Carlotta Scozzari per https://it.businessinsider.com/
marcello veronesi, irina shayk e sandro veronesi
Fondato a Verona nel 1986 da Sandro Veronesi, il gruppo Calzedonia oggi fattura qualcosa come 2,4 miliardi di euro. Trentaquattro anni di diversificazione del business e delle attività, dai calzini all’intimo passando per gli abiti da sposa, i filati e il vino, che hanno consentito al presidente, amministratore delegato e primo azionista, Veronesi appunto, di scalare la classifica dei miliardari di Forbes.
Al punto che oggi l’imprenditore nato ad Ala (Trento) nel 1959, con una ricchezza stimata in 1,8 miliardi di dollari al marzo 2019 (ma già cresciuta a 2,4 miliardi al febbraio 2020), staziona al ventitreesimo posto tra gli italiani più ricchi del mondo (il primo della classifica è Giovanni Ferrero, seguito da Leonardo Del Vecchio).
fatturato del gruppo calzedonia 2010 2018
julia roberts sandro veronesi calzedonia
Più precisamente, come annunciato a fine gennaio dalla stessa società, nel 2019 il fatturato complessivo del gruppo con quartier generale a Dossobuono di Villafranca (Verona) è stato di 2.411 milioni, in aumento del 4,7% rispetto al 2018 e con la maggior parte delle entrate, corrispondenti a una porzione del 56%, in arrivo dall’estero. I negozi del gruppo, nel 2019 sono cresciuti di 188 unità, 138 delle quali all’estero con in testa Cina, Russia, Francia, Germania, Giappone e Usa. Per questo motivo c’è da ritenere che i conti del 2020 di Calzedonia potrebbero risentire della diffusione, almeno nei primi scorci di quest’anno, del coronavirus cinese.
irina shayk intimissimi
sandro veronesi calzedonia 1
In attesa di scoprirlo e in attesa di potere consultare il bilancio del 2019 (al momento non ancora disponibile), quello del 2018 fornisce una fotografia accurata di un gruppo molto diversificato. Nel 2018, il fatturato complessivo si era attestato a 2.303 milioni. In una intervista al sito di moda Pambianco, l’ad Veronesi riferiva che il dato risultava in crescita del 2% sull’anno prima, ma dal bilancio del gruppo emerge invece una lieve flessione, nell’ordine dello 0,5%, rispetto ai 2.314 milioni del 2017.
julia roberts testimonial calzedonia irina shayk intimissimi 1
Crescita o meno, che il dato sul fatturato non entusiasmasse particolarmente il fondatore del gruppo veniva fuori in maniera abbastanza evidente nell’intervista: “Miriamo a mettere a segno una crescita migliore rispetto a quella del 2018”, diceva infatti Veronesi con riferimento al 2019. Anno in cui appunto, come visto, il giro d’affari è cresciuto. Tornando al 2018, il margine operativo lordo (ebitda) era stato di 478 milioni e l’utile netto finale di 237 milioni, in calo dai 249 del 2017.
JULIA ROBERTS CALZEDONIA
risultati economici del gruppo calzedonia 2010 2018
Con ogni probabilità a fronte dei profitti realizzati nel 2017, la Calzedonia Holding spa nel 2018 ha deliberato e distribuito 10 milioni di dividendi ai soci, quindi principalmente al presidente e ad Veronesi. Sempre nel 2018, le cedole percepite dalle controllate sono invece ammontate a 18,5 milioni.
sandro veronesi e irina shayk all'apertura di un punto vendita falconeri a new york
In termini di contributo al fatturato, l’Italia è calata costantemente dal 2010 a oggi, passando dal 64,3% di dieci anni fa al 45% del 2018. In parallelo e nello stesso periodo, l’incidenza della voce “paesi europei” è cresciuta dal 35,5% a quasi il 52%, mentre il resto del mondo è passato da un insignificante 0,2% al 3,1 per cento. Non viene invece fornita la ripartizione del fatturato sui diversi marchi, ossia quello di calze e costumi da bagno che dà il nome al gruppo, quelli di intimo Tezenis e Intimissimi, quello di filati Falconeri, quello di abiti da cerimonie Atelier Emé oltre che la catena di degustazione di vino Signorvino.
irina shayk sandro veronesi
Al contrario, viene fornita la suddivisione dei negozi per marchio: nel 2018, 2.147 punti vendita risultavano a marchio Calzedonia (583 in Italia e 1.564 all’estero), 1.518 a marchio Intimissimi (496 in Italia e 1.022 oltre confine), 638 col brand Tezenis (336 nel nostro paese e 302 in territorio straniero), 15 negozi Signorvino tutti in Italia e 40 Atelier Emé, di cui uno soltanto all’estero.
ana beatriz barros, katsia zingarevich, bianca balti, irina shayk e blanca suarez a intimissimi on ice opera pop all'arena di verona
A fine 2018, lavoravano nel gruppo Calzedonia 36.653 dipendenti in totale, ossia 2.516 in più rispetto all’anno prima. “Mi sembra di ricordare che l’80 o l’85% della nostra forza lavoro in azienda sia femminile – affermava Veronesi in una intervista video del 2012 – un po’ per necessità perché facciamo prodotti che capiscono le donne e quindi che consumano le donne e devono essere anche pensati, disegnati, prodotti e comunicati da donne. Un po’ devo dire che son contento del lavoro delle donne che forse hanno più senso pratico. Cerchiamo di aiutarle con l’asilo aziendale e l’organizzazione del lavoro ma prima di tutto c’è la loro passione per il lavoro. Se non c’è quella gli aiuti non sono sufficienti”.
costume con anelli calzedonia sandro veronesi calzedonia
Passando al debito del gruppo che opera principalmente nei settori delle calze e dell’intimo, alla fine del 2018 quello di breve risultava pari a quasi 39 milioni, di cui 25 verso banche e 11 verso finanziatori in leasing, mentre quello di lungo si attestava a 146,28 milioni, di cui quasi 41 verso banche e poco più di 103 milioni nei confronti di finanziatori in leasing. In totale, al 31 dicembre 2018, sul gruppo Calzedonia gravava un debito di circa 185 milioni.
JULIA ROBERTS CALZEDONIA SPOT
Alla voce “evoluzione prevedibile della gestione” il bilancio del 2018 della Calzedonia appare particolarmente cauto: “Si ritiene – vi si legge – di dover essere particolarmente prudenti nelle previsioni per l’anno in corso (il 2019, ndr). La strategia perseguita dal gruppo è principalmente focalizzata sullo sviluppo nei paesi in cui le crescite degli incassi sono risultate particolarmente promettenti, oltre a proseguire lo sviluppo commerciale negli Stati Uniti e in Asia”. Ma proprio dall’Asia, e dalla Cina in particolare dove la diffusione del coronavirus comincia a fare paura, potrebbero allungarsi ombre lunghe sui numeri del 2020.
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