Francesca Schianchi per La Stampa
CARLO CALENDA1
Si allontana l' approvazione della legge sulla concorrenza: ieri le Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera hanno dato il via libera, ma introducendo quattro modifiche. Il che rende necessario, dopo quasi due anni e mezzo di gestazione, un quarto passaggio del testo al Senato: una decisione che provoca tensioni in maggioranza, tra Pd e Ap, e soprattutto tra i dem, promotori degli emendamenti (votati in modo bipartisan ma non dagli alleati di Ap) e il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, che aveva chiesto di ritirarli.
renzi mattarella gentiloni
«Riaprire il ddl concorrenza a più di 850 giorni dalla sua presentazione rischia di trasmettere l' ennesimo segnale negativo», sbotta lui. «Fingere che quelle modifiche non fossero necessarie e approvare una norma imperfetta sarebbe stato, questo sì, un segnale negativo al Paese», la risposta del presidente dem Matteo Orfini. Nonostante il capogruppo Pd Rosato si premuri di dire che «tutte le letture politiche sono sbagliate», molti leggono nella vicenda una tensione tra Renzi e Calenda: solo lunedì sera avevano avuto modo di parlarsi col tentativo dell' ex premier di riavviare un dialogo, e sul testo il ministro aveva ricevuto rassicurazioni. Salvo ricevere poi una chiamata di Rosato ad annunciare gli emendamenti.
ORFINI
Le quattro modifiche «incriminate» riguardano energia, assicurazioni, telemarketing e società di odontoiatri. Sul primo punto, è stata eliminata la possibilità di mettere all' asta la fornitura di energia elettrica per i clienti che non avranno scelto il loro fornitore alla scadenza del sistema di maggior tutela. Per quanto riguarda le assicurazioni, viene reintrodotto il tacito rinnovo delle polizze «del ramo danni di ogni tipologia, alla loro scadenza»; via alcune regole introdotte al Senato sulle offerte commerciali telefoniche perché ritenute lesive della tutela della privacy e paletti restrittivi nell' abilitazione dei componenti delle società di odontoiatria.
CLINICHE DENTISTICHE
Modifiche che portano Federconsumatori a parlare di «grande soddisfazione», mentre del testo restano per nulla contenti i taxisti: «I ministri competenti non hanno mantenuto gli impegni assunti - scrivono in una nota 14 sigle sindacali, escluse Cgil e Uritaxi - se questo governo pensa che ignorandoci resteremo zitti si sbaglia di grosso». «I quattro emendamenti hanno un carattere di mera chiarificazione», lamenta il ministro Calenda, «depresso» dall' esito della giornata di ieri dopo che, sottolinea, il governo si era mostrato disponibile ad accogliere le modifiche in sede attuativa.
Il Pd però ha preferito introdurre nel testo le modifiche: capita l' antifona, di buon mattino il ministro aveva provato a sfidare Renzi e i suoi, «spero che il Pd non si trasformi dal partito che voleva rottamare le rendite e le caste al partito che rottama la concorrenza», ma inutilmente.
ettore rosato
Nell' aula della commissione, è il capogruppo di Ap Raffaello Vignali a pretendere rassicurazioni sui tempi di discussione in Senato, temendo il naufragio del testo. «Il governo chiederà la più rapida calendarizzazione alla conferenza dei capigruppo al Senato», fa sapere la ministra Anna Finocchiaro. E ci prova Ettore Rosato a rassicurare gli inquieti alleati, «sarà nostro compito fare sì che ci sia una approvazione rapida del provvedimento», giura, «il ddl sarà legge entro l' estate». Lunedì il testo approda in Aula alla Camera, poi torna al Senato. Dove potrebbe sempre spuntare l' ipotesi di mettere la fiducia.