Roberto Maroni e Isabella Votino
Emilio Randacio per “la Repubblica”
C’è agitazione nello staff del presidente nel settembre 2013. Roberto Maroni ha conquistato la Lombardia a febbraio. Le caselle da riempire nell’organigramma della Regione, sono ormai quasi tutte riempite. Ma il presidente della Lega, preme per trovare un posto a Maria Grazia Paturzo. E l’addetta alle comunicazioni di Maroni, la donna ombra dai tempi del Viminale, Isabella Votino, sbotta: «Farmela trovare a lavorare qui non mi sembra corretto. Potevi trovarle un’altra sistemazione ». È il 24 settembre di due anni fa. Il messaggio parte dal telefono della Votino.
ISABELLA VOTINO E ROBERTO MARONI jpeg MARIA GRAZIA PATURZO
Proprio in quel mese, la procura di Busto Arsizio ha fatto attivare a una pattuglia del Noe dei carabinieri, una serie di utenze da intercettare. Il filone principale è quello sulle presunte tangenti pagate dai vertici di Finmeccanica al governo indiano per una fornitura di elicotteri, quando al ministero dell’Interno c’era proprio Maroni. Tra i telefoni finiti nel mirino degli inquirenti, ci sono anche quelli della Votino e della Paturzo, “legata da una relazione affettiva” con Maroni, secondo la procura.
Roberto Maroni e Isabella Votino
Ed è da qui che il pm Eugenio Fusco dà il via all’indagine appena conclusa, che contesta al governatore lombardo la “turbata libertà di scegliere i contraenti”, e anche “l’induzione indebita a promettere o dare utilità”. Uno di questi reati (il 319 quater, secondo comma), nel caso Maroni venisse riconosciuto colpevole, gli costerebbe la decadenza dal Pirellone.
L’interessato, attraverso il suo legale Domenico Aiello, garantisce che «non ci sono stati danni per la Regione», e si spinge a definire «sciocchezze» le accuse della procura, oltre a contestare l’esattezza delle trascrizioni di alcuni sms. Dalle intercettazioni messe a disposizione dei difensori ieri mattina, emerge come la convinzione di Fusco si basi non solo su testimonianze, ma soprattutto proprio su sms e colloqui telefonici.
ROBERTO MARONI ISABELLA VOTINO ROBERTO MARONI ISABELLA VOTINO
Il momento più caldo ruota intorno al maggio 2014, quando Maroni preme sul suo staff perché la Paturzo, a cui è già stato assegnato un contratto biennale in Expo da 5.417 euro al mese, segua la delegazione regionale a Tokyo, per due giorni. Tra business class e soggiorno in un albergo pluristellato, la sua presenza costerebbe alle casse di Expo 6mila euro. Per il commissario Giuseppe Sala, quel viaggio non s’ha da fare. Ma dalle intercettazioni emerge come il governatore Maroni abbia, di fatto, già promesso quella due giorni alla consulente di Expo.
Il 14 maggio, è Maroni con un sms ad avvertire la Paturzo che è nella capitale. «Ciao splendore – è il testo registrato dagli uomini del Noe -, ma domani facciamo colazione insieme?», chiede Maroni. «Con grande piacere», risponde la Paturzo, che si congeda con un affettuoso «Mil Besos ».
ROBERTO MARONI ISABELLA VOTINO ROBERTO MARONI BRUNO VESPA ISABELLA VOTINO
L’appuntamento è fissato nella hall del Bernini Bristol di Roma (un lussuoso cinque stelle) per le 9. Alle 8 e 46, Maroni avverte la sua ospite di un inconveniente: «Sono in ritardo, quando arrivi passa in stanza». E indica la camera 506. La successiva conversazione intercettata è delle 13 e 29. La Paturzo chiama la madre e le dice che ha visto in albergo Maroni, raccontandole dell’imminente viaggio a Tokyo. «È importante che sia andata bene stamattina». La figlia la rassicura: «È andato benissimo ». Poi, come in molti altri passaggi, i riassunti della telefonata proseguono con una serie di puntini.
ROBERTO DAGOSTINO ISABELLLA VOTINO ROBERTO MARONI
Il Noe annota ancora come durante la conversazione «per la madre sia vitale che lei abbia buoni rapporti con Maroni». La figlia la tranquillizza ulteriormente, nel pieno dell’entusiasmo. «Maria Grazia Paturzo – annotano ancora gli investigatori nei brogliacci – dice che ha l’agenda di Maroni e sa i suoi spostamenti e che (Maroni, ndr) vuole che in Giappone ci vada lei».
Il 22 maggio, quando i preparativi per la partenza si avvicinano, la madre di Maria Grazia aggiunge: «Devi andare in Giappone a “fare la regina”».
ROBERTO MARONI ISABELLA VOTINO
Quando, alla fine del mese, i biglietti per il soggiorno a Tokyo, sembrano compromessi per il no di Sala, ancora la madre della Paturzo cerca di consolare la figlia: «L’importante è che il 27 del mese arrivi lo stipendio». Il 29 maggio, i biglietti e la prenotazione al seguito del governatore, vengono regolarmente pagati da Expo, anche se il viaggio salta per un imprevisto che blocca Maroni all’aeroporto di Berna. In Giappone ci andrà il suo assessore alla Salute, Mario Mantovani. Ma il danno, secondo l’accusa, ormai è fatto.