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    ZUPPA DEL CASALEGGIO - IL PARA-GURU DEL M5S ESALTA LA POLIZIA: “MAI PIÙ SCONTRI, GLI AGENTI NON SONO IL NEMICO’’ - SULLA LEGA: “NON MI SPAVENTA” - AI FUNERALI DI AMBROSOLI I PARTITI NON C’ERANO PERCHÉ LA TORTA SE LA SPARTIVANO TUTTI COME OGGI”


     
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    Francesco Maesano per “la Stampa”

     

    GIANROBERTO E DAVIDE CASALEGGIO A ROMA GIANROBERTO E DAVIDE CASALEGGIO A ROMA

    È la prima volta che parla in pubblico dopo il palco del Circo Massimo. Gianroberto Casaleggio entra al Pirellone da un ingresso laterale, da un’occhiata alla sala mezza vuota e mette su un’espressione sconsolata, che quando incontra lo sguardo di Vito Crimi si fa occhiataccia: meno di cento persone in una sala che ne contiene più di trecento. Il M5S in Lombardia fatica e a Milano va peggio che altrove, ma una partecipazione così scarsa è una sorpresa, nonostante lo sciopero. Mancano in tanti, compreso Mattia Calise, il più in vista dei consiglieri comunali. C’è invece Luigi Di Maio e in molti sono qui per lui.
    Cravatta animalier: struzzi, canguri, koala.

     

    milano gli scontri fra studenti e polizia al pirellone 33 milano gli scontri fra studenti e polizia al pirellone 33

    Valigetta nera e poco seguito, solo il fidato Pietro Dettori. Crimi gli porge il braccio e lo sostiene nel salire le scale. Fuori, di fronte al Pirellone, per tutto il giorno si sono confrontati polizia e manifestanti. Scontri e feriti. «Cose come quelle di oggi – inizia Casaleggio – non devono più accadere», e introduce il tentativo Cinque stelle di far comunicare cittadini e forze dell’ordine. «È solo l’inizio», promette. 
     

    «Gli agenti non sono il nemico. Guadagnano pochi soldi e sono abbandonati dallo Stato. Dobbiamo ricostruire con loro un rapporto umano», e ricorda che al funerale di Ambrosoli «i partiti non c’erano perchè la torta se la spartivano tutti. Come oggi».
     

    grillo e casaleggio al consolato americano di milano grillo e casaleggio al consolato americano di milano

    Pochi minuti di intervento e ha già indosso l’impermeabile. Niente invettive come Grillo il giorno prima, nessun riferimento esplicito: la dimensione nazionale che si sta costruendo Matteo Salvini, la nuova minaccia per il suo Movimento, resta sullo sfondo. «La Lega non mi spaventa – spiega risalendo sul taxi – a me interessano i cittadini, non gli altri partiti».

    Chiude la portiera e va via solo.
     

    LUIGI DI MAIO LUIGI DI MAIO

    Dentro resta Luigi Di Maio che batte sul ferro degli scandali romani. «A Lampedusa – racconta – ho incontrato un poliziotto che mi spiegava di non aver mai capito perche andavamo a prendere gli immigrati a dieci miglia nautiche dalle coste libiche. Ha capito dopo che servivano a portare nuovi introiti nelle casse delle cooperative vicine a Comunione e Liberazione e alle Coop rosse».
     

    GRILLO E DI MAIO GRILLO E DI MAIO

    Mentre il vicepresidente della Camera parla, gli attivisti sussurrano tra loro: «Ora diventa lui la voce principale». C’è il Di Maio istituzionale, «ho cacciato Di Stefano dall’aula perché le regole sono le regole», e il Di Maio intransigente, «non so più con chi sto dialogando, negli altri partiti ci sono persone che mentono cronicamente». Ora che la voce dei due fondatori s’è arrochita, ora che al cuore del M5S s’è installata una struttura politica che gli fa capo, è a lui che si guarda in un Movimento abituato alle folle oceaniche e ora in difficoltà nel riempire un auditorium.

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