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    “IL METAVERSO DI ZUCKERBERG? MIRA A CANCELLARE OGNI PENSIERO” - OTTAVIO CAPPELLANI: “STA VENENDO A GALLA UNA VERITÀ: LE CITTÀ SONO ORRIBILI E LE VECCHIE “FORME” PER RENDERE ACCETTABILE LA VITA OSSIA MUSEI, RESTAURANT, SALE DA BALLO, BORDELLI, CINEMA, TEATRI, NON REGGONO PIÙ LA BOTTA, E NEANCHE I NUOVI PASSATEMPO (SMARTPHONE, VIDEOGIOCHI, FACEBOOK, GRINDR, TINDER, TIK-TOK, NETFLIX) A BREVE BASTERANNO PIÙ A NASCONDERE LA LAMPANTE REALTÀ CHE ABITATE IN BOX DI CEMENTO, IN QUEI CANILI CHE CHIAMATE CASA. LO SO: LA VITA VERA È DIFFICILE. MA CHI VE LO FA FARE?”


     
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    CAPPELLANI CAPPELLANI

    Ottavio Cappellani per “la Sicilia”

     

    Be’, decidetevi, o il metaverso di Zuckerberg (un mondo virtuale ri-creato su internet dove si sposterà ogni forma di attività sociale, ricreativa, comunicativa, contemplativa, artistica, ludica) è una cosa buona e giusta sulla quale investire per creare un futuro luminoso e splendido e tecnologico e smart e alla moda, e allora dovete smetterla di considerare gli hikikomori (persone che si recludono affidando ogni forma di attività sociale, ricreativa, comunicativa, contemplativa, artistica e ludica al mondo virtuale ri-creato su internet) come malati di mente, oppure siete tutti pazzi e state creando un mondo di pazzi. Delle due l’una e tertium non datur.

     

    METAVERSO METAVERSO

    Perché qui, signori miei, sta venendo a galla una verità: le città sono orribili, vi abitano gli schiavi, e le vecchie “forme” per rendere accettabile una vita in questi campi di concentramento (“arbeit macht frei”), ossia design, musei, architettura, restaurant, sale da the, sale da ballo, bordelli, commercio, neon, piazze, parchi, ottoni, mise, palestre, saune, parquet, cinema, teatri, pasticcerie, non reggono più la botta, e neanche i nuovi passatempo, ossia smartphone, videogiochi, facebook, grindr, tinder, tik-tok, netflix e via discorrendo, a breve, non basteranno più a nascondere la lampante realtà che abitate in box di cemento, ossia garage, e che ogni “lusso” serve solo a dare una patina di ritinteggiata ai vostri box, ai vostri canili diciamo, che chiamate casa.

     

    METAVERSO METAVERSO

    Lo so: la vita vera è difficile, doversi confrontare ogni giorno con faccende tipo l’alba, il movimento dei pianeti, l’assurda e (quasi) incomprensibile esistenza stessa della materia (“perché c’è la materia e non il nulla?”), la vostra nascita e la vostra morte. Ma chi ve lo fa fare? L’esistenza cosiddetta “cittadina”, una sorta di “metaverso” a bassa tecnologia, non è altro che un eremitaggio senza contemplazione, una non-vita – Lo dico o non lo dico? Lo dico: la via occidentale al Nirvana.

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    Lavoro e distrazione, consumo e metaverso, la superficie che si fa personalità (l’avatar), sono mirati alla cancellazione di ogni pensiero, di ogni domanda. Ma qui sta il trucco: questa forma di suicidio in vita, di sogno (o incubo) che mira a sostituirsi alla insopportabile realtà, non è creata ad arte da un qualche potere forte, ma dall’hikikomori stesso, cioè da voi, che siete già hikikomori senza saperlo. Non dico che non ci sia qualcuno che ne approfitta, ma l’entusiasmante adesione a questo vostro annullamento la date voi stessi, che avete intravisto la vita e ne siete fuggiti urlando.

     

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    Stranamente, nell’attuale confusione del linguaggio, in un’epoca dove avete perso la capacità di nominare le cose, chiamate “eremiti” coloro che si rintanano in una grotta, in una capanna di legno in riva a un fiume, ma mentre questi hanno gli occhi spalancati su questa natura e su tutto ciò che la precede, la segue e la oltrepassa, voi vi limitate a sognare i sogni sognati da un altro.

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