Da “Circo Massimo - Radio Capital”
carlo calenda (2)
"Lo appoggerò, è il mio candidato": Carlo Calenda si schiera apertamente con Marco Minniti, sceso in campo per le primarie del PD. A Circo Massimo, su Radio Capital, l'ex ministro dello sviluppo economico loda il lavoro del suo collega di governo: "Ha gestito un'emergenza incredibile, e l'ha fatto con grande capacità. Si è preso un carico di responsabilità significativo. Ma detto questo", puntualizza Calenda, "né Minniti, né Zingaretti, né Martina faranno la differenza: alla fine andrà costruito un fronte molto più ampio per le Europee, quello che io chiamo fronte repubblicano.
maurizio martina marco minniti
Oggi quelli che sono disponibili a votare PD sono relativamente pochi". Per Minniti, se nessuno dei candidati alle primarie dovesse arrivare al 51% "sarebbe uno scacco": "Sarebbe un grosso problema", riconosce Calenda, che parlando dell'eventuale candidatura del segretario reggente Martina dice "dovrebbe rinunciare, sarebbe meglio".
E Renzi? "Sarebbe un'assurdità fare un'altro partito", dice l'ex ministro, "Una scissione sarebbe inspiegabile, ma non credo che farà una cosa del genere: può giocare ancora un ruolo importante in modo trasparente".
marco bentivogli carlo calenda
Il pallino del gioco, però, resta in mano a Lega e Movimento 5 Stelle. Ma il governo, secondo Calenda, "chiuderà prima del tempo, penso dopo le Europee". "L'Europa era pronta a darci un 2% di deficit. Di Maio e Salvini hanno voluto forzare per uno 0,4% in più, facendo impennare lo spread, costruendo una premessa per una procedura d'infrazione sul debito e usando toni sempre più aggressivi.
calenda renzi
L'ha spiegato candidamente Salvini, dicendo che 60 milioni di italiani insorgeranno in caso di multa dall'Europa. È un attore che va in giro a dire quello che i cittadini vogliono sentirsi dire. E sta facendo campagna elettorale", dice Calenda, "La più costosa della storia d'Italia. Ci costerà una ventina di miliardi.
marco minniti (8)
Una completa follia. All'inizio dell'anno prossimo", continua, "l'Italia entrerà vicina alla soglia di recessione, e questo costruirà un meccanismo pericolosissimo. Sarà un quadro di tempesta perfetta".
Il governo sta lavorando allo scorporo della rete TIM con movimenti che però Calenda Boccia: "L'abbiamo iniziato noi, prima con la golden power su Tim poi col lavoro fatto con Agcom. La differenza è che quello che stavamo perseguendo noi era a costo zero mentre quello che vuole fare il governo è espropriare la rete a Tim che costerebbe tra i 20 e i 35 miliardi: è una roba folle, ammesso che si possa fare. Si copia e si copia male. Così come l'hanno descritto non lo faranno mai", conclude Calenda, "perchè i soldi non ce li hanno. Sono dilettanti allo sbaraglio".
walter veltroni marco minniti angelo becciu gianni letta calenda vignetta