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    SE SI SCAVA SI ARRIVA ALLA VERITÀ - IL COMITATO DEI GARANTI CONFERMA LA LEGITTIMITÀ DEL LICENZIAMENTO DI SAVERIO TATEO, IL PRIMARIO DEL REPARTO DI GINECOLOGIA DOVE LAVORAVA SARA PEDRI, LA DOTTORESSA 31ENNE SCOMPARSA LO SCORSO MARZO - DOPO AVER RACCOLTO LE TESTIMONIANZE DI 110 DIPENDENTI CHE RACCONTAVANO DEL CLIMA DI TERRORE, LA COMMISSIONE DISCIPLINARE NE AVEVA CHIESTO IL LICENZIAMENTO. ORA ARRIVA LA CONFERMA: “I FATTI SONO DI INDUBBIA GRAVITÀ…”


     
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    Dafne Roat per il "Corriere della Sera"

     

    sara pedri scomparsa sara pedri scomparsa

    «Un documento stringato», lo definisce la difesa. Quattro pagine per confermare la legittimità della Commissione disciplinare dell'azienda sanitaria trentina che ha chiesto il licenziamento dell'ex direttore dell'Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento, Saverio Tateo, travolto dal terremoto scoppiato dopo la scomparsa, il 4 marzo scorso, della ginecologa di Forlì, Sara Pedri, 31 anni (i familiari temono che si sia tolta la vita). Il termine era fissato per fine mese, ma il Comitato dei garanti ha anticipato i tempi e ieri ha depositato un documento con il quale conferma la «coerenza e congruità» della misura del licenziamento.

     

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    «Molteplici fatti di indubbia e rilevante gravità supportati da una cospicua documentazione», scrivono i garanti, e parlano di «plurime circostanze e comportamenti incompatibili con i propri obblighi», in particolare l'ex direttore avrebbe violato «l'obbligo di mantenere il benessere organizzativo del reparto e atteggiamenti ispirati a principi di lealtà e trasparenza». Una decisione che non sorprende la difesa, che però non nasconde l'amarezza perché - insiste il professor Vincenzo Ferrante - anche questa volta «non sono state esaminate le circostanze difensive».

     

    Ferrante parla di «un abuso», annunciando l'impugnazione del provvedimento davanti al Tribunale del lavoro. La richiesta di licenziamento era stata avanzata dalla Commissione disciplinare dell'azienda sanitaria a inizio settembre dopo aver raccolto la testimonianza di 110 dipendenti, tra medici, infermieri e ostetriche, che avevano portato alla luce un clima lavorativo difficile nel reparto, segnato da presunte pressioni da parte del primario e della sua vice Liliana Mereu (sanzionata dalla Commissione disciplinare, ora lavora all'ospedale Cannizzaro di Catania).

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    Sei ginecologhe avevano parlato di «vessazioni mortificanti». Poi c'erano i turni «massacranti» e i colloqui nello studio del primario buio, «illuminato solo dalla luce da tavolo», aveva raccontato una dottoressa. Sono 17 le contestazioni mosse a Tateo. Accuse che la difesa ha sviscerato in più memorie corpose, ma che secondo l'avvocato Ferrante non sarebbero state tenute minimamente in considerazione dal Comitato dei garanti.

     

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    «È un provvedimento che ci lascia molto perplessi - continua il difensore - hanno agito come se tutti i documenti che abbiamo portato non fossero di provenienza aziendale». Sul caso erano intervenuti anche gli ispettori ministeriali che nella relazione avevano sottolineato il grido d'aiuto del reparto «per l'atteggiamento vessatorio» che il primario avrebbe tenuto nei confronti di altri medici. Accuse infondate, ribadisce la difesa.

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