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CAFONAL: ANGELUCCI BATTE “MONETA” – AL TEMPIO DI ADRIANO IL MURDOCH ALLA GRICIA PRESENTA IL NUOVO INSERTO DI ECONOMIA, “MONETA”, CHE USCIRÀ ABBINATO A “GIORNALE”, “LIBERO” E “IL TEMPO” – PER IL LANCIO ACCORRONO TUTTI, TRANNE SALLUSTI E FELTRI. IN LORO ASSENZA, A SOVRINTENDERE ALL’ORGANIZZAZIONE DELL’EVENTO, CI HA PENSATO L’OCCHIO SEMPRE VIGILE DI MARIO SECHI – ARRUOLATI ANCHE GIORGETTI E DESCALZI – “MINZO” CON LA FIDANZATA BENEDETTA FRUCCI, BISIGNANI INCEROTTATO, CERNO CON QUALCHE CHILO IN MENO, MELANIA RIZZOLI: CHI C’ERA...
EDITORIA, DE PAOLINI (MONETA): "IN UN MOMENTO DI CRISI IMPORTANTE FARSI SENTIRE"
Estratto dell’articolo da www.adnkronos.com
osvaldo de paolini antonio angelucci
Una bussola per orientarsi nella tempesta dell’economia dei nostri giorni. Così è stato presentato a Roma, alla sala del Tempio di Adriano, il nuovo settimanale di economia ‘Moneta’, legato ai quotidiani ‘Il Giornale’, ‘Libero' e ‘Il Tempo’. La rivista del Gruppo Angelucci, diretta da Osvaldo De Paolini, si propone di parlare di problemi quotidiani legati all’economia per arrivare a più persone possibile.
Al lancio c’era un ricco parterre, tra cui il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, intervistati rispettivamente dal direttore del quotidiano ‘Libero’, Mario Sechi, e Tommaso Cerno, direttore del giornale ‘Il Tempo’.
antonio angelucci melania rizzoli (2)
“In un momento in cui c’è crisi dell’editoria ma necessità delle informazioni è importante farsi sentire presenti e far sentire la presenza di un giornale di carta”, ha spiegato a margine dell’evento il direttore De Paolini.
‘Moneta’ quindi nasce con l’obiettivo di “arrivare a tutti coloro che hanno interesse ad approfondire temi di economia - ha affermato De Paolini - essendo infatti un settimanale legato a giornali generalisti cercherà di essere più vicino ai problemi quotidiani ma sempre legati all’economia”.
In un momento di instabilità globale con la scure dei dazi americani che pende sulle produzioni europee, è “giusto creare una bussola per orientarsi”, ha aggiunto Nicola Speroni, amministratore unico del settimanale.
“La rivista vuole cercare di far comprendere e spiegare alla gente in modo abbastanza semplice e con un occhio particolare al mondo di risparmiatori, imprenditori di piccole e medie imprese che magari non hanno la ribalta che meritano quotidianamente”, ha concluso Speroni.
DESCALZI, SUI DAZI EVITARE UNA SPIRALE DI CONTROMISURE
augusto minzolini e benedetta frucci (3)
(ANSA) - "Trump può aver dato una scossa, ma secondo me bisogna essere vivi per sentirla. Se sei quasi nel torpore della morte difficilmente riesci a sentirla". Lo ha detto Claudio Decalzi, amministratore delegato dell'Eni, parlando dei dazi dell'amministrazione Usa e della risposta europea durante la presentazione del settimanale 'Moneta'.
Descalzi, sui dazi, ha invitato a "non entrare in una spirale di azioni e reazioni che possono fare del male a chi le fa". In Europa "abbiamo imposto dazi indiretti su tutta la parte di green deal con le regole e tasse importazione per le società non solo europee", ha detto Descalzi. Quando poi in Europa "si nota che dimezzare emissioni dimezza il Pil o dà stagnazione, vuol dire che c'è qualcosa che non torna".
"Non so - ha proseguito Descalzi - se può cambiare l'Europa. C'è uno stato amministrativo centralizzato lontano dalle persone che ha autorità, ma non responsabilità, che ha concepito queste cose negli ultimi 20 anni. Poi ci sono le persone, se non cambiano le persone difficilmente cambiano le direzioni.
L'attitudine a regolamentare cose che non sono neanche nate, solo perché sono state annunciate, è tipico della cultura europea degli ultimi 20 anni da quanto l'Europa ha cominciato ad appiattirsi e non crescere".
Sempre in tema di integrazione europea, Descalzi ha detto "siamo un gruppo di persone con culture, lingue, mix energetico diverso, costi e logiche differenti" che "si concentra a Bruxelles che ha un'autorità. Però poi quando l'autorità non è equipollente alla responsabilità si possono fare errori. Chi paga gli errori? sono gli Stati che devono applicare delle regole".
Descalzi si è detto scettico anche sulla possibilità di una politica energetica comune europea: "secondo me sono parole e rimarranno tali". L'Europa - ha detto - non ha mai avuto un progetto di sicurezza energetica, un piano. E' molto difficile perché hai una differenziazione di diversi tipi di energia. L'Europa si è accorta di avere un problema energetico dopo la guerra con la Russia. Tutto questo si traduce in costi".
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