Estratto dell'articolo di Elvira Serra per il “Corriere della Sera”
CATERINA CASELLI PIERO SUGAR
Piero Sugar se n’è andato l’11 giugno dello scorso anno alle 10.45 della sera, nella sua casa di Milano. Intorno al lui c’erano le persone che amava, più un’infermiera e una dottoressa di Vidas, l’associazione che accompagna i malati nell’ultimo tratto della loro vita e supporta i familiari nel momento di smarrimento più grande, quando si sentono più fragili e hanno più paura di sbagliare.
Caterina Caselli ricorda quel giorno con dolore vivo. Ma accetta di parlare per la prima volta del marito scomparso, per sostenere Vidas nel nuovo progetto di assistenza domiciliare agli anziani malati e soli.
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CATERINA CASELLI PIERO SUGAR
Quando vi eravate conosciuti?
«A settembre del ’65, mentre cantavo a Milano all’Intra’s Club, sotto le Tre Gazzelle: venivano a sentirmi Monica Vitti con Antonioni, Corrado Corradi con sua moglie, Mina. Piero era diverso dagli altri, molto loquaci: lui parlava poco, ma la sua presenza era importante. Sono sempre stata affascinata da chi parlava bene l’italiano.
Lui aveva perfino fondato una casa editrice a vent’anni, ma non ostentava la sua grande cultura».
La cultura non mancava nella vostra casa.
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«Ricordo quando ci si incontrava con Nanni Cagnone o con la famiglia di Craxi. Spesso da noi c’era Mimmo Rotella: ho trovato da poco certi poemi fonetici che aveva registrato a casa mia. Eravamo due persone molto diverse, ma ci ha unito il rispetto reciproco e l’amore, naturalmente».
Che ricordi ha del sequestro fallito, nel 1975?
«In casa nostra c’erano Mina, ai tempi fidanzata con il direttore artistico della Cgd, Alfredo Cerruti, poi Padre Eligio, Gianni Rivera e un sarto napoletano che voleva convincere Piero a farsi fare un cappotto di “ cascmìr ”. Mia suocera mi chiamò per dirmi che avevano tentato di rapire lui e mio suocero. Mina piangeva in cucina. Quando Piero poi chiamò gli dissi che lo stavamo aspettando tutti. E lui: mi dispiace, è successo un piccolo inconveniente».
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Le è spiaciuto smettere di cantare?
«No, la musica ha continuato a far parte della mia vita. Mi sento un’artigiana, un editore, anche se c’è chi dice che io sia un’artista. Quando mi sono sposata non sopportavo più la pressione di quella vita: ho fatto anche Cosenza-Milano in auto! Non era come oggi, tutto calendarizzato».
Chiudiamo con Piero. Dove è sepolto, adesso?
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«A Montorfano, dove sono anche i miei suoceri e la cugina Susi. È un cimitero bello, raccolto, poetico. Io Piero lo ricordo molto a casa, ma vado spesso a trovarlo».
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