Nino Sunseri per “Libero quotidiano”
leclerc camilleri
Chissà che cosa accadrebbe al titolo Ferrari se, dopo un' astinenza di undici anni riuscisse anche a vincere il campionato di Formula Uno. Per il momento si può solo dire che il Cavallino corre molto più forte a Piazza Affari che in autodromo. E adesso si prepara anche a vestire Armani.
binotto
Ieri, infatti dopo la presentazione dei conti dei primi nove mesi e l' annuncio dell' alleanza con la più famosa griffe italiana, le quotazioni sono scattate violentemente verso l' alto del 6,5% chiudendo a 153,8 euro dopo aver toccata un record a 155,15 euro. Nella notte continua la corsa a Wall Street. Un autentico sogno per gli azionisti che hanno continuato a credere nella casa di Maranello. Si mangiano, invece le mani, quanti si erano tirati indietro pensando che la scomparsa di Marchionne sarebbe stata la fine delle ambizioni del Cavallino.
Dai giorni della drammatica e inattesa uscita di scena del super manager che era anche presidente della Ferrari (e aveva annunciato che avrebbe tenuto la carica anche dopo l' addio a Fca) il titolo ha guadagnato più del 50%. Hanno sbagliato, almeno finora, anche i tanti analisti secondo cui il titolo non poteva salire oltre 130 euro.
Gli unici a essere veramente delusi sono i tifosi che ogni domenica assistono alle gare della Formula 1. Anche questa stagione è andata con risultati decisamente deludenti visto che i lampi rossi sono stati appena due. Sono stati appena sufficienti a salvare un' annata che si presentava nel peggiore dei modi. Per più di metà campionato è sembrato doversi ripetere il terribile copione del 2014: qualche piazzamento e nessuna vittoria.
louis camilleri
Non così, invece, sul piano commerciale visto che l' amministratore delegato Louis Camilleri, nell' incontro con gli analisti ha annunciate che i risultati del 2019 saranno migliori delle previsioni. Le auto vendute dovrebbero essere circa diecimila, il fatturato sarà di 3,7 miliardi di euro rispetto ai 3,5 miliardi stimati in precedenza e un margine operativo lordo di 1,27 miliardi (da 1,2-1,25 miliardi). Nei primi nove mesi l' utile normalizzato è salito del 17% a 533 milioni di cui 169 fra giugno e settembre.
Ma la novità più importante di ieri è l' annuncio che da ora in avanti il Cavallino vestirà Armani.
Con il gruppo italiano più noto del fashion l' intesa, ha detto Camilleri, è «a lungo termine» e ha alla base l' intenzione di «alzare gli standard di tutti nostri prodotti» con una concentrazione sul "Made in Italy". La diversificazione del marchio Ferrari si basa su tre pilastri: una gamma di prodotti «con il Dna Ferrari» per gli amanti del marchio; divertimento per i tifosi; prodotti e servizi esclusivi per i proprietari di auto Ferrari. In questa ottica ci sarà una revisione dei negozi in franchising e dell' attuale gamma di prodotti offerti.
Gli accordi di licenza saranno ridotti di circa il 50% e Camilleri ha specificato che il 20% già è stato concluso o non sarà rinnovato.
binotto
Ci sarà anche un taglio del 30% dei prodotti a marchio Ferrari, cui la Casa di Maranello partecipa al 50%. Ovvero, si troveranno un numero minore di prodotti collaterali a marchio Ferrari ma saranno Made in Italy e più esclusivi. Inoltre, Ferrari punta anche ad allargare le attrazioni (musei, parchi a tema) su licenza.
stategia superlusso «Dalla brand extension stimo il 10% della redditività totale in 7-10 anni», ha detto Camilleri. Tra l' altro Ferrari aprirà «a breve» un ufficio a Milano per seguire lo sviluppo del marchio. «Per assicurare la perfetta e coerente esecuzione» della diversificazione commerciale «abbiamo messo insieme un team con esperienza e dedicato» a questo. A Maranello, la Ferrari aprirà un ristorante con lo chef stellato Michelin Massimo Bottura (a fine 2020). Il ristorante sarà nella sede storica, negli stessi locali dell' attuale "Cavallino", che quindi cambierà gestione. Certo per i puristi della tradizione sarà un colpo al cuore.
