massimo cacciari
(ANSA) - MILANO, 16 DIC - Il dolore è fresco e "non è ancora il momento di parlare", anche perché "non si può ripercorrere la storia italiana con due parole". Ma è con Toni Negri che Massimo Cacciari iniziò il suo percorso politico e filosofico insieme ad altre esponenti dell'operaismo italiano. Compagni nelle lotte in Veneto negli anni '60, furono protagonisti di quella che lo stesso Cacciari ha definito come l'ultima stagione in cui è comparso "un marxismo creativo".
"Ho cominciato a fare filosofia e politica con lui sessanta anni fa" racconta all'ANSA Cacciari nel giorno della scomparsa di Toni Negri, uno dei maggiori teorici del marxismo operaista. "Poi ci sono state fasi diverse, ma Negri è un grande studioso di filosofia e di filosofia del diritto - ha aggiunto - che ha scritto libri importantissimi di rilievo internazionale".
toni negri
Qualche anno fa in un'intervista a Repubblica, Cacciari rivelò di aver rotto con Negri "quando pensò che il '68 fosse il preambolo della rivoluzione". È passata una vita dalle serate a Porto Marghera, punto di riferimento delle lotte negli anni '60, quando si apriva la sede del comitato agli operai che uscivano dalla fabbrica e si discuteva con loro. La stessa Marghera che fu teatro del loro ultimo faccia a faccia nel 2007, all'alba della nascita del Partito Democratico, al centro 'Rivolta' su invito di Luca Casarini, al tempo leader dei centri sociali del Nord-est.
TONI NEGRI
"Con il Pd siamo di fronte al partito delle elite" disse Negri. "Il Pd nasce per formare un asse riformista" replicò Cacciari. Anche su questo erano in disaccordo. Per Negri, non si trattava più di "una convergenza Pci-Dc degli anni '70, che era una cosa seria". Per Cacciari, invece, il Pd non nasceva per isolare, semmai "per dare stabilità alla sinistra", trovando, magari, un equilibrio tra le varie esigenze, anche quelle di autorganizzazione. Tentativi, però, "di imbrigliare e contenere le spinte conflittuali" per Negri. Cacciari lo rievoca come un grande intellettuale, con l'auspicio "che anche i suoi nemici ricordino il suo rilievo culturale".
toni negri
Negli ultimi anni "ci sentivamo - ha rivelato - anche se meno, visto che era Parigi". Adesso "si potrà discutere delle sue posizioni politiche, speriamo seriamente - ha proseguito Cacciari - e non soltanto sul piano della cronaca, nel quadro dei drammi e delle tragedie italiane degli anni '70 e '80". Oggi è solo il giorno del dolore "per un grande perdita" ma sulle loro divergenze e sul vissuto di quegli anni ci sarà tempo di parlare, "quando sarà il momento - ha concluso - ora non ne ho proprio voglia, abbiate pazienza...".