Massimo Gaggi per il Corriere della Sera
camille paglia cover
«Questi ragazzi sono sottosviluppati sul piano dei rapporti sociali, sanno pochissimo della storia occidentale, mancano di senso della realtà: considerano la prosperità nella quale vivono, la società dell' aria condizionata, come un dato acquisito». Camille Paglia è un' intellettuale che non ha mai avuto paura di andare controcorrente e di usare una retorica ruvida fin dal suo primo libro, «Sexual Personae»: un' opera rifiutata da sette editori spaventati dal modo in cui l' autrice trattava il nervo scoperto dell' eterno conflitto tra maschilismo e femminilità nella civiltà occidentale, prima di essere pubblicato, nel 1990, da Yale University Press.
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Docente dal 1984 della University of the Arts di Filadelfia, Paglia è stata più volte al centro di polemiche culturali, ma nella primavera scorsa ha dovuto affrontare una vera rivolta dei suoi studenti. L' ala più radicale ha chiesto il suo licenziamento giudicandola poco solidale verso #metoo, il movimento che ha denunciato le violenze sulle donne e per un' intervista a Weekly Standard , una rivista culturale della destra americana, nella quale alcuni hanno letto una posizione discriminatoria di Camille nei confronti dei transgender.
Accusa curiosa, forse alimentata da dogmatismo ideologico, visto che la stessa Paglia si considera una trans («Non mi sono mai sentita donna, e nemmeno uomo, salvo quando, ad Halloween, mi travesto da torero, centurione romano o da Napoleone»).
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La richiesta di licenziamento è stata respinta a maggio dal presidente dell' università, David Yager, in nome della libertà di pensiero e dell' assenza di censure che deve distinguere il mondo accademico, luogo di discussione e confronto anche sui temi più controversi.
I contestatori non si sono placati: hanno continuato a chiedere almeno il divieto di vendere nel campus i suoi libri giudicati velenosi e la rinuncia ad avere Paglia come speaker nelle conferenze accademiche. La 72enne studiosa di origine italiana non si è spaventata, ha ribattuto colpo su colpo e ora espone i suoi duri giudizi sulle carenze umane e culturali delle giovani generazioni che popolano le accademie in un' intervista che il quotidiano Wall Street Journal pubblica proprio mentre gli studenti tornano negli atenei.
camille paglias
Giudizi duri ma non sprezzanti: la Paglia riflette anche sulle responsabilità della scuola e delle generazioni più anziane per il mutamento di un clima sociale nel quale non c' è più spazio per una presa di coscienza delle responsabilità di ogni individuo. La generazione uscita dalla Seconda guerra mondiale ha sempre avuto un contatto diretto, a volte penoso, con la realtà. Quella del baby boom è stata più ribelle ma si è esposta, ha rischiato in proprio. I giovani di oggi, secondo Paglia, sono stati fatti crescere in un ambiente più protetto, con meno contatti con la realtà fisica, anche a causa del diffondersi di tecnologie digitali ormai ubique che fanno da intercapedine tra individuo e mondo reale.
camille paglia
Alle istituzioni, come l' università, i giovani chiedono, forse inconsapevolmente, di essere tenuti al riparo dalla vita reale. Si definiscono anticapitalisti senza sapere che il benessere nel quale vivono, e che danno per scontato, è figlio dei capitalismo. Nei loro rapporti sociali hanno smarrito elementi di giudizio importanti come il linguaggio del corpo. E reagiscono con invocazioni alla correttezza politica e con minacce di scomunica a chi, come Camille Paglia, anziché condannare senza appello i comportamenti giudicati devianti, squaderna davanti a loro la vita, con i suoi angeli e i suoi demoni.