BENJAMIN NETANYAHU DONALD TRUMP
MEDIA, TRUMP VALUTA SANZIONI CONTRO I GIUDICI DELLA CPI
(ANSA) - Citando fonti a Washington, l'emittente israeliana Kan news afferma che la nuova amministrazione Trump sta pianificando azioni punitive contro la Cpi per la sua decisione di emettere mandati di arresto contro il premier israeliano Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Gallant.
Fonti hanno detto a Kan che stanno valutando l'introduzione di sanzioni personali contro il procuratore capo Karim Khan e i giudici che hanno emesso i mandati. Ieri Mike Waltz, indicato da Trump come consigliere per la sicurezza nazionale, ha scritto su X che "ci si può aspettare una forte risposta alla tendenza antisemita della Cpi e dell'Onu a gennaio".
KARIM KHAN
ORBAN INVITA NETANYAHU IN UNGHERIA, 'SFIDO LA CPI'
(ANSA-AFP) - Il primo ministro ungherese Viktor Orban, il cui Paese detiene la presidenza di turno dell'Ue, ha annunciato che inviterà il suo omologo israeliano Benyamin Netanyahu per protestare contro il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi).
"Non abbiamo altra scelta che sfidare questa decisione. Inviterò" Netanyahu "a venire in Ungheria, dove posso garantirgli che la sentenza della Corte penale internazionale non avrà alcun effetto", ha dichiarato in un'intervista alla radio statale.
DONALD TRUMP BENJAMIN NETANYAHU
CINA DOPO MANDATO D'ARRESTO NETANYAHU, 'CPI SIA OGGETTIVA'
(ANSA) - La Cina sollecita la Corte penale internazionale (Cpi) ad adottare e perseguire "una posizione oggettiva" dopo il mandato di arresto emesso contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. E' quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian
BIBI ASSEDIATO DAI GIUDICI ORA SI AFFIDA ALL’AMICO TRUMP
Estratto dell’articolo di Davide Frattini per il “Corriere della Sera”
putin netanyahu
Lo chiamano «decreto per l’invasione dell’Aia» e autorizza il presidente americano a «ordinare tutte le misure necessarie e appropriate» per liberare militari statunitensi detenuti o arrestati su mandato della Corte penale internazionale. Prende il nome della città olandese dove ha sede il Tribunale, ma può essere applicato in tutti i Paesi che aderiscono ed estende la sua protezione agli alleati: quindi anche a Benjamin Netanyahu.
In teoria e sempre più in pratica con il passare delle settimane verso l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca: è all’amico americano che il premier israeliano si starebbe già affidando per nullificare i mandati di cattura emessi contro di lui e Yoav Gallant, l’ex ministro della Difesa. Spera che Trump eserciti pressioni anche sulle nazioni aderenti perché non eseguano gli ordini di arresto.
BENJAMIN NETANYAHU E ISRAEL KATZ VISITANO LA STRISCIA DI GAZA
[…] Il «ricercato» Netanyahu, così ormai lo definisce Amnesty International, ha mobilitato Gideon Sa’ar per raccogliere sostegni globali: il neo-ministro degli Esteri ieri ha chiamato i colleghi internazionali, proprio lui che se n’era andato dal Likud accusando il partito di «culto della personalità» verso quel Bibi che ora esalta al telefono. Il premier in questi giorni si districa anche tra le richieste dei giudici israeliani.
La Corte Suprema ha respinto l’appello dei suoi difensori di rinviare ancora una volta la testimonianza del premier al processo per corruzione e abuso d’ufficio. Bibi deve presentarsi in aula il 2 dicembre e non sono bastate come in passato le scuse legate alla gestione della guerra.
DONALD TRUMP BENJAMIN NETANYAHU
I suoi consiglieri starebbero premendo sullo Shin Bet perché emetta un parere negativo per ragioni di sicurezza sulla presenza del leader in aula. Le voci sul licenziamento di Ronen Bar, il capo del servizio segreto interno, sarebbero legate proprio alla volontà del superpoliziotto di non cedere alle pretese di Bibi.
Quelle accuse a Netanyahu
Estratto dell’articolo di Lucio Caracciolo per “la Repubblica”
netanyahu biden
[…] Non sarà certo Trump a sbattere la porta in faccia al suo amico Bibi. Non l’avrebbe fatto nemmeno Biden, che pure lo detesta, ricambiato. Anzi, la Camera dei rappresentanti ha già approvato sanzioni severe contro la Corte e i suoi magistrati. Qualsiasi entità politica, finanziaria o d’altro genere che collabori con l’Aia verrebbe così dissuasa dal continuare a farlo.
Sicché la Corte dovrebbe chiudere, i detenuti verrebbero liberati e cadrebbero i sei mandati di cattura emessi contro la dirigenza politico-militare russa, in testa Putin (nel frattempo Mosca ha restituito cinquecento bambini ucraini rapiti). La legge non è diventata operativa in attesa del pronunciamento del Senato, che si annuncia favorevole anche perché diversi democratici sono pronti a sottoscriverla. Il braccio di ferro abbastanza ineguale fra Washington e la Corte è comunque destinato a inasprirsi con l’insediamento di Trump.
bombardamenti sulla striscia di gaza 9 ottobre 2023
Dopo Putin tocca a Netanyahu. Domani forse anche ai nuovi capi di Hamas, visto che Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar sono sfuggiti al provvedimento della Corte per il massacro del 7 ottobre solo perché nel frattempo Netanyahu ha fatto eseguire nei loro confronti una sentenza più drastica.
C’è una via d’uscita? Sulla carta sì. La Corte può essere disattivata dall’Onu. Precisamente dal Consiglio di Sicurezza, abilitato a sospendere per 12 mesi, rinnovabili, i procedimenti dell’Aia. E se russi e americani si mettessero d’accordo per consentire a Putin e Netanyahu di continuare a circolare liberamente, quindi anche a trattare su piede di formale parità con i loro nemici? Fantageopolitica, d’accordo. Ma che cosa resta di normale a questo mondo?