Il Senatore Antonio Azzollini x
1- L’EX PROCURATORE CASELLI: DIETRO PAROLE GIUSTE VEDO UNA FILOSOFIA PERICOLOSA TORNA L’OSTILITÀ VERSO LE TOGHE
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
Giudice Caselli il presidente del Consiglio riapre lo scontro tra magistrati e politica?
«Formalmente la frase è ineccepibile, ma attenzione perché potrebbe sottintendere una filosofia pericolosa: quello che hanno acquisito i magistrati ci interessa poco o niente. E soprattutto: vogliamo che siano i politici a giudicare i reati addebitati ai politici a prescindere dalle prove raccolte dalla magistratura. Ciò porta troppe volte alla negazione delle responsabilità penali, senza che si parli di responsabilità politica o morale».
L’ex procuratore Gian Carlo Caselli è in pensione da oltre un anno. Secondo molti suoi colleghi l’attacco è ricominciato da tempo. Lei è d’accordo?
«Non so se sia giusto parlare di attacco, certamente da tempo è tornato quel che si sperava fosse in fase di superamento, cioè un clima di insofferenza e ostilità nei confronti della magistratura, considerata troppo indipendente» .
GIANCARLO CASELLI
Pensa a norme particolari?
«L’esempio più clamoroso sono le ferie ridotte con decreto legge, nonostante fosse al di fuori di ogni ipotesi di necessità e urgenza. E poi la disciplina sulla responsabilità civile dei magistrati: un invito a scegliere, tra le diverse opzioni sempre possibili in fatto e in diritto, quelle meno fastidiose che non turbano il quieto vivere» .
Secondo molti bilanciano lo strapotere delle toghe.
«In questo modo ci si limita a consigliare un’interpretazione burocratica del ruolo dei magistrati» .
Giancarlo Caselli
Sul caso Azzollini si sospetta un voto determinato da valutazioni politiche anziché tecnico; ha ancora senso mantenere l’autorizzazione?
«Per abitudine non parlo di processi in corso. Ma non posso non rilevare che nello stesso procedimento sono indagati cittadini comuni arrestati per le stesse accuse. Non c’è dubbio che il politico ha uno status particolare e bisogna tenerne conto, ma se si determina una sostanziale disparità di trattamento rispetto agli altri inquisiti in un identico contesto c’è qualcosa che stride profondamente» .
Prevale l’idea del baratto politico?
«Sono ipotesi che non rendono un buon servizio alle istituzioni, a cui bisognerebbe invece restituire credibilità e fiducia» .
RENZI LOTTI
La riforma del processo penale è un buon servizio ai cittadini?
«Io credo che il processo vada rivisto senza timidezze, perché se non eliminiamo il macigno dell’arretrato rimarremo sempre schiacciati. Lo dico da tempo: va abolito il grado di appello, in modo da liberare magistrati e personale amministrativo per smaltire l’arretrato e accelerare il primo grado. Il processo breve con la certezza del diritto sono la soluzione» .
Che cosa pensa della norma che concede solo tre mesi dopo la fine delle indagini?
«Tutto ciò che va nella direzione di comprimere lo spazio delle indagini si frappone alla completa ricerca della verità» .
biliardino renzi lotti orfini nobili
E le intercettazioni?
«Il tema è stato riproposto sull’onda dello scandalo Crocetta che potrebbe anche essere fondato sul niente. Colgo una fretta eccessiva di regolare una questione che scotta perché può scoperchiare arcana impèrii che si vorrebbero tenere nascosti».
2 - RENZI DIFENDE IL VOTO SU AZZOLLINI
Giampiero Rossi per il “Corriere della Sera”
Rosario Crocetta
Il caso Azzollini? «I senatori non sono passacarte della procura». L’inciampo del governo sulla Rai, in Senato? «Le polemiche del Pd dovrebbero essere gestite all’interno del partito». Finito il consiglio dei Ministri, prima di imbarcarsi per Milano, per l’ennesimo blitz all’Expo, il premier Matteo Renzi manda messaggi chiari, senza indugiare nella ricerca di forme garbate. Indirizzati più al perimetro della sua maggioranza e del suo partito, che agli alleati o al campo avverso.
Sul «salvataggio» del parlamentare ncd dall’arresto, il premier dice: «Ho molta fiducia nei senatori. Non si sta parlando del bar dello sport. Qui si sta parlando della libertà o della privazione della libertà di una persona. Il Pd è quel partito che quando si è trattato di mandare in galera un proprio deputato lo ha fatto perché non riteneva ci fosse fumus persecutionis». Quindi aggiunge: «Il voto su Azzollini lo considero un segno di maturità perché i senatori non sono passacarte della Procura di Trani. Avendo grande rispetto della Costituzione, diciamo che rispettare la magistratura è rispettare le competenze dei giudici e anche degli altri».
BORSELLINO - TUTINO - CROCETTA
Renzi indugia nel fornire le sue spiegazioni sulla vicenda: «Il capogruppo pd ha visto le carte su Azzollini — dice ancora — si è convinto che sia una vicenda molto complicata su cui il fumus persecutionis potrebbe esserci e ha lasciato libertà di coscienza. Io non so dire come avrei votato perché non ho letto le carte. Ma considero il voto un segno di maturità, credo alla buona fede e all’intelligenza dei senatori pd».
Non è, evidentemente, dello stesso avviso il presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere Dario Stefàno, che giudica «imbarazzante» il punto di vista renziano, «così affrettato e superficiale» e replica: «Il premier conservi equilibrio anche nei momenti di difficoltà e rispetti l’assoluta autonomia delle Camere in materia di immunità parlamentari».
MAGISTRATI
Il presidente del Consiglio parla chiaro alla minoranza del suo partito anche sulla questione Rai, dopo «l’incidente» che 24 ore prima aveva mandato il governo in minoranza in Senato sulla legge di riforma: «È ovvio che una parte del Pd ha voluto approfittare di molte assenze per dare un messaggio, ma credo che il nostro obiettivo è andare avanti e ognuno si assume le proprie responsabilità. Credo che le polemiche nel Pd dovrebbero essere gestite all’interno del partito e poi credo che si debba fare quello che viene stabilito nel gruppo».
E rilancia: «È stato un messaggio politico, ma non ci preoccupa. Se si fanno mancare i voti in aula ne prendiamo atto, è poco rispettoso, ma non ci fa paura. Abbiamo un patto con gli italiani, andiamo avanti più determinati di prima».
magistrati
Quindi spiega gli effetti pratici della riforma in itinere: «Il nuovo consiglio di amministrazione durerà tre anni dall’agosto 2015 al bilancio 2017 e considerando che le elezioni saranno a febbraio 2018, sarà il Parlamento successivo a eleggere i consiglieri di amministrazione, sempre che la legge passi. Nel momento in cui entrerà in vigore la nuova legge, i poteri previsti per l’ad vengono trasferiti al dg che è in carica fino al 2018. Trovo surreali alcune polemiche nei nostri confronti. Abbiamo deciso di cambiare la legge ma non d’imperio».
Renzi ostenta ottimismo anche sugli effetti del Jobs act e sulla riforma della pubblica amministrazione, quindi vola a Milano, dove ministri e delegazioni della cultura di 83 Paesi lo attendono all’interno della creatura che il premier sta coccolando con particolare attenzione: l’Expo. «Siamo al giro di boa, adesso inizia il girone di ritorno — dice quando prende la parola a Rho —, mancano tre mesi esatti alla fine di Expo. Che deve renderci più ricchi. Deve renderci più ricchi dentro» .