Gennaro Sangiuliano, Trump – Il presidente contro tutti, Mondadori
Introduzione
SANGIULIANO LIBRO TRUMP
Quando il 16 giugno 2015 il “palazzinaro” Donald Trump scendendo una delle scintillanti e dorate scale mobili della Trump Tower annuncia la sua candidatura a Presidente degli Stati Uniti, tutto il mainstream, il circolo mediatico dominante, liquida questo evento come una trovata pubblicitaria del miliardario che ha fatto del suo nome un brand.
Rozzo, incolto, arrogante, sessista, per la stragrande maggioranza dei commentatori è il concentrato del peggio e non ha alcuna possibilità di vincere. Il giornalista Nate Silver scrive che «per Trump è più probabile giocare una finale di NBA che di ottenere la nomination dei repubblicani». Lui incurante delle critiche e della sufficienza con cui viene liquidato affida a Twitter quello che sarà lo slogan vincente della sua campagna elettorale: «Make America Great Again».
GENNARO SANGIULIANO
Fa eccezione il regista Michael Moore, premio Oscar nel 2003 e autore del documentario «TrumpLand» scrive: «Questo disgraziato, ignorante e pericolo pagliaccio part time e sociopatico a tempo pieno sarà il nostro prossimo presidente». E di recente Michael Moore ha scritto che Trump sarà rieletto la prossima volta.
Donald Trump viene dipinto come «l’uomo nero», eppure, per certi versi, interpreta meglio di chiunque altro il sogno americano. Nato nel Queens, il più popolato dei borough di New York, da padre di origine tedesca e madre scozzese, ha saputo costruire un impero economico, che la rivista Forbes stima in 4 miliardi di dollari e che spazia dall’immobiliare, ai casinò di Atlantic City, agli alberghi di Las Vegas e ad alcuni format televisivi di successo, a cominciare dal reality show “The Apprentice”...
edifici con il nome trump 5
Tre matrimoni, cinque figli, decine di relazioni, alcune con donne famose come Carla Bruni. Trump è un ex democratico, che ha fatto fortuna grazie alla protezione dei big del partito democratico di New York, è infatti amico dei Clinton che hanno partecipato al suo terzo matrimonio.
Trump ha speso un terzo di quanto è costata la supermiliardaria campagna elettorale di Hillary Clinton, ha combattuto contro tutto l’establishment mediatico USA, «New York Times», «Washington Post», «Los Angeles Times» e «Chicago Tribune», si sono schierati compatti, con chiari endorsement, per Hillary Clinton. Così i grandi network televisivi CBS, NBC, ABC, e la CNN.
trump tower
Ha vinto facendo l’esatto contrario di quello che impongono i vademecum da politicamente corretto che condizionano le nostre vite. Mentre solitamente i candidati cercano il sostegno dell’establishment, lui ha massacrato i poteri forti, affermando quello che donne e uomini delle strada pensano ma non hanno la possibilità di dire. Ogni tentativo di spiegare l’ascesa politica di Donald Trump con le lenti convenzionali e le vecchie categorie, è destinato ad essere insufficiente.
bill e hillary clinton al matrimonio di donald e melania trump
Gennaro Sangiuliano ha scandagliato la vita di Donald Trump trasfondendo nella sua biografia fatti e circostanze inedite o mai raccontate. Un uomo è un uomo, con tratti negativi e aspetti positivi. Ogni tentativo di spiegare l’ascesa politica di Donald Trump con le lenti convenzionali e le vecchie categorie, è destinato ad essere insufficiente.
Estratto del libro
La guerra dei Trump
donald e ivana trump ad aspen
«Tu, cagna! Devi lasciare stare mio marito» urla Ivana. La signora Trump si alza dal tavolo dove è a pranzo con il marito Donald e si avvicina, con aria minacciosa, a un tavolo vicino, al quale è seduto un gruppo di giovani, tra cui la donna a cui è rivolta la frase. Bonnie è uno dei ristoranti più in vista di Aspen, la località turistica del Colorado, luogo di punta per le vacanze invernali di VIP e miliardari. È il 29 dicembre 1990 e tutta la New York che conta si è trasferita lì per festeggiare il capodanno.
donald trump e ivana
Le piste da sci sono affollate, così come i ristoranti. La prima reazione della giovane donna seduta al tavolo, è di stupore. Ma quando Ivana le urla di nuovo quella frase, «cagna, devi finirla», scatta in piedi e inizia una colluttazione. Le due si strattonano, forse partono anche dei calci, i camerieri intervengono a separarle. Ivana tira a sé anche la tovaglia di uno dei tavoli, facendo volare piatti e bicchieri. Sono entrambe alte, bionde, si somigliano vagamente, anche se i lineamenti della donna aggredita sono più gentili. Soprattutto, è molto più giovane.
donald trump con marla maples
La ragazza si chiama Marla Ann Maples, ha ventisette anni, è nata nel 1963 a Dalton, in Georgia, Stato del Sud. Asciutta, slanciata, è già stata reginetta di bellezza in vari concorsi locali. Figlia di una casalinga e di un imprenditore, Stanley Edward Maples, dopo la scuola si è trasferita a New York per tentare la carriera di modella e attrice. La «pesca della Georgia», come la cominciano a chiamare i giornali, mutuando il soprannome che si è guadagnata nei beauty contests, ha conosciuto Donald Trump un anno prima, nel 1989, e poco dopo è iniziata una relazione, all’inizio segreta, poi diventata di dominio pubblico, o quasi, da quando lui ha cominciato a farsi accompagnare ad Atlantic City agli eventi nei suoi casinò.
