biennale architettura 2025

CARLO RATTI, TU VO FA' L'AMERICANO MA SEI NATO IN ITALY - LA BIENNALE DI ARCHITETTURA 2025 GUARDA PIÙ AL MONDO DEI NUOVI TECNO-OLIGARCHI ALLA ELON MUSK CHE A VITRUVIO O PALLADIO – LA RASSEGNA, CHE SI APRIRA’ IL 20 MAGGIO A VENEZIA, PRIVA DEL PADIGLIONE CENTRALE AI GIARDINI (IN RESTAURO), PREVEDE 750 PARTECIPANTI, 280 PROGETTI E I PADIGLIONI DI 66 NAZIONI (ERANO 64 NEL 2023) – LE PAROLE DEL CURATORE CARLO RATTI: “NELL'ETÀ DELL'ADATTAMENTO ALLA CRISI DEL CLIMA, L'ARCHITETTURA DEVE ATTINGERE A TUTTE LE FORME DI INTELLIGENZA: NATURALE, ARTIFICIALE, COLLETTIVA CON PREDOMINIO DI QUELLA…”

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Pierluigi Panza per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

La Biennale coglie lo Zeitgeist e quest’anno ci apparecchia una rassegna di architettura (dal 10 maggio al 23 novembre) che dalle limacciose fondamenta di Venezia si solleva come l’astronave di Odissea nello spazio. Il molto americano (ricercatore al Mit di Boston) e meno italiano (docente al Politecnico di Milano) Carlo Ratti è il curatore della Biennale intitolata Intelligens. Natural. Artificial. Collective , dove il titolo è (anche) latino, ma qui si declina tutto al verbo anglosassone e l’orizzonte guarda più al mondo digital-global dei nuovi tecno-oligarchi alla Elon Musk che a Vitruvio o Palladio.

biennale architettura venezia 39

 

La città europea è solo il punto di partenza, o di abbandono, verso la città costruita dai robot («con l’accordo di Confindustria e sindacati»).

 

(…)

 

Per prendersi cura bisogna conoscere la situazione: all’interno dell’Arsenale quelli che sui giornali sono visual-data su emergenza climatica, demografica, urbana e migratoria diventano delle mega scenografie artistiche per esplicitare i dati e renderli empatici. «Negli incendi di Los Angeles, nelle inondazioni di Valencia e Sherpur e nella siccità in Sicilia — afferma Ratti — abbiamo assistito a come acqua e fuoco ci stiano attaccando. Il 2024 ha registrato le temperature più calde di sempre».

 

carlo ratti

La soluzione a queste emergenze sta nel «cambiamento radicale delle nostre pratiche» e nell’unione delle tre intelligenze (Naturale, Artificiale e Collettiva) con predominio, però, di quella ingegneristica, scientifica e della tecnica intesa come «destino» o, almeno, come immediato destino politico: la civilizzazione multiplanetaria parte dalla «Capanna primitiva» pensata dall’abate Marc Antoine Laugier nel 1755 per arrivare… nello spazio futuro.

Controllo climatico, riduzione dei consumi, sostenibilità sono i temi di quel «laboratorio dinamico» che sarà questa Biennale priva del Padiglione centrale ai Giardini (in restauro) e con una parte diffusa in città.

 

Ci saranno 750 partecipanti (premi Nobel e Pritzker compresi) con professionalità diversissime, autorialità collettive («come nelle riviste scientifiche di stampo anglosassone», detestate dagli umanisti) e con «connessioni-rete in ogni parte del pianeta»: 280 progetti, 500 team interdisciplinari, 250 guidati da donne, 375 transnazionali.

biennale canal cafe aaron betsky 22

 

 

Poi elaborazioni sul clima (con la collaborazione di Pistoletto con il solito Terzo Paradiso ), la trasformazione dei materiali (The Matter Make Sense , un progetto di archiviazione di biocalcestruzzo, fibre di banana e grafene allestito da Margherita Palli), lo scenografico Elephant Chapel di Boonserm Premthada, quindi come riutilizzare gli effimeri di Expo, Olimpiadi, Biennali (tutto sarà riciclabile) con tanto di «Manifesto della circolarità», robot umanoidi creati dalla AI per nuove costruzioni, l’impiego dei batteri, spazi al di fuori del nostro pianeta … fino al Manameh Pavilion per gli incontri all’aperto e a un’Arena di discussioni per sviluppare l’Intelligenza collettiva.

 

Proponiamo un tema terra-terra: la preoccupante evoluzione demografica. In un secolo si è passati da un miliardo e due a otto miliardi di abitanti. Secondo Ratti «non raggiungeremo mai i dieci miliardi», mentre secondo il World Population Prospects delle Nazioni Unite (vedi «Corriere della Sera» di due giorni fa) sì: il contenimento delle nascite in Africa, India e Sudamerica (ovviamente non da noi!) ci potrà salvare?

 

biennale 22

Venezia può essere il laboratorio vivente della trasformazione climatica con progetti su come purificare le acque della Laguna una volta che l’innalzamento del mare ne richiederebbe la separazione permanente: è un tema molto studiato dal presidente dell’Istituto veneto, e Nobel dell’acqua, Andrea Rinaldo (presente in catalogo in un’ideale conversazione con John Ruskin fatta con chat GPT). Su questo tema, Intelligens , ha stretto connessioni con la COP30 delle Nazioni Unite a Belem, con la C40, con la Baukultur Alliance di Davos e altri. Sono temi affrontati a Venezia, come ha ricordato la segretaria generale Sneška Quaedvlieg-Mihailovic, da Europa Nostra, che nel 2023 ha aperto un hub a Venezia sui cambiamenti climatici.

 

A fianco della mostra di Ratti ci saranno i Padiglioni di 66 nazioni (erano 64 nel 2023): 26 ai Giardini, 25 all’Arsenale e 15 in Venezia. Repubblica dell’Azerbaijan, Sultanato dell’Oman, Qatar, Togo le new entry. Ci sarà la Santa Sade a Santa Maria Ausiliatrice. Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini è a cura di Guendalina Salimei

biennale architettura 77

(…)

 

L’Italia e l’intelligenza del mare : davanti sarà allestito il «Canal Café» (caffè dai gusti mediorientali) progettato dal precedente curatore Aaron Betsky. Poi due progetti a Forte Marghera, il Padiglione delle Arti applicate con il Victoria and Albert Museum, Biennale college e numerosi progetti con studenti.

 

 

“ATTINGERE A TUTTE LE FORME DI INTELLIGENZA”

Estratti da repubblica.it

 

(…) L'idea, ha spiegato Ratti nel corso della conferenza stampa di presentazione, è dunque rendere la Biennale “un laboratorio dinamico dove ci saranno più di 750 tra architetti, ingegneri, matematici, filosofi, artisti, scrittori, intagliatori, stilisti”. Parole chiave: inclusività e collaborazione. Perché per Ratti, "nell'età dell'adattamento alla crisi del clima, l'architettura deve attingere a tutte le forme di intelligenza: naturale, artificiale, collettiva", rivolgendosi a più generazioni e a più discipline, dalle scienze esatte alle arti.

biennale elephant chapel boonserm premthada 34