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    BYE BYE SILVIO - LE DICHIARAZIONI DI SALVINI SONO LA PIETRA TOMBALE SULLA CANDIDATURA DI BERLUSCONI AL QUIRINALE: “DEVE SCIOGLIERE LA RISERVA ENTRO LUNEDÌ. LA PROSSIMA SETTIMANA FARÒ UNA PROPOSTA CHE CREDO POSSA ESSERE CONVINCENTE PER TANTI, SE NON PER TUTTI”. E CHE QUINDI NON PUÒ ESSERE QUELLA DEL CAV - IL LEGHISTA PER ORA STA SPINGENDO “MESTIZIA” MORATTI E MARCELLO PERA, MA POTREBBE FARE IL NOME DI QUEL VOLPONE DI CASINI PER ANTICIPARE RENZI - ANCHE VITTORIO SGARBI È RASSEGNATO: “MANCANO PIÙ DI CENTO VOTI. LA SITUAZIONE È COMPLICATA. È SUL PUNTO DI CEDERE” - VIDEO


     
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    1 - SALVINI GELA BERLUSCONI E PREPARA IL PIANO B "FAREMO UN ALTRO NOME"

    Francesco Olivo per "La Stampa"

     

    matteo salvini 1 matteo salvini 1

    Il nodo alla fine è venuto al pettine. La candidatura di Silvio Berlusconi è sempre più appesa a un filo. Gli alleati ormai cercano delle alternative senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo. La corsa sarebbe al capolinea, secondo voci che si rincorrono in serata, smentite dallo staff del Cavaliere. Quella diffidenza degli alleati, mal celata da molto tempo, ha preso corpo. Matteo Salvini ha convocato i giornalisti davanti al Senato e ha messo alle strette il Cavaliere, che venerdì scorso il centrodestra aveva indicato come il candidato alla presidenza della Repubblica: «Deve sciogliere le riserve entro lunedì».

    RIUNIONE DEL CENTRODESTRA A VILLA GRANDE RIUNIONE DEL CENTRODESTRA A VILLA GRANDE

     

    Una scadenza che non coincide con i piani del Cavaliere, che ha intenzione di scendere in campo alla quarta votazione, una volta sondato il terreno «gettarsi nella mischia dal primo giorno sarebbe un suicidio», ripetono ormai da settimane ad Arcore. Per il leader della Lega, però attendere è troppo rischioso. In attesa che Berlusconi «faccia i suoi incontri, e i suoi conti» per verificare i numeri necessari per la salita al Colle, Salvini non sta lì ad aspettare passivamente.

     

    IL VERTICE SUL QUIRINALE A VILLA GRANDE BY ELLEKAPPA IL VERTICE SUL QUIRINALE A VILLA GRANDE BY ELLEKAPPA

    La frase più insidiosa per il sogno quirinalizio dell'ex premier, infatti, è un'altra: «La prossima settimana farò una proposta che credo possa essere convincente per tanti se non per tutti». Parole che sembrano incompatibili con l'investitura del leader di Forza Italia, che, questo è chiaro a tutti, non può essere il nome di consenso. Tra gli azzurri scoppia il panico, sulle chat rimbalzano messaggi con le parole dell'alleato e commenti sconsolati: «È la fine della candidatura», reagisce a caldo un dirigente.

     

    Le contraddizioni sembrano ormai troppe per poter arrivare a una mediazione, le trattative di Salvini non possono coesistere con l'appoggio al leader di Forza Italia. Il capo del Carroccio in queste ore sta negoziando in maniera più serrata, proponendo agli altri leader i nomi di Letizia Moratti e Marcello Pera.

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    L'ex sindaca di Milano è il profilo che i leghisti ritengono più compatibile con la ricerca di un consenso largo. In serata girano voci di un passo indietro di Berlusconi, smentite dal suo staff: «Notizie false». Silvio è ancora in campo, ma l'aria che tira non è buona. L'interpretazione più diffusa tra i parlamentari berlusconiani è che Salvini si sia deciso a passare all'azione dopo che l'asse con Matteo Renzi si è incrinato.

     

    salvini renzi salvini renzi

    Se il leader di Italia Viva, con il quale il dialogo è stato costante in questi mesi, facesse i nomi di Pierferdinando Casini o dello stesso Mario Draghi, Salvini potrebbe perdere il ruolo da kingmaker al quale tiene molto. Scoppiato l'incendio la Lega cerca di correggere il tiro: «Il segretario si è limitato a sottolineare la necessità di trovare i numeri sull'eventuale candidatura di Berlusconi».

    House of Crucci - Berlusconi, Meloni, Salvini, Renzi, Mattarella House of Crucci - Berlusconi, Meloni, Salvini, Renzi, Mattarella

     

    Anche Forza Italia, con una nota, prova a gettare acqua sul fuoco: «Il centrodestra affronterà l'elezione del presidente della Repubblica - come tutti i prossimi appuntamenti elettorali - unito e saprà esprimere un candidato all'altezza. Non c'è dubbio che il profilo del presidente Silvio Berlusconi sia quello più autorevole.

     

    Ogni tentativo di creare polemiche utili solo agli avversari politici, sarà dunque respinto». In serata poi viene diffusa la notizia di una telefonata riparatoria, l'ennesima, tra Salvini e Berlusconi, definita «lunga e cordiale», senza che siano chiari i contenuti del colloquio.

     

    Nei prossimi giorni, domani o giovedì, i leader torneranno a incontrarsi a Villa Grande, ma più che i vertici, conteranno le tabelle che i capigruppo di Forza Italia sottoporranno agli alleati, in quel coordinamento permanente che Giorgia Meloni ha imposto per marcare stretti gli altri partiti.

