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    CASSANO NO LIMITS: “OGGI NON CI SONO PIU’ I NUMERO 10 COME ME E TOTTI – MANCINI? STA FACENDO BENISSIMO, MA BISOGNA VEDERE QUANDO AFFRONTEREMO SQUADRE COME GERMANIA E SPAGNA - L'INTER PUÒ SOFFIARE LO SCUDETTO ALLA JUVE. MEGLIO ALLEGRI DI SARRI. ANCHE SE…" - E POI IL RAZZISMO NEL CALCIO (“BISOGNA USARE IL MODELLO THATCHER”) RANIERI, VIPERETTA, PARDO E IL SOGNO OLIMPICO DELLA MOGLIE


     
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    Luigi Pastore per “la Repubblica”

     

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    Il secondo tempo di Antonio Cassano è un impasto di saggezza e impeto: «Il carattere che hai resta sempre quello, ma da quando sono diventato papà, certi aspetti li ho smussati». Ma quello che pensa, anche a 37 anni, lo deve dire sempre e comunque.

     

    Per questo ha accettato la chiamata del suo amico Pierluigi Pardo al programma tv Tiki Taka : «Un' esperienza bellissima e divertente, devo ringraziare perché mi lasciano dire sempre quello che voglio. Ma d' altra parte chi mi prende, lo sa: deve prendere tutto il pacchetto di Antonio». Era così anche da giocatore, un delitto che il suo straordinario talento sia uscito di scena dai campi troppo presto.

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    E ora?

    «Faccio il commentatore e ho appena finito il corso a Coverciano da direttore sportivo.

    Il migliore che ho ascoltato è Walter Sabatini, il più competente. Se ci fosse uno con la sua competenza e con la calma di Ausilio, sarebbe il direttore sportivo ideale».

     

    Non ha mai pensato di fare l' allenatore?

    «Scherza? Significa non vivere più. Ti alzi al mattino e per 24 ore devi pensare a tutto, agli allenamenti, alle partite, e poi devi anche dire delle bugie e a me non piace».

     

    Le bugie a chi? Ai giornalisti o ai tifosi?

    VIERI CASSANO PARDO TIKI TAKA VIERI CASSANO PARDO TIKI TAKA

    «No, ai giocatori, perché tutti a inizio anno dicono che in rosa i giocatori sono importanti allo stesso modo ma è una balla. Ogni allenatore ha sette-otto elementi su cui punta e gli altri ruotano. È sempre stato così e lo è ancora, ma in Italia con una differenza fondamentale rispetto al passato».

     

    Quale?

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    «La qualità tecnica si è abbassata. Quando giocavo io come numeri dieci c' erano Cassano, Totti, Zola, Del Piero e Pirlo. Adesso trovatemene uno su quel livello, fatemi un nome».

    Magari in futuro Tonali...

    «Tonali è un incontrista, non è un numero dieci. Oggi spesso si confonde il regista con l' incontrista».

     

    Quindi, Mancini fa i miracoli con la Nazionale?

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    «Ha vinto undici partite di seguito, è una bellissima Nazionale, ma bisogna vedere cosa succederà quando affronteremo squadre come Germania e Spagna. Se riusciremo a tenergli testa, allora con Mancini avremo svoltato definitivamente. In ogni caso sta facendo benissimo. Il nostro calcio a livello individuale in questo momento non è lo stesso che in passato, bisogna sempre ricordarlo».

     

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    Ma perché?

    «È una questione generazionale. Ci sono periodi in cui nascono meno talenti. Poi certo, in Germania hanno fatto un grande lavoro sui settori giovanili e non hanno paura di lanciare subito i giovani. Di Mancini apprezzo soprattutto che fa un calcio propositivo, noi i nostri quattro Mondiali li abbiamo vinti tutti con la tattica e il contropiede. L' ultima grande Italia è stata quella degli Europei 2012 con Prandelli e io c' ero. Lui era un grande tattico ma mi lasciava libertà».

     

    Chi vince lo scudetto?

    «L' Inter».

     

    Perché non la Juve?

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    «L' Inter mi ricorda la Juve del primo anno di Conte. Io ero al Milan e noi perdemmo lo scudetto. Certo, la Juve attuale ha due squadre e resta la più forte e completa, ma si vede lontano un miglio che è programmata per puntare a vincere la Champions. Se perde qualche punto per strada e l' Inter resta attaccata, Conte fa il colpo».

     

    Meglio Allegri o Sarri?

    «Allegri. Un allenatore che ti dà due o tre linee di gioco, ma poi dalla trequarti in avanti ti lascia libero e non ti ingabbia. Però, Sarri ha guadagnato mille punti con la storia di Ronaldo. Ha avuto il coraggio e la personalità di toglierlo e ha avuto ragione lui perché ha vinto. Ma ora niente punizioni per Ronaldo perché continuerà a essere la stella».

     

    Ranieri salverà la Samp?

    «Credo proprio di sì. È la persona ideale con la sua esperienza, ha già ridato tranquillità e equilibrio».

     

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    Ferrero?

    «Non capisco perché i tifosi di colpo dopo sei anni abbiano preso a contestarlo. È vero che quest' anno la squadra stenta, ma i risultati sono sempre stati ottimi.

    Lui ha chiesto 95-100 milioni per vendere la Samp, sono gli altri che volevano comprare che non si sono mai avvicinati a quella cifra».

     

    Cosa pensa del razzismo che continua a avvelenare gli stadi?

    «Bisogna usare il modello Thatcher, Daspo a vita e carcere. Non ci sono più mezze misure, impariamo dagli inglesi. Certe cose sono inaccettabili e inconcepibili, i giocatori sono indifesi, non possono fare nulla. In Italia su tante cose non si ha il coraggio di decidere, qui bisogna farlo».

     

    È vero che suo figlio di 9 anni è bravo come lei?

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    «È ancora piccolo, è nei Pulcini dell' Entella. Però, tira di più e meglio di me, io dribblavo di più, per me contava più l' assist che il gol. Il secondo, che ha sei anni, è fanatico di Marc Marquez, ma come padre a me le moto fanno paura».

     

    Sua moglie è una grande pallanuotista, è vero che sogna le Olimpiadi di Tokyo?

    «Mia moglie è una grande donna, una grande moglie e una grande madre. Per sette anni ha smesso quando sono nati i figli, poi si è fatta un mazzo così ed è tornata in vasca. Le Olimpiadi sono il suo grande sogno, spero lo coroni».

     

    Chi sono i due presidenti migliori che ha avuto?

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    «In assoluto Riccardo Garrone. Poi, non l' ho praticamente avuto come presidente, ma lo conosco bene, Tonino Gozzi. Ha fatto dell' Entella un modello di società. Due persone serie, perbene, sincere e leali, che non hanno nulla a che vedere con tante brutte cose che ci sono nel calcio di oggi. So che il sogno di Gozzi è portare l' Entella in Serie A, glielo auguro di cuore, sarebbe bellissimo per lui e per il calcio».

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