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    MARE CRISTALLINO, SABBIA BIANCA…MA ALT! CALA BIRIOLA E’ A NUMERO CHIUSO! - QUESTO PARADISO DELLA SARDEGNA ORIENTALE E’ IL PRIMO A CONTINGENTARE GLI INGRESSI: "E’ NECESSARIO FERMARE L'ASSALTO" - E COSI' I BAGNANTI SI CONTANO ALLO SBARCO...


     
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    Nicola Pinna per “la Stampa”

     

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    Francesco e Antonella arrivano due minuti in ritardo. La spiaggia è già piena: i trecento fortunati di oggi sono arrivati prima del solito. Tra i turisti si è sparsa subito la voce: alle 10,30 del mattino Cala Biriola è già piena. Gli operatori che controllano l' ingresso sono inflessibili: il limite imposto dal sindaco non si può sforare. Francesco e Antonella reagiscono con fair-play e rimettono in moto il loro gommone: «Anche ieri ci abbiamo tentato inutilmente. Ma non ci scoraggiamo. Torneremo domani. Ora sfrutteremo la giornata in un' altra delle calette di questa straordinaria costa». Cala Biriola è una delle perle del gioiello costiero della Sardegna orientale. È lontano dalle grandi rotte turistiche, ma non è un luogo sconosciuto.  

     

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    Godersi questo spettacolo della natura non è semplice: da qui la strada asfaltata è lontana più di un' ora. Per arrivare a piedi si deve partire dal cuore del Supramonte, attraversando un sentiero di lecci e ginepri. È quasi un' impresa da super sportivi, eppure il viavai è continuo. L' alternativa è quella di sbarcare col gommone o di farsi accompagnare dai tanti barconi che salpano di continuo dal porto di Cala Gonone o da quello di Santa Maria Navarrese. Detto così sembra un angolo di paradiso non alla portata degli umani. E invece c' è sempre traffico. Anzi, ingorgo. «Per questo abbiamo deciso di limitare gli accessi - dice il sindaco di Baunei, Salvatore Corrias - I sindaci della Liguria hanno tentato istituire il numero chiuso nelle loro spiagge per gli ingorghi di autobus ai caselli autostradali. Qui la musica è più o meno la stessa, anche al mare non si arriva dall' autostrada. Anche qui c' è sempre l' ingorgo, ma in mare: troppe barche e troppa gente. C' è anche un problema di sicurezza».

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    Cala Biriola è una lingua di spiaggia bianchissima. Milioni di perline bianche e luccicanti che separano il mare cristallino da una scogliera che a guardarla vengono i capogiri. Nella costa orientale della Sardegna la montagna si affaccia sul Mar Tirreno e Cala Biriola è uno dei luoghi sacri in cui si celebra l' abbraccio dolce tra il mare e la terra. È l' unica spiaggia a numero chiuso d' Italia, dopo l' alt del prefetto ai sindaci della riviera ligure. Non lontano da qui c' è un' altra area con accesso limitato: è l' oasi di Biderosa, dove però il limite riguarda le auto. «Lo spazio, come vedete, è ridotto, ma in certi giorni qui sono arrivate 1500 persone - puntualizza il sindaco - La situazione rischiava di degenerare. Cosa accade se la spiaggia è affollata e dalla scogliera viene giù un masso, anche piccolo?

     

    Tra l' altro c' è anche un problema ambientale: questo è un ecosistema molto delicato, è un sito di interesse comunitario e anche per questo abbiamo stabilito il numero chiuso».

    spiagge affollate spiagge affollate

    Per evitare l' ingorgo il Comune e gli operatori turistici hanno provato a studiare le fasce orarie per accompagnare i turisti fin qui, ma gli escursionisti che arrivano per conto proprio sfuggono all' organizzazione. Giovanni, Angela e i loro figli stamattina sono entrati per ultimi: «È stato come tagliare il traguardo alla maratona - raccontano - Da anni sognavamo di venire in questa spiaggia. Avevamo visto le foto su Internet e così abbiamo deciso di organizzare l' escursione. Siamo partiti presto dalla provincia di Cagliari ma non sapevamo che era stato istituito il numero chiuso. Riuscire a entrare è stato quasi un miracolo, ci dispiace per gli altri che sono stati costretti ad andar via».

     

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    Mauro Moro e Sergio Porcu sono i due operatori che oggi devono controllare gli sbarchi e anche il sentiero che arriva dal cuore della montagna. «Nessuno protesta perché tutti hanno capito che il numero chiuso ha la finalità precisa di tutelare questo patrimonio - raccontano - Non ci limitiamo a contare tutti quelli che arrivano, sia via mare che via terra, noi spieghiamo quali sono le regole da rispettare e anche le ragioni per le quali è necessario limitare gli accessi. I barconi hanno modificato le tappe e gli orari delle loro gite e così riusciamo a rispettare il limite massimo imposto dall' ordinanza. Per i trecento che ogni giorno possono entrare qui direi che è davvero un bel privilegio».

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