marla maples
Quel giorno, nel ristorante Bonnie, Marla e Ivana indossano la stessa elegante e costosa tuta da sci. È un caso oppure Donald, con un gaffe clamorosa, ha fatto il medesimo regalo a entrambe? Nel locale, a quell’ora, ci sono tante persone in vista dell’alta società newyorkese, quel litigio così plateale desta attenzione, in alcuni casi diverte. Lo scontro rischia di riaccendersi all’esterno, quando Ivana tenta una nuova carica. Alcuni dei turisti presenti ad Aspen riferiranno che in seguito Ivana – ex campionessa di sci – avesse anche cercato di raggiungere la rivale sulle piste. Ma questo episodio fa parte della mitologia fiorita nelle ore successive.
ivana trump (2)
Per i giornali, inutile sottolinearlo, questa storia è davvero succosa, molto più dei noiosi articoli sulla solidità economica dell’impero di Trump. Il primo a parlarne è un foglio locale, l’«Aspen Sojourner», ma la notizia corre e via telefono qualcuno avverte il «New York Post», che il giorno dopo sbatte tutto in prima pagina. Negli articoli interni si riporta una frase che Donald avrebbe riferito ad alcuni amici: «Marla, a letto, fa faville!».
Nei primi anni Novanta, alcuni passaggi problematici della sua vita imprenditoriale si intrecciano con altre difficoltà derivanti dalla sua vita privata, che Donald, tuttavia, sembra saper affrontare con una certa spavalderia. La crisi con Ivana, che presto sfocerà in una combattuta separazione, la relazione con Marla Ann Maples, la rivalità a colpi di velenose dichiarazioni tra le due donne, diventano uno degli appuntamenti fissi del gossip americano, e i giornali – non solo quelli scandalistici – ci imbastiscono pagine e pagine.
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È l’epoca in cui sugli schermi televisivi d’America, ma anche nel resto del mondo, impazzano due serie di successo, «Dallas» e «Dynasty», i cui ingredienti principali sono la ricchezza, i tradimenti in amore, il glamour. I protagonisti di queste soap fanno sognare milioni di persone che, in una società che gli studiosi hanno cominciato a definire edonistica e consumistica, ambiscono a diventare come loro, a voler vivere in quel tipo di mondo. Il «New York Post» apre addirittura una Trump-Hotline: «I newyorkesi dicano con chi stanno: se con Donald o Ivana» scrive il giornale. Nei quotidiani spuntano i «trumpologi», i cronisti che si dedicano esclusivamente a raccontare la «guerra dei Trump».
Ivana Trump Rossano Rubicondi - Copyright Pizzi
La crisi matrimoniale appassiona i lettori non solo per i pruriginosi risvolti sentimentali ma anche per le vaste implicazioni economiche. Gli avvocati di Donald tirano in ballo l’accordo pre matrimoniale in base al quale devono essere concessi a Ivana una villa regale in Connecticut, venticinque milioni di dollari e la custodia dei figli. Ma la donna si arma di una squadra di avvocati d’assalto e definisce «briciole» superate i termini di quel patto. I suoi legali formulano una controproposta con la quale chiedono centocinquanta milioni di dollari e, nientedimeno, la proprietà dell’Hotel Plaza.
LE TETTE DI MELANIA TRUMP
Del resto, un amico della coppia, intervistato dai giornali, dichiara: «A Ivana i venticinque milioni dell’accordo prematrimoniale non bastano neanche per il parrucchiere». Dal matrimonio sono nati tre figli, Donald Jr., Ivanka Marie, (nel 1981), ed Eric Frederick (nel 1984). Quando scoppia la guerra tra i genitori, i figli, ancora molto piccoli, restano con Ivana, ma la stravagante madre non sembra appassionarli, soprattutto la piccola Ivanka è attratta dal padre, col quale ama trascorrere molto tempo.
donal e ivanka trump
Due tabloid, il «New York Post» e «Newsday», scrivono anche di una «fiammata», breve ma intensa, con una top model italiana, Carla Bruni, conosciutissima e apprezzata per bellezza e stile nel jet-set internazionale, descritta come «la figlia di uno degli uomini più ricchi d’Europa», spesso presente a New York per lavoro.
carla bruni vintage
La Bruni, che diventerà anni dopo la moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy, all’epoca è una esuberante ventiquattrenne, di cui le cronache hanno già parlato per presunte relazioni con il chitarrista Eric Clapton e il leader dei Rolling Stones, Mick Jagger. L’incontro con la top model italiana assume presto i contorni di una «telenovela», che finisce immancabilmente sui giornali.
carla bruni nicolas sarkozy
In una lunga intervista al mensile «Vanity Fair», la Bruni smentisce la relazione con Trump: «Non ho mai pensato neanche di cominciare una storia con lui. Niente di niente». Ma Donald, che non digerisce una presa di posizione così netta, risponde con una lettera a «Vanity Fair» in cui dice di voler «raccontare tutta la verità». «Voleva che rompessi con Marla Maples e lei avrebbe lasciato Mick Jagger» scrive Donald.