Francesco Rigatelli per “la Stampa”
nino cartabellotta
«Dovremmo fare un lockdown durante le vacanze di Natale come la Germania, ma gli italiani farebbero la rivoluzione». Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe di Bologna che analizza i dati della pandemia, ammette che «purtroppo non siamo pronti a misure così dure, ma serve un piano rigoroso per ridurre i contatti ed evitare che la terza ondata si innesti direttamente nella seconda».
Complice la zona gialla gli italiani sono usciti in massa?
«Affidare tutto alla responsabilità individuale è un rischio che non possiamo permetterci. Paghiamo mesi di disagio e la gente non vede l' ora di uscire. Mi rendo conto sia impopolare dirlo, ma non è il momento: rischiamo una tempesta perfetta».
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Di cosa si tratta?
«La seconda ondata è solo nella fase iniziale della discesa e davanti ci sono tre mesi d'inverno, il picco dell' influenza a fine gennaio e l' Italia tutta gialla con le festività. Anche l'arrivo del vaccino contribuisce all' idea sbagliata di imminente liberazione».
Partiamo dalla zona gialla
«Il sistema dei colori delle regioni si affida troppo all'indice Rt, che è quello che scende per primo, e due settimane sono insufficienti per ottenere dei risultati. Così si privilegia la riapertura al rigore. L'idea per Natale è stata di limitare i movimenti nei giorni delle feste in cambio di maggiore libertà prima per aiutare le attività commerciali. Solo che zona gialla e cashback stimolano i consumi, ma anche gli assembramenti».
roma, rissa e assembramenti al pincio 12
Come si può fare?
«Si potrebbe dilatare l'orario dei negozi oppure, come un tempo con le targhe alterne, pensare a delle uscite scaglionate per ordine alfabetico».
I contagi diminuiscono, ma facciamo anche meno tamponi?
«Sì, anche perché si fanno di più gli antigenici, i tamponi fatti nel privato vengono comunicati solo se positivi e molte regioni hanno abbandonato il tracciamento consigliando ai contagiati di stare in casa. Anche così gli attualmente positivi sono 686mila ed erano circa 800mila al picco del 21 novembre, dunque la discesa è lenta e gli ospedali sono ancora pieni».
Perché il vaccino darebbe false speranze?
«Il piano del governo non tiene conto della variabilità delle forniture, per esempio Sanofi che consegnerà in ritardo. E poi più della metà delle dosi arriverà dopo l' estate.
assembramenti sugli autobus 5
Se entro settembre si riuscisse a vaccinare un terzo della popolazione sarebbe già un grande risultato».
Così la pandemia finirebbe nel 2022?
«Il piano vaccinale di qualunque Paese durerà almeno un anno. Senza dimenticare che al momento non conosciamo la tenuta immunitaria del vaccino oltre due mesi».
Come mai la Germania con meno contagi e morti va in lockdown da mercoledì al 10 gennaio?
«La Germania conta 262 morti per milione di abitanti contro 1.059 italiani. Nelle ultime due settimane ha avuto 5.719 decessi, in Italia sono stati 9.673. Nello stesso periodo la Germania, che ha 83 milioni di abitanti, ha avuto 283mila nuovi casi, mentre l' Italia con 60 milioni di abitanti 261mila. I tedeschi hanno capito che se non si governa la sanità non si rilancia davvero l' economia. In Italia la strategia è meglio un uovo oggi che una gallina domani».
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La Germania è l'unico Paese che segue il modello cinese?
«E' quella che lo fa di più. Non è riuscita, come del resto nessuno in Occidente, a imitare il sistema di tracciamento digitale, che al di là della privacy è eccezionale, ma ha colto che prima si chiude e prima se ne esce. Inoltre, la campagna vaccinale funzionerà meglio se ospedali, medici e infermieri non vivranno nell' emergenza».
Da noi è mancato un discorso di realtà come quello della Merkel?
«Purtroppo colpisce di più un evento tragico come un terremoto che i morti giornalieri della pandemia. Personalmente penso che quest' anno il Natale sia una festa da vivere sobriamente, anche nel rispetto di chi si dovrebbe incontrare. La verità è che le vacanze, con le scuole chiuse, sarebbero il momento ideale per un lockdown».
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