SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI
DAGONOTA
Berlusconi non è in pericolo nonostante i rumori che si sono diffusi nella giornata di ieri ma sicuramente la sua capacità di fare politica in prima persona è definitivamente tramontata . E ‘ la fine di un epoca che lascerà segni nella politica e nel costume di questo nostro disgraziato Paese.
Nell’immediato nei palazzi del potere si cerca di capire che succede e succederà in quello che resta di Forza Italia (poca roba) e del mondo cui fa rifermento (che invece è ben più significativo). Una questione che ha riflessi politici immediati anche per le scelte che a breve dovrà fare Salvini.
TOTI MELONI SALVINI
Intanto una cosa è certa, con Taiani Forza Italia non va da nessuna parte e lo stesso può dirsi anche della Carfagna che alla fine non è mai riuscita ad elevarsi ad una dimensione di leader nazionale. Toti ci prova a creare un partito liberal-moderato di sostegno al sovranismo di Salvini ma è davvero troppo modesto e locale per avere un qualche spazio di riuscita.
urbano cairo silvio berlusconi
L’esperimento più interessante lo sta tentando in Sicilia Micciché (che è tutto dire) , una rivisitazione in salsa Gattopardo del patto del Nazareno. Ma anche qui, l’uomo è talmente screditato che difficilmente avrà un seguito nazionale. Sullo sfondo si agita tanto Urbano Cairo che più nega di essere interessato alla politica e più agisce per allacciare una rete che potrebbe essere pronta per le prossime politiche (soprattutto se saranno almeno tra un anno).
Cairo o non Cairo, quello che gira negli ambienti di potere che negli ultimi anni hanno guardato a Forza Italia (settori dell’industria, della banche, della pubblica amministrazione) è di dar vita, dopo le Europee, ad un contenitore (Italia Liberale) in cui far confluire Forza Italia e tutte le sigle politiche - e anche associative - neocentriste e naturalmente quel pezzo di sinistra moderata che non ama Zingaretti e nemmeno Renzi.
berlusconi galliani allo stadio con urbano cairo in fondo
Il contenitore dovrebbe essere guidato da un triumvirato di uomini non provenienti dalla politica, uno per il Nord, uno per il Centro, uno per il Sud. L’ obiettivo è aggregare subito un soggetto politico che può valere tra 15 e il 20 per cento.