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CRESCE LO SCAZZO POLITICO INTORNO AL CASO DOSSIERAGGIO – A BREVE GUIDO CROSETTO SARA’ SENTITO DAL COPASIR, COME DA LUI RICHIESTO. E CON IL MINISTRO ANCHE IL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO – MA IL VERO BRACCIO DI FERRO SI GIOCA SULLE AUDIZIONI ALL’ANTIMAFIA. IL CENTRODESTRA SEMBRA VOLERE SPINGERE PER PORTARE IN AUDIZIONE I DUE INDAGATI, IL LUOGOTENENTE DELLA GDF PASQUALE STRIANO E L’EX MAGISTRATO ANTONIO LAUDATI. IL CENTROSINISTRA FRENA…

Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per www.lastampa.it

 

GUIDO CROSETTO

A breve il ministro della Difesa, Guido Crosetto, sarà sentito dal Copasir, come voleva lui e come desideravano i commissari. «Il Copasir – ha fatto sapere il presidente Lorenzo Guerini, Pd – sta facendo il proprio lavoro, esamina le carte e ha già fatto un primo ciclo di audizioni all’inizio della questione, sia con il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, sia con il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, sia con il sottosegretario Alfredo Mantovano. Sulla base delle carte faremo un ciclo di audizioni nel quale ci sarà anche il ministro Crosetto che ha già dato la sua disponibilità[…]

 

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[…] il vero braccio di ferro si gioca sulle audizioni all’Antimafia. Il centrodestra spinge infatti per portare in audizione i due indagati, il luogotenente della Gdf Pasquale Striano e l’ex magistrato Antonio Laudati; il centrosinistra frena.

 

C’è un evidente interesse politico degli uni e degli altri: la maggioranza vuole dare il massimo risalto allo scandalo con due audizioni pubbliche e sicuramente molto attese; le opposizioni temono che le due audizioni si trasformino in uno show a favore degli altri.

 

Occhio alle date. Finora le audizioni di Striano e di Laudati sono state congelate perché c’era una richiesta di arresti della procura di Perugia. Dapprima respinta dal gip, il 24 settembre un ricorso del procuratore Raffaele Cantone si discuterà nuovamente davanti al tribunale del Riesame.

 

PASQUALE STRIANO

Se il secondo grado decidesse di mandare i due, o anche uno solo, agli arresti in tutta evidenza l’Antimafia dovrebbe fermarsi. Ma se la richiesta fosse respinta per la seconda volta, non ci sarebbero più impedimenti formali. E i partiti di maggioranza sono pronti a scattare.

 

Dice ad esempio Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato: «Finora abbiamo doverosamente atteso. Ma se non ci saranno ostacoli giuridici, è ora di sentire i due protagonisti di questa storia. E anche il più presto possibile». Tutt’altra musica si sente da Federico Cafiero de Raho, vicepresidente dell’Antimafia in quota M5S: «Non mi sembra opportuno che la commissione ascolti due indagati che davanti al magistrato si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Legittimo, per carità. Ma se rifiutano di rispondere a Cantone, che è il titolare delle indagini e conosce a fondo l’inchiesta, non è il caso che vengano qui in Parlamento».

 

[…]

 

Antonio Laudati

Il nodo su Striano e Laudati

Il contrasto, insomma, è questo. Striano e Laudati, sì o no? Il primo peraltro ha mantenuto un profilo mediatico molto basso. Il secondo, invece, pur rifiutando l’interrogatorio davanti a Cantone, sta inondando i palazzi di memoriali e ha chiesto per ben due volte di essere ascoltato dai parlamentari.

 

Epperò, il ministro Crosetto, che giustamente si ritiene il primo dei danneggiati, due giorni fa aveva rimarcato con sarcasmo la riluttanza di Pd e M5S ad andare avanti con le audizioni. «Mi sorprende che il Pd, nella cui tradizione c’è un lungo elenco di denunce e vesti stracciate per antichi e nuovi dossieraggi che hanno minato e inquinato la storia della Repubblica, non sia minimamente interessato o scandalizzato da una vicenda che una personalità come Luciano Violante ha definito gravissima».

 

RAFFAELE CANTONE CHIARA COLOSIMO

Privatamente, poi, il ministro c’è andato anche più pesante, come riferiscono i suoi: «Le “anime belle”» che cercano di mettere in ridicolo l’inchiesta, quando si è trattato nella storia di questo Paese di altre denunce (vedi il caso Sifar, Gladio o Mitrokhin) hanno gridato al “golpe” e hanno preteso, spendendo soldi pubblici, autorevoli commissioni d’inchiesta. Oggi cercano di ridurre il tutto a fobie o interessi personali».

 

Anche il procuratore nazionale Gianni Melillo potrebbe essere richiamato dall’Antimafia. In ballo c’è la sua azione appena arrivato alla Dna, quando cambiò i protocolli sulle indagini finanziarie e le cosiddette Sos (Segnalazione operazioni sospette). […]

melilloALFREDO MANTOVANO GUIDO CROSETTOguido crosetto ricevimento quirinale 2 giugno 2024 foto lapresse