MORALES
Rocco Cotroneo per corriere.it
evo morales
Si è conclusa in Bolivia l’era di Evo Morales, il presidente indio al potere da tredici anni. Dopo settimane di convulsioni nelle strade, seguite a una elezione presidenziale assai polemica, l’esercito ha infine deciso di abbandonare Morales, il quale ha annunciato le sue dimissioni. Il decollo improvviso dell’aereo presidenziale nella tarda serata di ieri ha fatto pensare per un paio d’ore a una fuga all’estero, poi smentita. Morales è riapparso in tv, accettando di uscire di scena pacificamente.
evo morales
L’ex sindacalista «cocalero» si era già piegato alla protesta, proponendo di convocare a breve nuove elezioni presidenziali e di nominare una nuova Corte Suprema. Ma non è stato sufficiente. L’opposizione ne ha chiesto la caduta immediata e l’uscita di scena totale. Ora probabilmente si svolgerà una nuova tornata elettorale senza di lui, ma con un candidato del suo schieramento.
Morales non cade perché sia stato un cattivo presidente, ma per eccesso di ambizione personale, in un Paese che dopo secoli di instabilità e decine di colpi di Stato, ha imparato ad apprezzare la democrazia e il pluralismo. Dopo tre mandati, è stato disastroso il tentativo di piegare la Costituzione ai propri interessi. Morales ha prima ignorato il risultato di un referendum che aveva detto no alla sua rielezione continua. Poi, al voto che si è svolto un mese fa e si era concluso con un testa a testa con il suo oppositore Carlos Mesa, ha condizionato le autorità elettorali ritardando la proclamazione del risultato. Fino a proclamarsi vincitore al primo turno.
morales
A quel punto la protesta è scoppiata in tutta la Bolivia, tra forti sospetti di brogli. Ci sono stati tre morti e numerosi feriti. Morales è stato via via abbandonato anche da movimenti sociali che ha avuto a fianco nella sua parabola, come gli studenti e i sindacati dei minatori. Osservatori internazionali e l’Unione europea hanno insistito con il governo affinché accettasse lo svolgimento di un secondo turno, con un ballottaggio tra Morales e Mesa. Dirompente per Morales infine la dichiarazione della Oea, l’Organizzazione degli Stati americani, secondo la quale, analizzati i dati elettorali è «statisticamente improbabile» che Morales abbia vinto al primo turno. Da qui la decisione del presidente di cedere e accettare nuove elezioni.
Ieri la giornata più convulsa. In varie città le forze di polizia si sono rifiutate di reprimere i manifestanti e ben sei ministri hanno presentato le dimissioni a Morales. Infine la posizione secca del capo delle Forze armate Williams Kaliman che ha «suggerito» a Morales di dimettersi come maniera per riportare in pace la Bolivia. Finale amaro, si diceva, perché a parte gli eccessi personalisti e alcune forme di autoritarismo Morales non è stato un cattivo presidente. A differenza del Venezuela, il Paese più ideologicamente affine, la Bolivia gode di una crescita economica molto solida da anni e di una riduzione significativa della povertà.
EVO MORALES CON LA MEDAGLIA E LA FASCIA PRESIDENZIALE PRIMA CHE FOSSERO RUBATE EVO MORALES SENZA LA MEDAGLIA DI SIMON BOLIVAR