DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Val.DiC. e Fe.Po. per “il Messaggero”
CARMELO MIANO AL COMPUTER NEL SUO APPARTAMENTO
È talmente scafato come programmatore, che gli apparati informatici di archiviazione di massa di Carmelo Miano sono «caratterizzati da un elevato livello di crittografia dei dati che neppure il Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche), massimo organo tecnico specializzato in materia - specifica la Procura di Napoli - è in grado di eludere e rimuovere».
A soli 23 anni, si è dimostrato un vero e proprio genio del crimine informatico, capace di dare filo da torcere ai migliori investigatori. «Abbiamo utilizzato tecniche di indagine avanzate - ha spiegato il procuratore Nicola Gratteri - Abbiamo anche "imparato", seguendo l'hacker, cose nuove».
Nell'ordinanza con cui il gip partenopeo ha ordinato l'arresto in carcere di Miano, si parla delle «sue elevatissime competenze tecniche» […]. Durante l'interrogatorio di garanzia di venerdì, il giovane ha ammesso gli accessi abusivi, sostenendo però di averlo fatto da solo, senza alcun mandato e senza provocare alcun danno.
Per gli inquirenti invece, non solo ha agito con l'ausilio di più complici, ma ha anche impostato «nuove e differenti regole sui firewall posti a protezione della rete del Ministero della Giustizia», fatto che «costituisce un'evidente e significativa turbativa del normale funzionamento del sistema informatico nel suo complesso».
[…] Nel corso di sessioni di gioco, «proprio come se vivesse in una sorta di "cyber-bolla" in grado di schermarlo dalla realtà esterna e probabilmente fiducioso dell'identità celata dalla rete, Miano […] si apriva a improvvise confessioni con i propri interlocutori, nel corso delle quali arrivava a disvelare contenuti delle proprie attività illecite e a condividere documenti esfiltrati», «documentando in "real time" gli accessi abusivi alle reti attaccate»: appena la Finanza depositava un'informativa o una richiesta di misure cautelari, lui riusciva a leggerla in tempo reale.
CARMELO MIANO AL COMPUTER NEL SUO APPARTAMENTO
In quest'ottica, lo scorso 4 marzo, parlando in viva voce con un suo avversario al gioco online War Thunder, probabilmente sicuro della sua impunità, si lasciava andare alla confidenza di possedere "documenti riservati" che poi effettivamente condivideva in rete […]». L'avversario, scherzando, minacciava di mandargli la Finanza o la polizia postale. Questo scambio di battute «restituiva un'immagine spavalda dell'indagato, orgoglioso e tronfio per le sue "imprese telematiche", per nulla preoccupato delle conseguenze», conclude il pm.
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