TRINITA' DEI MONTI
Alessandra Paolini per “la Repubblica”
Sarà l’orchestra di Santa Cecilia, diretta da Sir Antonio Pappano, a riaprire la Scalinata di Trinità dei Monti che torna cangiante e splendente dopo quasi un anno di restauri. E ci saranno anche i fuochi d’artificio, che metaforicamente, a Roma, sono già stati lanciati da giorni provocando una valanga di polemiche.
Come evitare che quei 135 gradini di travertino, meraviglioso capolavoro settecentesco dell’architetto Francesco De Sanctis, diventino nuovamente un bivacco? Due le fazioni. C’è chi vorrebbe piazzare una bella cancellata davanti alla Scalinata durante la notte. E chi invece è convinto che la cultura non si possa ingabbiare. Così, mentre tutto è pronto per la grande serata del 21 settembre, quando Trinità dei Monti verrà inaugurata col nuovo maquillage tra le note della sinfonia del Barbiere di Siviglia di Rossini, in città si affilano le lame.
Il primo a sostenere la necessità di una barriera, seppure «non invasiva e amovibile», è Paolo Bulgari, presidente dell’omonima maison di gioielli, marchio romano famoso in tutto il mondo. È lui il mecenate che ha donato un milione e mezzo di euro per il restauro.
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Un restauro certosino andato avanti tutta l’estate sotto il solleone. E che ha visto, oltre alla ripulitura, anche il consolidamento delle lastre di alcuni gradini e dei parapetti. «La Scalinata di Trinità dei Monti è un monumento prezioso e fragile - spiega Bulgari - come tanti altri a Roma e in Italia. Non si può consentire che una volta rimessa a posto torni una cloaca a cielo aperto. Non si può lasciarla in mano ai barbari che lì mangiano, bevono, sporcano».
La lista delle schifezze spalmate sul travertino e rimossa dalle restauratrici è lunga. A cominciare dalle gomme da masticare. «Passeggiare sulla Scalinata è giusto - continua Bulgari - ma non è possibile utilizzarla come una gradinata dello stadio dove la gente sta seduta per ore, ubriacandosi e gettando i mozziconi di sigaretta. Abbiamo speso dei soldi, e ne siamo felici, ma, se non si prendono provvedimenti adeguati, tra pochi mesi sarà di nuovo uno scempio.
Una recinzione notturna, come quella posta a piazza Venezia ai piedi dell’Altare della Patria ad esempio, sarebbe la soluzione più giusta». D’accordo con Bulgari anche altri commercianti del centro. A cominciare da Gianni Battistoni, che con la sua boutique in via dei Condotti ha messo le cravatte al collo dei potenti di mezzo mondo.
PAOLO BULGARI
«Sui gradini bivaccano tutto il giorno i ragazzi stranieri che arrivano a Roma - dice - È diventato il loro punto di ritrovo. Non è un caso che i tifosi olandesi del Feyenoord, non più tardi di un anno fa, si sono dati appuntamento alla Barcaccia di piazza di Spagna per poi, ubriachi di birra, ridurre la fontana del Bernini in una discarica galleggiante».
Ma l’idea di una recinzione, seppur in vetro o in plexiglass da innalzare durante le ore notturne, non piace affatto al sovrintendente ai Beni culturali di Roma, Claudio Parisi Presicce. «Non si può preservare il patrimonio monumentale attraverso le cancellate - afferma - La Scalinata deve essere percorribile sia di giorno che di notte: è stata progettata e realizzata per questo, per dare la possibilità alla gente di passeggiare».
E lì sui gradini bianchi, scenografico raccordo tra le pendici del Pincio con la chiesa della Santissima Trinità e piazza di Spagna, anche Sotirio Bulgari, fondatore nel 1884 del marchio di gioielli faceva avanti e indietro. Abitava in via Sistina e aprì il negozio in via dei Condotti.
Un “casa e bottega” unico al mondo. Come unica è la Scalinata «che va protetta - continua il sovrintendente - aumentando i controlli. Bisogna lavorare sulla prevenzione a cominciare dall’educazione. I turisti si comportano male perché imitano quel che vedono fare ai romani. La frequentazione di un luogo non è un problema, il problema è il rispetto dei valori».
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