BINOTTO
Dal locale che sorge proprio di fronte alla fabbrica sono passati, nei decenni, tutti i protagonisti della Formula 1. Nessuno escluso. E molti di loro trovavano molto piacevole unire il lavoro negli uffici del Drake, di Montezemolo, o di Mauro Forghieri con le tagliatelle, i tortellini e le altre specialità offerte dal ristorante. Sapere adesso che cambierà completamente pelle è un segno dei tempi. Non più menù ruspanti come un tempo ma i piatti raffinati offerti da uno chef stellato. Un' atmosfera adatta alla Formula 1 di oggi: levigata e con poche emozioni.
VERSTAPPEN IN TESTACODA
Giorgio Terruzzi per il Corriere della Sera
verstappen
«La prestazione negativa della Ferrari? Questo è ciò che accade quando smetti di barare». La frase è di Max Verstappen, pronunciata dopo la conclusione del Gp texano ai microfoni della testata olandese «Ziggo Sport». Una accusa tanto esplicita quanto grave, connessa alla direttiva emanata dalla Federazione internazionale a proposito dell' utilizzo del flussometro (lo strumento che regola il flusso del carburante nella power unit).
verstappen vettel
A Verstappen ha risposto prontamente Mattia Binotto: «Ho sentito di certe dichiarazioni davvero deludenti... sbagliate e non buone per lo sport. È un bene che ci sia stato un chiarimento da parte della Fia ma non ha avuto alcun impatto sulla nostra prestazione. In passato altri team avevano un vantaggio tecnico ma nessuno ha puntato il dito contro di loro».
Non solo: Binotto ha preteso un incontro chiarificatore (e tutt' altro che pacifico) con Chris Horner responsabile Red Bull e in Ferrari stanno considerando se sia il caso di prendere altre iniziative per tutelare la propria immagine.
verstappen
L' immagine di una azienda - lo ricordiamo soprattutto a Verstappen - quotata in Borsa, fondamentale per la storia passata presente e futura della F1. La diffamazione del resto è pesantissima: sarebbe il caso che la Fia intervenisse a tutela della credibilità propria e della squadra più illustre del motorismo mentre Red Bull, senza attendere prese di posizione altrui, dovrebbe almeno scusarsi, magari regolando la carburazione del cocco di famiglia. In alternativa, che faccia reclamo.
Esponendosi ufficialmente e non permettendo al proprio pilota di fare un' altra figuraccia. La seconda nel giro di poche ore: «Ormai sono entrato nella testa di Hamilton e di Vettel» aveva dichiarato Max: una frase quasi comica che segnala qualche sfasatura sulla valutazione di se stesso e dei piloti che, in due, mettono sul tavolo dieci titoli mondiali contro zero. Il problema, paradossalmente, non è Verstappen. «Se abbiamo un vantaggio a livello di power unit è perché abbiamo lavorato sodo» ha aggiunto Binotto.
HORNER RED BULL
Forse, il punto sta proprio qui. Dentro una crescita Ferrari che potrebbe generare un vantaggio molto rilevante nel prossimo Mondiale, cosa che disturba assai la concorrenza, Mercedes in testa, anche se Toto Wolff si limita, più furbescamente, a qualche illazione.
Servirebbe più coraggio per protestare davvero, a costo di rimetterci la faccia e di rompere una complessa relazione d' affari, oppure un pizzico di umiltà per piantarla con questo ricorrente gossip da pista.
Il tutto mentre Ferrari, Mercedes e Red Bull si apprestano a definire le vere clausole di un patto sul quale ballano i destini sportivi, ma soprattutto economici della F1. Colpi bassi e bon ton: lo scenario appartiene alla storia delle corse. Noiosissimo e mai davvero trasparente. Buon divertimento.
MATTIA BINOTTO