Antonio Barillà per “La Stampa”
serie a
Il delirio festoso di Buenos Aires è l’ultimo strascico d'un Mondiale bello e impossibile: tra due settimane tornerà il campionato, o forse inizierà un campionato nuovo, la Clausura
dopo l'Apertura come in molti Paesi centro-sudamericani. Non è mai successo che la
Serie A s'interrompesse per così tanto tempo - 52 giorni tra l'ultima giornata del 2022, giocata il 13 novembre, e la ripresa del 4 gennaio, per questo la continuità di rendimento è un enigma, la preparazione conterà quanto la tattica e forse più, senza dimenticare le scorie psicologiche dei campioni di ritorno dal Qatar.
Certo, le gerarchie restano scolpite: il Napoli ha un vantaggio cospicuo, una struttura
solida e una continuità di risultati che trascina oltre la sosta lo status di favorita, ma alle sue spalle, pur distaccate, Milan (-8), Juventus (-10), Inter e Lazio (-11) soffiano sul fuocherello della speranza.
serie a
Su tutti i bianconeri che nell'ultimo tratto dell'Apertura hanno infilato sei vittorie consecutive, segnando 12 gol senza subirne uno. Certo, bisognerà vedere se Allegri saprà davvero impermeabilizzare la squadra dai riflessi societari, ma la sua abilità nel trasmettere serenità è una garanzia, inoltre potrà compensare il sortilegio persistente degli infortuni con un Di Maria formato mondiale.
Al di là della spinta dei risultati bianconeri, comunque sub judice perché il bello (ma anche il brutto) della prima parte di campionato s'azzera per tutti, sperano d'avvicinarsi il Milan che rimane, per titolo di campione in carica e posizione di classifica,l'anti Napoli per eccellenza, più la Lazio che ha dimostrato la piena memorizzazione dell'Idea sarriana e l'Inter attardata rispetto alle previsioni però forte oggettivamente, quindi convinta giustamente di poter rosicchiare punti e arrampicarsi.
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Alla ripresa, sarà proprio la squadra di Simone Inzaghi ad avere tutti gli occhi addosso perché, ospitando il Napoli a San Siro, potrà dare linfa alle speranze proprie e d'ogni inseguitrice. Pioli a Salerno, Allegri a Cremona e Sarri a Lecce avranno compiti non scontati ma sulla carta meno gravosi di Spalletti, perciò è normale abbandonarsi a calcoli esogni: se i rossoneri dovessero salire a -5 e la Juve a -7, il Napoli rimarrebbe saldo in vetta ma apparirebbe meno irraggiungibile.
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Al contrario, un colpo azzurro nella partitissima cambierebbe scenario e stati d'animo, confermando la forza della capolista e smontando psicologicamente gli avversari. Tra i punti interrogativi dell'Inter anche il morale di Lautaro, esaltato per il Mondiale vinto ma intristito dalla titolarità sfilata da Alvarez, e di Lukaku che doveva essere l'arma in più del Belgio e invece ha tracciato un'impronta negativa con errori clamorosi nel match costato l'eliminazione. A favore del Napoli anche la presenza di calciatori in Qatar: con 5 convocati, meno della Juve e delle milanesi, 3 dei quali eliminati al primo turno, la preparazione bis è stata effettuata da un gruppo
appena intaccato.