Mail di Carla Vanni a Dagospia
Carla Vanni
Cara Lilli Gruber,
noi non ci conosciamo personalmente ma lei ha un talk molto seguito e da lungo tempo ed io la seguo solo dall’inizio di questa pandemia – confesso. Prima non avevo mai sentito la necessità di vedere “8 e ½” anche perché nella stessa ora seguivo con molta passione una fiction su “Rai Tre” – “Un posto al sole” – e mi divertiva molto di più. Bene. Poi è arrivata la pandemia, “Un posto al sole” è stato sospeso e il suo “8 e ½” ha preso per me quel posto, quel “tempo”.
Lilli Gruber Conte
Così ho assistito all’escalation nel tentativo di distruggere il premier Conte. Venerdì sera, 8 maggio, abbiamo sentito un ospite di fama parlare addirittura di sciacallaggio. La sera dopo il giornalista Borgonovo ha sparato a zero su Conte, parlando di un ritorno di dittatura, di assorbimento di poteri, di limitazione della libertà individuale inconcepibili in una democrazia e via dicendo, e lei riassumendo le parole (assurde) di Borgonovo ha parlato di Conte come di un “dittatorino”.
galli gruber
Potrei sottolineare tanti altri modi di dire che lei ha usato avendo come obiettivo solo quello di togliere credibilità, peso, serietà al presidente del Consiglio. E allora mi è venuta una curiosità. “Perché? Dove vuole arrivare? Perché non riesce ad essere obiettiva e a porre delle domande in maniera corretta ai suoi interlocutori? E soprattutto a fare agli “esperti” domande pertinenti alla loro professionalità? Perché chiedere al professor Galli, ad esempio, se va bene che lei metta sempre il tailleur e non un abito a fiorellini? Mi sembrerebbe più serio.
Lilli Gruber culo a pizzo
È inutile che io le dica che sono d’accordo con alcune delle persone “invitate” da lei – qualcuna al di fuori del coro serve per un minimo di serietà del talk – quando dicono che il presidente Conte ha compiuto degli errori. È vero. Ma ha fatto un percorso serio e ha preso decisioni difficili che hanno evitato che questi momenti terribili degenerassero in follia collettiva.
Carla Vanni
Parliamo di solidarietà, di unità, di “teniamoci tutti insieme”. Lei ha cercato con il suo talk una strada opposta.
Una piccola nota. Perché si siede sempre sull’orlo della sedia? Anche se il suo profilo, magari, mettendosi più comoda e normale, perderebbe un po’ di stilizzazione, fascinazione, personalizzazione, non darebbe un tono più naturale anche al suo talk? Perché così ci aspettiamo, e speriamo, che lei un giorno scivoli. E sarebbe molto divertente.
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Carla Vanni