1.MAFIA ROMA:SCHIFANI, AVVISO GARANZIA NON È SENTENZA CONDANNA
ALFANO E SCHIFANI
(ANSA) - "Lasciamo lavorare la magistratura e consentiamo agli indagati di esplicitare le proprie ragioni e le proprie difese. Un avviso di garanzia non è una sentenza di colpevolezza".
Così il presidente del gruppo Ap al Senato, Renato Schifani, intervistato dal Gr1, in riferimento al coinvolgimento di Giuseppe Castiglione nell'inchiesta mafia capitale. "Non mi risulta poi - aggiunge - che sia stato indagato per episodi di corruttela".
E a proposito del fatto che questa vicenda possa investire gli equilibri di governo, Schifani risponde: "Credo che fatti delinquenziali, se così potranno essere definiti quando ci sarà una sentenza di condanna, non vedo quale conseguenza possano avere sul governo".
2.CARA MINEO; CASTIGLIONE, ORA BASTA,SIA FATTA LUCE
CASTIGLIONE
(ANSA) - "Ora basta, apprendo ancora una volta a mezzo stampa per la seconda volta in sei mesi di un mio presunto coinvolgimento, come possibile indagato, nella vicenda del Cara di Mineo" Lo afferma il sottosegretario all'Agricoltura, Giuseppe Castiglione, ribadendo "con fermezza di non aver avuto notificato alcun avviso di garanzia" e chiedendo alle Procure di Catania e Caltagirone di "fare luce nel più breve tempo possibile sulla mia posizione visto il ruolo istituzionale che ricopro".
"In passato - aggiunge il sottosegretario - ho già chiesto espressamente alle Procure di Catania e Caltagirone di essere messo a conoscenza di eventuali iscrizioni nel registro degli indagati. Formalmente mi è stato comunicato che non ci sono iscrizioni suscettibili di comunicazioni".
"Ribadisco la mia assoluta serenità nella vicenda - osserva Castiglione - e sono immediatamente a disposizione della magistratura per qualunque circostanza che possa essere utile all'indagine per evitare il continuo stillicidio a mezzo stampa. A questo punto - chiosa il sottosegretario - auspico che si possa fare subito luce sulla mia posizione visto il ruolo istituzionale che ricopro".
il senatore giuseppe castiglione
3.MAFIA ROMA: CASTIGLIONE, SONO ASSOLUTAMENTE SERENO
(ANSA) - "In questa vicenda sono assolutamente sereno. Se riceverò un avviso di garanzia, se ci sarà una mia responsabilità, che io escludo assolutamente, non dovrà prendere provvedimenti qualcuno, ma li prenderò io personalmente". Così a Sky TG24 HD il sottosegretario all'Agricoltura Giuseppe Castiglione, in merito al suo coinvolgimento nell'inchiesta della Procura di Catania sull' appalto per la gestione del Cara di Mineo.
4.COSI’ GLI ALFANO BOYS AIUTARONO LA CASCINA CONTRO CANTONE
Da “il Fatto Quotidiano”
La lettera che pubblichiamo qui a fianco non proviene dagli atti giudiziari ma è fondamentale per capire l’inadeguatezza del Ministero guidato da Angelino Alfano nel gestire la questione più importante dell’indagine: l’appalto da 100 milioni del Cara (Centro di accoglienza per i richiedenti asilo) di Mineo (Catania).
BRUNETTA MARONI ALFANO SCHIFANI
Il 27 maggio scorso il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone scrive al ministro Alfano una lettera pesante: l’appalto del Cara di Mineo vinto nell’aprile 2014 da un raggruppamento di imprese che comprende la Cascina (i cui manager sono stati arrestati ieri) è illegittimo. Alfano non ha ancora risposto.
Cantone terminava le sue sette pagine segnalando la delibera del Consorzio di Comuni Calatino Terra di Accoglienza che confermava l’appalto del Cara nonostante un parere contrario dell’Anticorruzione nelle mani delle imprese che lo avevano vinto, in testa La Cascina. Cantone scrive anche ad Alfano: “Tale problematica sarà sottoposta da Anac al giudice contabile per eventuali profili di danno erariale”.
cara di mineo
Tutto inizia il 25 febbraio scorso quando Cantone firma un parere sulla gara vinta dal consorzio comprendente La Cascina, vicina a Luca Odevaine, arrestato a dicembre per vicende analoghe. La gara da 100 milioni per gestire il centro per rifugiati più grande d’Europa in Sicilia sembrava ritagliata su misura del consorzio che già gestiva il Cara. Cantone nel parere scrive che la gara è “illegittima” perché “in contrasto con i principi di concorrenza, proporzionalità, trasparenza, imparzialità e economicità”.
La bacchettata lascia indifferente il Consorzio Calatino Terre di Accoglienza presieduto da Anna Aloisi, sindaco Ncd di Mineo, feudo elettorale del sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, grande portatore di voti del partito di Alfano.
Un mese dopo il parere di Cantone, il 25 marzo, il prefetto Mario Morcone interviene davanti ai parlamentari del Comitato Schengen: “Dico una cosa che non piacerà: ho qualche dubbio sulla decisione del presidente Cantone, che peraltro conosco, apprezzo e stimo moltissimo”. Morcone si schiera con chi gestisce il centro: “A noi hanno detto sempre che il general contractor (come quello scelto da Odevaine e compagni per il Cara di Mineo, ndr) era la soluzione e che si risparmiava e ora improvvisamente per un contratto del 2013 si è stabilito che è stata impedita la partecipazione alle piccole e medie imprese”.
immigrati nel cara di mineo
Morcone chiude critico: “A certe situazioni bisogna fare attenzione perché ci sono sicuramente aspetti di opacità ma anche tanta gente per bene”. Forti anche delle parole di Morcone, il 13 aprile il direttore generale del Consorzio Calatino Giovanni Ferrera e la presidente Aloisi inoltrano a Cantone una “richiesta di riesame del parere”.
Nell’istanza, Ferrera si fa forte di un parere del 10 aprile 2015 della Direzione centrale dei Servizi civili per l’immigrazione del Ministero che “ha confermato l’indirizzo assunto da questo consorzio nel 2014 e negli ultimi sette anni dalle Prefetture”.
Effettivamente il 10 aprile il direttore centrale vicario, Maurilia Bove, scrive alla Prefettura di Catania una lettera che sembra un via libera alla strada scelta a Mineo. Dieci giorni dopo lo stesso viceprefetto Bove corregge un po’ il tiro con una seconda lettera alla Prefettura: specifica che la prima nota non faceva “riferimento al caso specifico” di Mineo. Cantone comunque non si piega e il 6 maggio scrive al Consorzio Calatino che l’Anac non rivede il suo parere: la gara è illegittima.
raffaele cantone
Il 15 maggio Ferrera, del Consorzio Calatino, firma e pubblica la determina che conferma l’appalto da 100 milioni e chiude la questione anche perché l’Anac ha solo un potere consultivo. Grazie alle lettere della direzione che dipende da Morcone e dopo l’audizione anti-Cantone del prefetto, l’appaltone è salvo.
Ora Angelino Alfano dovrà rispondere finalmente una volta per tutte alla domanda implicita della lettera del 27 maggio di Cantone: l’appalto di Mineo da 100 milioni, per il quale Luca Odevaine pretendeva mazzette di 10-20 mila euro mensili dai manager della Cascina arrestati ieri, assegnata grazie a una gara definita ‘illegittima’ da Cantone, al Ministro va bene?
MARIO MORCONE