA A BORDO DELLA JEEP
r.po. per il "Corriere della Sera"
Obiettivo dichiarato per fine anno: abbattere il tetto del milione di auto vendute. Sarebbe il record assoluto (l’ennesimo, peraltro). E a giudicare dal trend dei primi mesi Jeep può andare di gran lunga oltre. Come confermano i dati globali di maggio. Dopo i numeri sulle immatricolazioni negli Usa e in Italia, diffusi martedì da Fiat Chrysler Automobiles, a completare la fotografia sono arrivati ieri quelli delle vendite complessive. Sono da primato, ovunque. La crescita, rispetto al maggio 2013, è del 55% nel mondo: e già qui è caduto un primo tetto, quello delle 100 mila vetture (100.207 unità il conto esatto consegnato dai concessionari, che porta a quota 396 mila, il 42% in più, le immatricolazioni da inizio 2014). L’Asia, ossia il mercato sul quale Fca è stata finora quasi inesistente ma che proprio perciò può riservare a Sergio Marchionne i margini di sviluppo promessi (e proprio a partire da Jeep), marcia a ritmi ancora più sostenuti: la corsa a guadagnare quote si chiude, per il brand Usa, con un incremento del 65% che fissa al 41% l’aumento dei primi cinque mesi. L’Europa segue gli stessi record: +81 in maggio, +28% da gennaio. Meno che altrove, nel consuntivo annuo del Vecchio Continente, ma qui è ancora la recessione a farsi sentire. Non a caso la carta che il gruppo giocherà per il recupero è la prima «baby Jeep» (nonché la prima auto del brand prodotta fuori dagli Usa): la Renegade made in Melfi e destinata ai mercati europei è attesa per l’autunno.
ENNIO DORIS CON ALLE SPALLE UN RITRATTO D ANNATA DI BERLUSCONI
4 - LA CORSA DI INTESA SANPAOLO VITA: "PIÙ FORTI DI GENERALI"
f.mas. per il "Corriere della Sera"
«Siamo più forti di Generali». Non è un traguardo da poco per Intesa Sanpaolo Vita, il braccio assicurativo della banca guidata da Carlo Messina. Ieri l’amministratore delegato della compagnia, Gianemilio Osculati, ha svelato i numeri del confronto sulla raccolta 2013, che il ceo di gruppo aveva mantenuto celati nella sua presentazione del piano industriale. Considerando Isp Vita (ora presieduta da Luigi Maranzana) e il ramo di Fideuram Vita, che presto saranno integrati, i premi lordi salgono a quota 20 miliardi scalzando dal podio — sia pure di poco — Generali, a quota 19,5 miliardi, con indietro Unipol (16,8), Poste (13,4) e Allianz (12,5). Ora Isp Vita vuole potenziare il ramo Danni, per quadruplicare al 2017 la raccolta a 847 milioni. Si punta in particolare sulla Rc auto: obiettivo 1 milione di contratti, pari al 4% del mercato degli agenti, che da soli valgono l’83% del settore .
5 - ENI, ACCORDI STRATEGICI DA 1 MILIARDO PER IL SUPER GIACIMENTO IN VENEZUELA
Il nuovo ad di Eni, Claudio Descalzi, ha firmato ieri accordi strategici per lo sfruttamento del grande giacimento Perla in Venezuela. Si tratta di un memorandum per la creazione di una società che svilupperà e produrrà le riserve associate di condensati (idrocarburi liquidi leggeri associati al gas) e di un’intesa per finanziare fino a un miliardo di dollari la quota del consorzio Pdvsa nello sviluppo di Perla. Eni e Repsol manterranno entrambe la quota del 32,5%.
6 - CARIGE, PER L'AUMENTO SI GUARDA AL 16 GIUGNO
R.Fi. per "Il Sole 24 Ore"
L'aumento di capitale da 800 milioni di Carige entra nel vivo. La data probabile per l'avvio è il 16 giugno. È questa - secondo quanto risulta a Radiocor - la tempistica dell'operazione per la quale sono al lavoro il management del gruppo guidato da Piero Montani e gli otto istituti che compongono il consorzio di garanzia (Mediobanca, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Unicredit, Commerzbank, Nomura e Banco Santander). La possibilità di rispettare questo calendario comunque dipende dall'arrivo, in tempo utile, delle ultime autorizzazioni Consob per la pubblicazione del prospetto informativo: in questo caso il consiglio di amministrazione della banca per determinare le condizioni dell'aumento e soprattutto il prezzo di emissione delle nuove azioni si terrà giovedì 12 giugno. La Commissione è al lavoro anche alla luce delle recenti vicende giudiziarie riguardanti l'ex presidente Giovanni Berneschi nonchè alcune controllate che comunque non sembra avranno impatto sui numeri dell'istituto.
