Alessandra Ghisleri per “la Stampa”
Gualtieri Conte
E adesso cosa può accadere nel nostro Paese dopo che le situazioni e le esigenze particolari di ogni cittadino sono ancora sospese nel limbo delle decisioni del governo e dell'Europa? Come conferma l'ultimo sondaggio Euromedia Research, il governo rischia di essere sepolto da una valanga di richieste e istanze che spaziano nelle più varie materie ministeriali. Nonostante un indice di fiducia nel presidente del Consiglio Giuseppe Conte al 43,4% (-0,9% rispetto alla scorsa settimana) e quello del governo al 34,2% (-0,4% in una settimana), esiste la consapevolezza nell'elettorato italiano, a tratti neppure malcelata, di una sottile linea di crisi, anche per una ragione elementare: essere all'altezza della situazione odierna significa fare alcune cose in maniera rapida e tempestiva.
conte gualtieri
Il significato dell'oggi sembra sfuggire di fronte alle grandi promesse nei confronti del futuro. Le persone vivono nel presente e si sentono ignorate nelle loro individuali necessità. Oggi più che mai è incomprensibile ai più che non ci siano risposte dirette ed efficaci rispetto alle promesse elencate nei diversi interventi mediatici e social di tutti i rappresentanti dell'esecutivo e delle istituzioni.
È evidente che più passa il tempo e più si sta perdendo l'occasione di sfruttare quella che si potrebbe chiamare cultura della sperimentazione che promette di allocare risorse in maniera diretta più efficiente e rapida rispetto ai numeri e alle richieste legittimate. Insomma, essere più pragmatici e meno ideologici e per questo più trasparenti, utili, controllabili e auspicabilmente più partecipanti permetterebbe all'opinione di pubblica di non sentirsi ignorata e lontana.
alessandra ghisleri foto di bacco (1)
Gli elettori hanno compreso che nell'ombra dell'emergenza Covid 19, è cresciuto un forte conflitto politico per accreditare o screditare il proprio nemico. Una marea di polemiche che hanno coinvolto tutti dalla gestione pubblica a livello nazionale fino a quella locale, spesso aiutate dal proliferare di fake news, ma che hanno escluso un solo attore: il cittadino.
Non ci si può concentrare su una sola realtà, perché si rischia di alimentare la rabbia sociale accendendo quei focolai che alimentano i conflitti. Ora è chiaro che tutto questo mette in grave difficoltà il premier e la maggioranza perché non si può più sfuggire al tempo che incessante batte i suoi colpi. In questa situazione di impasse la paura, che è stata la grande protagonista degli ultimi 100 giorni, ha fatto ben comprendere al cittadino di essere stato lasciato praticamente del tutto solo di fronte alle sue necessità.
E così in una complicata situazione decisionale, perché molte sono le informazioni e le valutazioni da mettere insieme, risulta più semplice per ciascuno di noi affidarsi alle proprie emozioni nei giudizi, nelle percezioni e nelle nostre opinioni.
MATTARELLA IN VISITA ALLA START UP KONG
Il gap tra politica, istituzioni e cittadini si fa sempre più ampio in maniera inversamente proporzionale rispetto ai valori che registra l'indice di fiducia nelle istituzioni. Un importante quota di elettori per esempio fatica a intendere che le regole costituzionali impediscono al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di farsi personalmente carico di decisioni che spettano in prima battuta al governo e al parlamento. E così stanno cadendo uno dopo l'altro tutti i punti fermi: non solo nella politica ma anche nei corpi intermedi e nelle istituzioni, anche la Chiesa coinvolta nei suoi scandali, ultimo quello del palazzo a Londra - a esclusione di Papa Francesco che rimane un punto saldo riconosciuto -, sta via via perdendo la sua credibilità nei confronti anche dei suoi fedeli attestandosi al 34,1% nel ranking della fiducia nazionale.
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI SELFIE IN PIAZZA
Per non parlare della magistratura, alle prese con i traffici sulle nomine e lo scandalo Palamara, che con un meno 12,3% oggi scende nella scala delle valutazioni registrando un indice di fiducia pari al 26,4%. Nessuno rimane escluso. I cittadini si dichiarano stressati e con i conti in rosso e sembrano riflettere in pieno lo stato dell'intero Paese.
Così oggi se il 47,8% degli italiani boccia l'operato del governo, ben il 61,2% non promuove le opposizioni incapaci di far prevalere una loro linea di coesione costruttiva. Il paradosso è che la gente nel suo disperato bisogno di avere dei fatti concreti punisce il governo che non glieli dà, ma è ancora più insoddisfatta delle opposizioni che nel loro insieme si limitano a cavalcare le delusioni per fini elettorali senza contribuire a dare uno sfogo costruttivo e contributivo. Ci si scopre così arrabbiati con gli arrabbiati, scontenti con gli scontenti, in difficoltà di fronte alle sceneggiate politiche. Il desiderio corre in un'unica direzione: i fatti.