Ugo Magri per La Stampa
CORTE STRASBURGO
La migliore difesa di Berlusconi è arrivata dai giudici di Strasburgo. Con le loro domande, sul finire dell' udienza, hanno dato l' impressione di non prendere a ridere gli argomenti del Cav. Anzi, molto sul serio. Alla rappresentante del governo italiano, per esempio, hanno chiesto come mai Silvio venne cacciato dal Parlamento in applicazione della legge Severino, e invece il Senato permise a Minzolini di restare: non saranno due pesi e due misure?
gladiatori colosseo
Se lo sono domandati perplessi l' albanese Ledi Bianku e l' austriaca Gabriele Kucsko-Stadlmayer. Il portoghese Paulo Pinto de Albuquerque ha voluto sapere per quale motivo Berlusconi fu dichiarato ineleggibile a scrutinio palese quando la regola era quello segreto. Con malcelato scetticismo, l' islandese Robert Spano si è fatto spiegare la differenza tra ineleggibilità e incandidabilità, quasi meravigliandosi che noi italiani ci dilettiamo con questi cavilli.
«COME NELL' ANTICA ROMA»
corte strasburgo
I giudici hanno preteso insomma parecchi chiarimenti da Maria Giuliana Civinini, «agente» per conto del governo, e pochi viceversa dal team berlusconiano, dove l' avvocato britannico Edward Fitzgerard (dello stesso studio londinese di Amal Clooney) ha divertito i 550 astanti tirando in ballo addirittura l' antica Roma, il Colosseo e i gladiatori che venivano condannati col pollice in giù: stessa sorte toccata a Berlusconi nell' arena di Palazzo Madama.
Edward Fitzgerald
Anche in questo caso si è percepito un certo pregiudizio verso la nostra cultura democratica. Dopodiché i giudici si sono chiusi in camera di consiglio per una prima valutazione del caso che ha richiamato a Strasburgo perfino una delegazione di giureconsulti russi. I legali berlusconiani hanno resistito, pare, alla curiosità di sapere. Niccolò Ghedini e Franco Coppi temono che asfissiare i giudici potrebbe rivelarsi controproducente. Oltretutto, inutile avere fretta: per la sentenza definitiva passeranno almeno 6 mesi. Forse meno, scommette il ministro della Giustizia Andrea Orlando, però sufficienti a impedire che l' ex premier possa ricandidarsi.
Maria Giuliana Civinini
Se le elezioni si terranno a marzo (circola insistente la data del 18, con accorpamento alle Politiche delle Regionali in Lombardia, Lazio e Molise), il verdetto di Strasburgo dovrebbe arrivare entro metà febbraio, altrimenti sarebbe tardi. Perfino se la Corte si sbrigasse, e desse subito ragione al Cav, la candidatura sarebbe in forse.
SCAPPATOIA PERICOLOSA
Per essere applicate, infatti, le sentenze Cedu richiedono che qualche giudice italiano le faccia valere contro la legge Severino, tuttora in vigore. La candidatura berlusconiana finirebbe davanti al Tar, al Consiglio di Stato e, di ricorso in ricorso, forse davanti alla Consulta. Insomma, si entrerebbe in un territorio ignoto. Per aggirare la Severino, il leader «azzurro» potrebbe puntare sulla riabilitazione, espressamente prevista come scappatoia all' articolo 15 comma 3.
MINZOLINI E BERLUSCONI
I termini per approfittarne decorreranno dal prossimo 8 marzo (ironia delle date). Tuttavia si richiede che il «riabilitando» abbia tenuto una condotta irreprensibile, laddove Berlusconi è di nuovo indagato nel cosiddetto «Ruby ter». Non è detto che una pendenza sia ostativa (così la Cassazione penale n.46270/07), ma l' ultima parola spetterebbe alla valutazione discrezionale del Tribunale di sorveglianza. Quello milanese, però.