Giuseppe Alberto Falci per il "Corriere della Sera"
MADIA SERRACCHIANI
A Montecitorio nessuno si aspetta un colpo di scena per la nuova capogruppo del Pd.
Sarà sfida a due: Debora Serracchiani versus Marianna Madia. E la prima dovrebbe prevalere sulla seconda. Nell' Aula dei gruppi è già tutto pronto.
La commissione elettorale sarà composta da Flavia Piccoli Nardelli, Piero Fassino e Barbara Pollastrini. Non è previsto alcun dibattito ma solo la votazione. La richiesta della Madia di poter presentare le candidature è stata respinta. Il seggio sarà aperto dalle 15 alle 18. Dopodiché si conoscerà il successore di Graziano Delrio che con molta probabilità sarà Serracchiani, forte dell' appoggio di Base riformista, di Area dem e di tutti i parlamentari vicini a Delrio e all' ex mozione Martina.
GRAZIANO DELRIO DEBORA SERRACCHIANI
Nonostante la lettera di sabato scorso in cui Madia ha dato della «cooptata mascherata» alla collega Serracchiani e nonostante c' è chi le avrebbe consigliato di ritirarsi, l' ex ministra conferma la candidatura. Madia potrà contare sul sostegno dei Giovani turchi, dell' area di Gianni Cuperlo, dei deputati vicini ad Andrea Orlando, più qualche parlamentare deluso da come è stato gestito questo passaggio.
«Sapete cosa c' è? - confida un deputato dem - Tutti i malumori della gestione Delrio si riverseranno su Marianna». Un malessere che potrebbe intercettare tra i quindici e i trenta deputati. Non a caso Walter Verini si appella alla Serracchiani e alla stessa Madia affinché «non facciano accordi di tipo correntizio e, se questi sono già stati stipulati, non li riconoscano o non li applichino».
MADIA SERRACCHIANI
Traduce un parlamentare: «Walter invia un messaggio a Debora del tipo: se poi metti come vice Piero De Luca, allora aveva ragione Marianna».
Nel frattempo Enrico Letta, che ha convocato per oggi la segreteria, ha continuato il ciclo di incontri con i partiti. Ieri si è confrontato con Antonio Tajani, oggi lo farà con Giorgia Meloni. Oggetto dell' incontro con il coordinatore di Forza Italia, definito «molto positivo e costruttivo», il sostegno convinto al governo Draghi e le riforme istituzionali. Letta e Tajani pensano che si debba convivere all' interno dell' esecutivo senza tensioni. Due gli obiettivi: far ripartire le imprese e attuare prima possibile il piano vaccinale.
simona malpezzi
E sempre ieri Letta è intervenuto alla presentazione del Rapporto annuale Ispi, iniziativa cui ha preso anche Matteo Salvini. Letta ha pungolato il leader della Lega: «Mi dichiaro anche io sovranista, ma sovranista europeo». E ancora: «La Lega entri nel Ppe». Replica di Salvini: «Se ci si chiede di entrare nel Ppe non si fa un buon servizio ».
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