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    OLIO DI CANFORA – "CONTE? UN MAGGIORDOMO CHE PORTA IL CAFFE’ AL CONSIGLIO DEI MINISTRI SENZA COMANDARE NULLA - IL PD? UNA GRANDE ASSOCIAZIONE DI DON ABBONDI“ – BORDATE AL M5S SUL CASO DICIOTTI – E IERI IN UNA CONFERENZA SU AUGUSTO ALLA "RINASCENTE" TORNA A PARLARE DELLE “SIMILITUDINI CON IL FASCISMO DEL PERIODO CHE STIAMO VIVENDO”


     
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    Da www.ilfattoquotidiano.it

     

    LUCIANO CANFORA LUCIANO CANFORA

    Furiosa invettiva del sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano (M5s) durante la trasmissione Tagadà (La7) all’indirizzo della conduttrice, Tiziana Panella, e dello storico Luciano Canfora. Motivo della rabbia del pentastellato: l’intervento di Canfora, che non ha risparmiato bordate al Pd (“la cosiddetta opposizione mi sembra una grande associazione di Don Abbondi“) e al governo gialloverde.

     

     

     

    Il professore emerito di filologia greca e latina Canfora si è soffermato sulla figura del presidente del Consiglio, definito prima “una figura di contorno, una specie di maggiordomo che porta il caffè ogni tanto al Consiglio dei ministri senza comandare un bel nulla”, poi “Morfeo, dio del sonno”.

    LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

     

    Stoccate di Canfora anche al voto richiesto dai vertici M5s ai propri iscritti sulla piattaforma Rousseau in merito al caso Diciotti: “Hanno preso una decisione molto sbagliata, molto negativa e in parte suicida, facendo votare 50mila persone. E 50mila rispetto ai 10 milioni di italiani che hanno votato M5s sono una inezia. In più, hanno portato un argomento abbastanza ridicolo: la sicurezza del nostro Paese dipendeva da quelle 177 persone sulla nave Diciotti. Ma queste persone poi sono sbarcate e quindi la sicurezza del Paese non era in pericolo. La verità è che c’è stata tanta malafede. Loro non vogliono assolutamente abbandonare la poltrona e quindi accetteranno tutto fino in fondo”.

     

     

    LUCIANO CANFORA LUCIANO CANFORA

    Rabbiosa la reazione successiva di Di Stefano: “Ho assistito a una mezz’ora oggettivamente tragicomica per un servizio televisivo pubblico. Avete utilizzato un autodefinitosi filosofoche per mezz’ora, senza contraddittorio, definisce per ben due volte il presidente del Consiglio una marionetta, tra applausi forzati del pubblico. Lo ha descritto come un presidente del Consiglio che sarebbe una nullità nelle mani di due vicepresidenti del Consiglio, definiti sostanzialmente come due pazzi tra il fascismo e non so che cos’altro di peggio. Non parliamo con un filosofo, ma con un politico, quindi lo mettiamo al tavolo con altri politici che fanno un contraddittorio”.

    LUCIANO CANFORA LUCIANO CANFORA

     

    Panella risponde: “Per la precisione Canfora è uno storico”.“Lui si definisce filosofo, storico e quant’altro“, ribatte Di Stefano. La giornalista continua: “A me dispiace che dica questo, perché evidentemente non ci segue. Noi tutti i giorni apriamo con 10 minuti di intervista a un libero pensatore, che ha la sua visione delle cose. Talvolta sono lodi al M5s, altre volte alla Lega. Si chiamano ‘libere opinioni’“.

    “Dire che il presidente del Consiglio è una marionetta non è una libera opinione”, ribadisce il politico M5s.

     

     

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    CANFORA ALLA "RINASCENTE": MILLE PASSI ATTRAVERSO LA STORIA

    Augusto, la parabola del potere scaturito “da una rivoluzione” e approdato a una forma originale di “restaurazione”, l’immagine imperiale che ha ispirato il fascismo e "le similitudini con il Ventennio" del periodo che stiamo vivendo.

     

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    Non si fa mancare nulla Luciano Canfora nella sua lectio magistralis alla Rinascente di via del Tritone, nel secondo appuntamento del ciclo di conferenze “Mille passi attraverso Roma”. Dalla conquista del potere ai grandi progetti di lavori pubblici, lo storico e saggista ricostruisce la traversata del lungo governo di Augusto, “generale scadente ma politico abilissimo”. Si presentò come il restauratore della Repubblica ma non esitò a creare una nuova forma di potere personale definibile come principato. Gli intellettuali come strumento di consenso, l’immagine divinizzata del potere, Canfora parla anche di come il fascismo abbia scelto il modello imperiale augusteo nell’autorappresentazione del regime all’indomani della conquista dell’Etiopia. Immagini d’antan di Hitler e Mussolini davanti ai frammenti dell’Ara Pacis si mischiano ad altri reperti da cinegiornale Luce: “Abbiamo sentite musiche forse adatte al periodo che stiamo vivendo”, conclude Canfora che lancia strali contro gli annosi vizi della classe politica, quel “trasformismo e opportunismo, che vediamo tradursi nella quotidianità parlamentare da molti anni a questa parte”

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