     

    giorgia meloni silvio berlusconi matteo salvini renzi quirinale by macondo giorgia meloni silvio berlusconi matteo salvini renzi quirinale by macondo

    È in quella sede che si dovranno fare le verifiche dei voti che i berlusconiani avrebbero raccolto tra altri gruppi. Si va avanti quindi, ma anche i più entusiasti iniziano a vacillare, la corsa verso l'ultimo miracolo italiano sembra troppo anche per Berlusconi.

     

    2 - SGARBI GETTA LA SPUGNA DAL DIVANO DI CASA "I VOTI NON CI SONO, RILANCIAMO MATTARELLA"

    Antonio Bravetti per "La Stampa"

     

    Sul tavolo c'è una scultura di ossa e coccinelle. «Bertozzi e Casoni, di Imola». Accanto, la riproduzione di un castello. «Questo me l'ha regalato... aspetta... forse... no, non me lo ricordo chi me l'ha portato».

     

    Allora Vittorio Sgarbi lo alza, lo gira, lo scruta, lo smonta, ma non c'è alcun indizio. Lo rimette al suo posto sul tavolo e prende in mano il cellulare. È lo smartphone da cui partono le telefonate ai grandi elettori da convincere a votare Silvio Berlusconi.

    SGARBI BERLUSCONI SGARBI BERLUSCONI

     

    «Chiamo Ciampolillo», dice il deputato. Parte la chiamata. Sei, sette squilli. Non risponde nessuno. «Anche l'altro giorno da Arcore, con Berlusconi, l'ho chiamato quattro volte, non ha mai risposto. Eppure ci conosciamo bene». Il metodo Sgarbi dal vivo. Da casa sua, in mezzo a centinaia di opere d'arte che riempiono le dieci stanze. Certo, manca la spalla.

     

    Quello che affonda, fa la battuta, strappa l'applauso, «il signor bunga bunga». Berlusconi non c'è, è ad Arcore, forse verrà a Roma nei prossimi giorni. Dipende da come va la raccolta. «Il centrodestra parte da 450 voti - ragiona Sgarbi, seduto sul divano bordeaux in camicia blu, pantaloni grigi, i calzini grigi di lana - ne servono 505. Allo stato attuale dobbiamo contare la defezione di 10 o 20 per malattia, 10 o 20 perché sono No Vax e non possono raggiungere Roma, altri 20 franchi tiratori.

     

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    Insomma, Berlusconi parte da 390 voti. Ha bisogno di più di cento voti e dove li trova? Non ci sono. Io posso fare una ricerca sul piano della speranza, ma la situazione è complicata. Sono convinto che è sul punto di cedere».

     

     E gliel'ha detto? «È inutile parlargli perché lui è sparato, quando capirà che non c'è spazio può garantirsi un'ultima via d'uscita». Ovvero: «Deve essere lui a indicare il nome, non Salvini, e il nome che gli è più gradito in assoluto è quello di Mattarella. Lui è per fotografare la situazione, Mattarella al Colle e Draghi a Chigi, ma sbaglia perché lui pensa che Mattarella starà lì soltanto un anno. Il rischio di votare Mattarella è che poi lui resti lì altri sette anni».

    ciampolillo ciampolillo

     

    In sottofondo c'è musica classica, la Filodiffusione Rai. Da fuori arriva il suono delle campane delle chiese vicine. Dalla finestra alle sue spalle si vede Sant' Andrea della Valle. Dal terrazzo una vista mozzafiato sulla cupola di Sant' Ignazio di Loyola. Telefono in mano, stavolta prova con Nicola Acunzo, ex Cinquestelle. Squilla, è libero, ma non risponde nemmeno lui.

     

    Che succede? «Io le mie telefonate le faccio - assicura - la formula Sgarbi funziona». Non sembra... «La mia arma è la voce di Berlusconi. Se parli con lui ti senti cag... Ho fatto parlare Berlusconi con una cinquantina di persone, quindici voti sono certi. Il mio metodo presuppone che siamo io e lui. Questa è la formula Sgarbi. Come può contrapporsi a me Tajani? Come può soltanto pensarlo? A lui neanche lo cag...».

    vittorio sgarbi e silvio berlusconi 9 vittorio sgarbi e silvio berlusconi 9

     

    Dopo la telefonata segue la proposta di un incontro. «Ho organizzato una cena ad Arcore con una coppia di deputati omosessuali, li ho stanati io. Berlusconi li ha ricevuti con tutti gli onori. È stato un incontro meraviglioso». Non ha paura del Covid, il Cavaliere? Per incontrarlo, spiega Sgarbi, non basta essere vaccinati: «Io ho fatto tre dosi, ma ho dovuto fare un tampone per vederlo».

     

    Riprende in mano il telefono. Obiettivo Ciampolillo: «È un voto imprevedibile il suo», ma non risponde nemmeno stavolta. Acunzo, allora. Squilla, ma niente. Spulcia la rubrica, chiama Guido De Martini, deputato sardo della Lega. «È rimasto bloccato a Cagliari - dice Sgarbi - come lui ci sono dieci-venti grandi elettori No Vax che non possono tornare a Roma».

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    De Martini risponde: «Sono bloccato sull'isola - racconta lui in vivavoce - Cabras e Vallascas sono partiti prima del 10 gennaio. Sono rimasto solo. Non c'è nessun tipo di deroga. Non posso votare». Arriva un messaggio sul cellulare. «Ecco! I Cinquestelle in conferenza stampa aprono a Berlusconi». Davvero? Apre il file audio che gli hanno inviato. Versi e sussurri di un film a luci rosse. «Mi sa che è un scherzo».

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