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Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
(ANSA) - 'Pubblico, vogliamo parlarci chiaro. In 17 anni di regime libero hai imparato molte cose. Oramai non ti lasci gabbare dalle frasi. Sai leggere fra le righe e conosci il valore delle gonfie dichiarazioni e delle declamazioni solenni d'altri tempi. La tua educazione politica e' matura'. Cosi', il 5-6 marzo 1876, recitava l'editoriale del primo numero del Corriere della Sera. Costava pochi centesimi, ma con la firma del suo direttore Eugenio Torelli Viollier era destinato a diventare il piu' importante quotidiano nazionale.
Oggi, Fondazione Corriere della Sera e Rcs Libri hanno raccolto quel racconto lungo piu' di un secolo nella Storia del Corriere della Sera, opera a cura di Ernesto Galli Della Loggia, che da 1876 fino al 1992, all'alba di Mani Pulite, ne ripercorre le battaglie, gli articoli che hanno lasciato il segno, le firme illustri, da D'Annunzio alla Fallaci.
'Una storia d'Italia in controluce in cui Roma e' vista con occhi milanesi', racconta Piergaetano Marchetti, presidente Rcs, illustrando i primi due volumi in uscita dell'opera: Il Corriere ottocentesco di Angelo Varni, corredato dei Documenti 1876-199 a cura di Alberto Malfitano; e Il Corriere di Albertini di Simona Colarizi con i Documenti 1900-1925 a cura di Lorenzo Benadusi.
Sono gli anni in cui il quotidiano sfido' regimi e concorrenza, in cui la penna acuminata di Salvemini attaccava Giolitti, 'il Ministro della malavita', ricorda l'ex direttore Paolo Mieli, e in cui da poche copie si arrivo' a toccare le 500 mila. E gia' nel 1923, quando il Corriere veniva bruciato nelle piazze, oggi si riscopre che il direttore Albertini sognava un'opera che raccontasse la storia del giornale, che, prosegue Marchetti, ha il merito di 'non avere steccati', luogo dove 'ospitiamo scrittori e giornalisti di altri editori, perche' l'apertura e' il modo migliore per affermare i propri prodotti.
Il futuro digitale - aggiunge - non puo' significare la fine della storia, ma anzi richiede cura della memoria. Perche' senza storia, il futuro, anche digitale, non ha il senso che potrebbe avere'. Completeranno l'opera il volume di Giovanni Belardelli e Cristina Baldassini (1926-1945) e l'ultimo di Ernesto Galli Della Loggia con Claudia Mantovani (1946-1992).
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