Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”
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La Camera, finalmente, si è mossa. E ha deciso di aprire un fascicolo scottante, di cui finora i vertici del Parlamento si erano sostanzialmente disinteressati. Un fascicolo che è un’appendice poco nota della vicenda dei 49 milioni sottratti dalla Lega alle casse pubbliche, attraverso un allegro utilizzo dei contributi elettorali ai tempi della gestione di Bossi e del tesoriere Francesco Belsito, che il partito oggi guidato da Salvini è stato chiamato dal giudice a restituire, patteggiando un rimborso a rate in oltre settant’anni.
Nello stesso procedimento che ha portato alla condanna di Bossi (per il reato di truffa poi prescritto) e Belsito, e che si è conclusa in Cassazione nell’agosto del 2019, Camera e Senato si erano costituiti parti civili e avevano ottenuto il diritto al risarcimento di una parte del danno patrimoniale complessivo non oggetto di confisca (ovvero interessi e altre voci che eccedono i i 49 milioni) ma anche del danno patrimoniale. Significa che il tribunale di Genova aveva stabilito che la Lega Nord avrebbe dovuto pagare anche il pregiudizio d’immagine che il Parlamento ha subito.
UMBERTO BOSSI E BELSITO
Una somma che i giudici di Genova, nel luglio del 2017, hanno quantificato in circa un milione di euro: 224.856 a favore del Senato e 754.562 a favore della Camera. Ma a Montecitorio e Palazzo Madama, negli ultimi cinque anni, non è stata avviata un’azione esecutiva per recuperare quei fondi. [...]
E dall’ottobre del 2022 alla guida della Camera c’è proprio un leghista, Lorenzo Fontana. La vicenda, già poco edificante di per sé, è pure diventata campo di battaglia politico. Perché una delle associazioni che danno vita all’opposizione a Salvini - con una robusta sponda dentro il partito – ha deciso di chiedere conto e ragione dell’inerzia del Parlamento.
LORENZO FONTANA 3
L’associazione si chiama “Lega per il Nord” e, dopo aver approvato una mozione, ha affidato a uno studio legale una diffida alle presidenze di Camera e Senato: «Pur consapevoli dei rilevanti ruoli politici attualmente assunti dai protagonisti della vicenda il mandato ci impone di chiedere chiarezza», scrivono gli avvocati dell’associazione di cui fanno parte tra gli altri uno dei fondatori della Lega lombarda, Giuseppe Leoni, e Matteo Brigandì, ex legale di Bossi. Nella lettera c’è anche la minaccia di un esposto in Procura.
Davanti a quest’iniziativa il numero uno della Camera, Fontana, ha deciso di riunire l’ufficio di presidenza. Che ha stabilito, con una decisione che sarà pubblicata nelle prossime ore sul bollettino degli organi collegiali di Montecitorio, di avviare un’istruttoria. Il motivo nel non intervento, è scritto nel bollettino, starebbe «in una particolare complessità tecnico-processuale». […]
lega ladrona bossi belsito foto e baraldi
Fonti di Montecitorio raccontano due particolari non secondari. Il primo: la somma oggetto del risarcimento potrebbe ammontare ad almeno tre milioni di euro. Il secondo, più importante: a pagare alla fine potrebbe essere personalmente Umberto Bossi, segretario del Carroccio ai tempi della truffa ma riferimento di chi oggi reclama un’azione per riprendere quei fondi, con l’obiettivo di mandare in tilt i bilanci dell’attuale Lega capitanata da Matteo Salvini.
Insomma, dagli ambienti della Camera filtra un avvertimento: la denuncia potrebbe trasformarsi in un boomerang per i ricorrenti. Ma sullo sfondo resta il senso di una lunga melina che ha finora ostacolato il recupero di denaro pubblico.
matteo salvini e lorenzo fontana in spiaggia a milano marittima MATTEO SALVINI LUCA ZAIA LORENZO FONTANA