7 - DIRITTI TV, SCADENZA NON SOLO ITALIANA
A. Bio. per "Il Sole 24 Ore"
Una scadenza tutta italiana, ma c'è da giurare che oggi i riflettori del mercato televisivo non solo italiano saranno puntati con decisione sul nostro Paese. La scadenza per presentare un'offerta sui diritti televisivi per il campionato di calcio di Serie A per il triennio 2015-2018, prevista per oggi alle 12, è un passaggio chiave. I diretti interessati invitano a scindere le sorti dell'asta da quelle dei rispettivi progetti sul fronte pay tv. Difficile aderire a questa idea, a maggior ragione dopo la mossa di Telefonica che si sarebbe fatta avanti con 350 milioni per acquistare da Mediaset il 22% di Digital Plus. Cosa farà il Biscione? Anche perché (e qui viene fuori il discorso asta) è l'ora delle scelte. Accettare un'offerta del genere potrebbe voler dire fare un'offerta sulla Serie A in grado di sparigliare le carte. E dopo la Champions 2015-2018 sarebbe un colpaccio. Ma Murdoch starebbe a guardare? E Al Jazeera potrebbe avere nel cassetto un'offerta autonoma, in barba (o anche no) alle possibilità di diventare partner Mediaset nella sua pay tv? Oggi qualche risposta inizierà ad arrivare.
8 - GRANDI STAZIONI A RILENTO BLACKSTONE IN ATTESA
C.Fe. per "Il Sole 24 Ore"
Va a rilento la dimissione delle attività commerciali di Grandi Stazioni da parte delle Ferrovie dello Stato. Dopo l'assegnazione dell'incarico di advisor a Rothschild, il processo si è infatti un po' fermato in attesa della nomina del nuovo Ad di Fs, individuato dal Tesoro in Michele Mario Elia al posto dell'uscente Mauro Moretti. Inoltre nella stessa Grandi Stazioni, a breve, dovrebbe essere nominato un nuovo Ad al posto di Gaetano Casertano, che ha lasciato per motivi personali. In ogni caso sembra che il processo potrebbe entrare nel vivo dopo l'estate. In campo, nel frattempo, sarebbero già scesi alcuni fondi infrastrutturali (come la francese Ardian) ma anche alcuni colossi con forte esperienza nel settore commerciale-immobiliare: come appunto l'americana Blackstone. Secondo stime di qualche mese fa Fs (assieme ai soci Benetton, Caltagirone, Pirelli e Sncf) punterebbe a scindere in una newco attività commerciali per 800 milioni di euro.
9 - UN BOND IN DOLLARI PER LA CINESE BAIDU
M. Val. per "Il Sole 24 Ore"
Baidu si reca in pellegrinaggio sulla piazza finanziaria americana, ma invece di azioni offrirà un collocamento di obbligazioni denominate in dollari. I bond, per un miliardo con scadenza a cinque anni, avranno un rendimento pari a 1,5 punti percentuale sopra i corrispondenti titoli del Tesoro, vale a dire del 3,1%, approfittando della fame di titoli del debito aziendale, non solo da Tripla A, che tuttora domina Wall Street. Baidu ha un rationg di A3 da parte di Moody's. Le obbligazioni saranno promosse tra gli investitori internazionali, a cominciare appunto dagli Stati Uniti dove l'emissione è stata già registrata presso la Sec. Il motore di ricerca cinese, stando al Wall Street Journal, vuole bruciare i tempi nella raccolta di nuove risorse per potenziare il suo business - anche attraverso acquisizioni - in un settore dove la concorrenza sis ta facendo sempre più intensa. E soprattutto dove il conterraneo rivale Alibaba sta preparando, entro fine anno, una colossale Ipo statunitense che potrebbe metterlo decisamente in ombra.
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