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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Marzia Apice per l'ANSA
Italiani, brava gente: chissà se il mito sia realtà o solo una frase fatta, ma di certo è un popolo alle prese con tante contraddizioni quello che Roberto Napoletano ha fotografato nel suo libro ''Viaggio in Italia. I luoghi, le emozioni, il coraggio di un Paese che soffre ma non si arrende'', edito da Rizzoli.
Tre anni di lavoro ci sono voluti per scrivere questo affresco tutto italiano, partendo proprio dalle lettere indirizzate al direttore del Sole 24 Ore nella rubrica domenicale Memorandum. ''Ho girato tra le macerie d'Italia perché per costruire il bene bisogna conoscere il male'', ha dichiarato Napoletano durante la presentazione del libro a Roma, ''il mio è stato un lavoro da cronista, per trovare quella speranza che è nelle radici cromosomiche di questo Paese''.
Se l'instabilità sembra governare l'Italia, non meno forte appare il senso di inquietudine che emerge dal libro: eppure in un panorama a volte addirittura desolante, niente resta immobile. ''Il Sud sta precipitando dimenticato, e pezzi importanti del Nord stanno degradando ai livelli del meridione'', ha continuato, aggiungendo però che ''se il Paese è caduto, i giovani hanno comunque voglia di una buona politica, e molti di loro si sono affermati nel mondo dopo aver studiato nelle nostre scuole, quelle stesse che cadono a pezzi''.
A oltre 50 anni dal celebre reportage in cui Guido Piovene raccontò l'Italia in evoluzione del boom economico, Napoletano si muove dunque in lungo e in largo per lo Stivale, da Trento fino a Pantelleria, concentrando la sua attenzione su grandi città come Roma, Napoli e Milano, ma anche su persone comuni e luoghi non famosi. Certo che proprio lì dove la fama non arriva si concentri il Paese reale.
Il risultato è un libro composito, che se per Raffaele La Capria, intervenuto alla presentazione, appare ''terapeutico e socratico, nel suo cercare vie d'uscita'', per Paolo Di Paolo riesce a ''fare i conti con le generazioni dei padri e dei nonni''. Ed è proprio con le parole dei tanti interlocutori incontrati dall'autore che il racconto assume i toni più autentici. Se c'è ancora spazio per la speranza, si tratta di un sentimento non rassegnato agli eventi, ma sano, che spinge all'azione.
Perché, come ha scritto Napoletano, ''per costruire fiducia serve il coraggio di dire la verità ''. Questo è dunque un viaggio dai colori cangianti, in cui prende corpo un ottimismo non cieco, ma al contrario lucido e consapevole delle tante storture di questa Italia del XXI secolo. Un'Italia che gli italiani devono riprendersi.
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