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    CAFONALINO CINEMATOGRAFARO - COSA UNISCE CONTE CON ZINGARETTI, LA LEGHISTA BORGONZONI E CONFINDUSTRIA? IL RAPPORTO ANICA SULL'IMPATTO DI CINEMA E AUDIOVISIVO PRESENTATO DA RUTELLI: ''IL SETTORE OCCUPA 173MILA PERSONE TRA IMPIEGHI DIRETTI E INDIRETTI. NELLA CLASSIFICA MONDIALE, NONOSTANTE LA CRISI ECONOMICA, L'ITALIA È NONA, CON UN EXPORT PARI A 890 MILIONI DI EURO'' - LUCA BERGAMO E SILVIA COSTA, MACCANICO E CONFALONIERI


     
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    Francesca Pierleoni per l'ANSA

     

    riccardo tozzi riccardo tozzi

    Per l'industria audiovisiva, "un settore strategico per il Paese, il governo deve ambire a svolgere un ruolo di facilitatore con regole che consentano una crescita sostenibile per valorizzare l'intera filiera". Lo dice il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla presentazione a Roma del Rapporto "Cinema e Audiovisivo: l'impatto per l'occupazione e la crescita in Italia", prima ricerca condotta del Centro Studi di Confindustria per Anica. Dai numeri emerge l'immagine di un comparto dove la produttività è molto alta, tanto che nella classifica mondiale dell'audiovisivo, nonostante la crisi economica, l'Italia è nona, con un export pari a 890 milioni di euro, molto superiore all'import settoriale, di 120 milioni.

     

    Il settore occupa quasi 8500 imprese, con un totale di 61 mila posti di lavoro diretti, mentre nelle filiere connesse, ne sono attivati quasi il doppio, 112 mila, per un totale, tra diretti e indiretti di 173 mila posti di lavoro, con una componente di giovani e donne più alta della media nazionale.

    pubblico pubblico

     

    "Bisogna fare in modo che le nostre imprese non siano target di iniziative predatorie - aggiunge il premier -. L'effetto moltiplicatore degli investimenti pubblici nel settore è molto rilevante, secondo solo al settore delle costruzioni". Nel decreto crescita "ci sono misure che favoriranno lo sviluppo dimensionale e tecnologico del settore, che può garantire futuro".

     

    Parole ricettive della richiesta, in apertura dell'incontro, da parte di Francesco Rutelli, presidente dell'Anica, a nome delle industrie dell'audiovisivo "di avere da parte del governo, del Parlamento, dei regolatori, certezze per poter investire e competere a fronte di aggregazioni enormi che rischiano di colonizzare il Paese se si facesse trovare impreparato".

    nicola zingaretti nicola zingaretti

     

    Vanno sostenute, aggiunge Rutelli, "la localizzazione degli investimenti in Italia, evitare incertezze e lungaggini normative, regolare i diritti e i doveri dei nuovi campioni dello streaming, tutelare la proprietà intellettuale di chi crea, stroncare pirateria e crimini informatici, difendere e promuovere le capacità produttive italiane, far crescere l'occupazione legata a questa filiera".

     

    luca bergamo luca bergamo

    Nicola Zingaretti, ricorda che il Lazio "è la regione leader nell'audiovisivo in Italia e seconda in Europa" e sottolinea che "con politiche innovatrici i risultati si vedono". E' fondamentale "il dialogo tra tutte le parti della filiera" dice il Sottosegretario ai beni Culturali Lucia Borgonzoni, annunciando "che dopo Pasqua ma probabilmente già dalla prossima settimana, riapriamo la finestra del tax credit. C'è bisogno di trovare altri soldi, e su questo siamo lavorando. L'apertura del premier Conte stamattina mi fa ben sperare".

    giuseppe conte giuseppe conte

     

    Ad arricchire la panoramica sul settore, gli interventi di tutte le parti della filiera, da un autore e produttore come Matteo Rovere (che sta lavorando alla serie tratta dal suo ultimo film, Il primo re) a Luca Josi, direttore Brand Strategy, Media & Multimedia Entertainment di TIM, da Silvia Costa che ha portato avanti la battaglia per la direttiva europea sul copyright a Luca Bergamo, Vicesindaco e Assessore alla Crescita Culturale di Roma Capitale.

     

    Fra i pericoli maggiori per il settore c'è la pirateria, "un fenomeno in crescita" sottolinea Nicola Maccanico, Executive Vice President Programming Sky Italia. E servono regole chiare per le piattaforme, che per Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, "sono i predatori, nel mercato della pubblicità hanno portato via 3-4 miliardi, il che ha impoverito molto la nostra possibilità di competere".

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