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DIO ESISTE: IL VATICANO SPEDISCE ALL'INFERNO TRUMP – IL CARDINALE PAROLIN, SEGRETARIO DI STATO: “LA RIVIERA A GAZA? LA POPOLAZIONE PALESTINESE DEVE RIMANERE NELLA SUA TERRA. QUESTO È UNO DEI PUNTI FERMI DELLA SANTA SEDE: NESSUNA DEPORTAZIONE” - SULL’UCRAINA: “BISOGNA METTERE FINE A QUESTA GUERRA, È UNA CARNEFICINA CHE DEVE FINIRE AL PIÙ PRESTO” - IN UNA LETTERA AI VESCOVI DEGLI STATI UNITI, PAPA FRANCESCO HA CRITICATO LE “DEPORTAZIONI DI MASSA” DEI MIGRANTI DECISE DA TRUMP: “LEDONO LA DIGNITÀ DI MOLTI UOMINI E DONNE, E DI INTERE FAMIGLIE”
1. UCRAINA: CARD. PAROLIN, “BISOGNA METTERE FINE A QUESTA GUERRA, È UNA CARNEFICINA”
“Tutto quello che viene proposto è utile perché bisogna mettere fine a questa guerra, non si può più andare avanti in questo modo. È una carneficina che deve essere al più presto finita e interrotta”.
Lo ha dichiarato il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, a margine dei colloqui per il 96° anniversario dei Patti Lateranensi e il 41° anniversario dell’Accordo di modificazione del Concordato, con riferimento alla situazione in Ucraina.
Commentando lo scenario internazionale, il porporato ha affermato: “Ci sono tanti movimenti, tanti schieramenti, speriamo che si concretizzino e che veramente si possa arrivare a una pace che per essere solida, per essere duratura, deve essere una pace giusta”.
Quindi ha ribadito che questa deve “coinvolgere tutti gli attori in gioco e tenere conto dei principi del diritto internazionale e delle dichiarazioni dell’Onu”.
PIETRO PAROLIN - SERGIO MATTARELLA
Sulle proposte di pace del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, Parolin ha affermato che “è ancora presto per valutarle” e che “vedremo che realizzazione troveranno, che implementazione troveranno”, sottolineando che “magari si lanciano delle proposte e poi si verifica attraverso i contatti e attraverso il negoziato se sono proposte accettabili e implementabili”.
2. PAROLIN: «NESSUNA DEPORTAZIONE DA GAZA» INCERTEZZA SUGLI OSTAGGI
Estratto dal “Il Sole 24 Ore”
DONALD TRUMP BENJAMIN NETANYAHU
Il segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, in merito a un eventuale trasferimento della popolazione palestinese si è espresso chiaramente: «La popolazione palestinese deve rimanere nella sua terra. Questo è uno dei punti fermi della Santa Sede: nessuna deportazione. Nessuna deportazione anche perché qualcuno ha sottolineato dalla parte italiana come questo creerebbe tensione nell’area».
Poche ore prima, sempre nella giornata di ieri, la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola è entrata a Gaza, dopo aver attraversato il confine a Rafah. La visita «ha lo scopo di sottolineare il ruolo della Ue nel sostenere gli sforzi umanitari a Gaza - in particolare attraverso l’operazione Eubam - e l’impegno Ue a continuare a sostenere il cessate il fuoco e l’accordo per lo scambio di ostaggi», fa sapere il portavoce.
PIETRO PAROLIN - SERGIO MATTARELLA
Eppure la tensione non cala e c’è incertezza sugli ostaggi. A poche ore dal d-day, ovvero la giornata di domani, in cui dovrebbero essere liberati alcuni ostaggi israeliani, si accavallano promesse e minacce: di Hamas, del governo di Benjamin Netanyahu, di Donald Trump e persino degli Houthi.
Hamas si dice disposta a continuare ad applicare l’accordo di tregua con Israele, a condizione che quest’ultimo rispetti i propri obblighi, mentre i negoziatori premono per superare una situazione di stallo riguardante l’attuazione dell’accordo.
[…] Il governo israeliano intende attenersi al programma di rilascio degli ostaggi concordato con Hamas, affermando di attendere il rilascio di tre prigionieri, domani. Altrimenti, romperà la tregua. «Esiste un quadro in atto per il rilascio dei nostri ostaggi:il quadro chiarisce che tre ostaggi vivi devono essere rilasciati dai terroristi di Hamas sabato», ha affermato il portavoce del governo David Mencer. Intanto però i camper e i macchinari pesanti non entreranno a Gaza.
Lo afferma Omer Dostri, portavoce del primo ministro israeliano Netanyahu, dopo che Hamas ha annunciato che avrebbe proseguito a rilasciare gli ostaggi, facendo seguito a un accordo raggiunto sull’ingresso degli aiuti nella Striscia.
Lo scrive il Times of Israel.
Sul fronte militare l’Esercito israeliano (Idf) ha affermato di aver arrestato oltre 90 militanti palestinesi nel corso di un’operazione estesa in Cisgiordania nel corso della scorsa settimana.
[…] Il presidente americano ha ribadito la sua linea: «Hamas deve rilasciare tutti gli ostaggi, compresi tutti gli americani, entro domani». Intanto il leader dei ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi ha minacciato di riprendere gli attacchi contro Israele e le navi che passano per il Mar Rosso se i palestinesi saranno «costretti ad andarsene» da Gaza. […]
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