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    C'È UNA NOTIZIA DALLA GERMANIA CHE POTREBBE TERREMOTARE LE TRATTATIVE SUL MES: IL MINISTRO DELLE FINANZE TEDESCO, OLAF SCHOLZ, HA PERSO LA LEADERSHIP DEL SPD. LA BASE HA ELETTO DUE NUOVI PRESIDENTI DELL'ALA SINISTRA, CONTRARIA ALLA GRANDE COALIZIONE CON LA MERKEL. LUI NON VUOLE MOLLARE IL MINISTERO, PERCHÉ FAREBBE CADERE IL GOVERNO. MA SCHOLZ È ANCHE QUELLO CHE STA SCRIVENDO LE RIFORME EUROPEE SU FONDO SALVA-STATI E UNIONE BANCARIA…


     
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    Walter Rauhe per ''La Stampa''

     

    I socialdemocratici tedeschi voltano pagina e, in un referendum tra gli oltre 400mila iscritti, eleggono gli esponenti dell' ala sinistra e avversari del governo di Grande coalizione Norbert Walter-Borjans e Saskia Esken a nuovi presidenti di partito.

    Norbert Walter Borjans e Saskia Esken Norbert Walter Borjans e Saskia Esken

    Un colpo di scena che segna la fine di una lunga ed estenuante fase di stallo ai vertici dell' Spd seguita alle dimissioni dell' ex leader Andrea Nahles nel giugno scorso e che presto potrebbe mettere in serio pericolo la maggioranza di governo insieme alla Cdu di Angela Merkel.

     

    Il 53% degli iscritti socialdemocratici ha preferito gli outsider Walter-Borjans ed Esken al vecchio delfino di partito ed attuale ministro delle Finanze Olaf Scholz e alla sua co-candidata Klara Geywitz che arrivati al 45% dei voti. Il partito socialdemocratico più antico del mondo verrà dunque guidato d' ora in poi da due esponenti di seconda linea che non hanno mai fatto mistero del loro atteggiamento critico nei confronti del governo di ampie intese con i cristiano-democratici.

     

    MERKEL E SCHOLZ ANNUNCIANO IL PACCHETTO CLIMA MERKEL E SCHOLZ ANNUNCIANO IL PACCHETTO CLIMA

    Norbert Walter-Borjans, l' ex ministro delle Finanze nel popoloso Land del Nord Reno Westfalia e Saskia Esken, deputata regionale del Baden Württemberg ed esperta di digitalizzazione, intendono risollevare le sorti della socialdemocrazia tedesca con un audace e programma dal sapore spiccatamente laburista. Propongono così un massiccio piano d' investimenti pubblici di 500 miliardi di euro a favore delle infrastrutture, delle scuole e dell' assistenza sociale anche a costo di fare nuovi debiti e d' infrangere il dogma tanto caro alla Cdu di Angela Merkel del rigore di bilancio.

     

    Vogliono innalzare il salario minimo a 12 euro l' ora, reintrodurre la tassa patrimoniale per i più ricchi, potenziare la rete ferroviaria, favorire l' edilizia popolare, bloccare le speculazioni sui mercati finanziari e tassare maggiormente le multinazionali come Google, Apple e Facebook. Ma soprattutto vogliono rinegoziare con i conservatori della cancelliera il contratto di governo e, se necessario, uscire dalla maggioranza.

     

    Norbert Walter Borjans e Saskia Esken Norbert Walter Borjans e Saskia Esken

    L' elezione dei due nuovi presidenti dell' Spd ha tutte le carte in regola per scatenare uno tsunami a Berlino e porre fine anticipatamente al terzo governo di grande coalizione guidato da Merkel. Per Scholz quella di ieri è stata una sconfitta a tutto campo. Fino all' ultimo aveva tentato insieme alla sua co-candidata Klara Geywitz di difendere i tanti risultati raggiunti dai socialdemocratici all' interno del governo. Ma l' infinita serie di tracolli elettorali incassati da almeno 4 anni ha finito per portare l' Spd e i suoi iscritti sull' orlo di una crisi di nervi.

     

    OLAF SCHOLZ OLAF SCHOLZ

    Se ai tempi di Willy Brandt, Helmut Schmidt o Gerhard Schröder i socialdemocratici conquistavano a livello nazionale e nei Länder il 40 e oltre % dei consensi, alle ultime tornate elettorali in Sassonia, Turingia o nel Brandeburgo il partito è crollato al di sotto della soglia choc del 10%. Una crisi esistenziale che i nuovi leader tenteranno ora di contrastare con una radicale inversione di rotta e con un' accentuazione dei valori tradizionali della sinistra tedesca. La difesa del welfare, i diritti dei lavoratori e un consenso sociale basato su di una tassazione solidale. Una linea politica che potrebbe riesumare il vecchio bipolarismo tra centrosinistra e centrodestra.

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