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    IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - SE FORSE FU L’ATTORE PREDILETTO DEI TAVIANI, OMERO ANTONUTTI, FRIULANO, GRANDE PRESENZA DEL NOSTRO CINEMA, CHE SE NE È ANDATO A 84 ANNI, FU ANCHE ATTORE E PROTAGONISTA PER MAESTRI DEL CINEMA SERIO COME IL GRECO THEO ANGHELOPOULOS, GLI SPAGNOLI VICTOR ERICE E CARLOS SAURA, LO SVIZZERO VILLI HERMAN…


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    “Gavino, devi andare a pascolare le pecore!” era la frase tormentone di Omero Antonutti, padre padrone nell’omonimo film dei Fratelli Taviani, quando andavo a riprendersi il figlio a scuola e lo rispediva sui monti con le pecore. Se fu forse l’attore prediletto dei Taviani, Omero Antonutti, friulano, grande presenza del nostro cinema, che se ne è andato a 84 anni, fu anche attore e protagonista per maestri del cinema serio come il greco Theo Anghelopoulos, gli spagnoli Victor Erice e Carlos Saura, lo svizzero Villi Herman.

     

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    Se i Taviani, con Padre padrone, ma anche con Good Morning, Babilonia, La notte di san Lorenzo, Kaos lo portarono al successo internazionale, furono poi Anghelopoulos con Alessandro il Grande, Victor Erice con El Sur e  Miguel Littin con Sandino a rilanciarlo come icona di un certo cinema. Fu famosissimo nel cinema spagnolo. E con quella faccia dura, baffetto e pelata alla Bersani, fu molto richiesto dal cosiddetto cinema civile italiano. Eccolo come perfetto Michele Sindona per Michele Placido in Un eroe borghese, perfetto Calvi in I banchieri di Dio di Giuseppe Ferrara, eccolo con Franco Giraldi, La frontiera, Marco Bellocchio, La visione del sabba, Elio Petri, Le mani sporche, e con Emidio Greco, Una storia semplice, con Paolo Virzì in N-Io e Napoleone, in un percorso che lo porterà fino a Miracolo a Sant’Anna di Spike Lee e al recentissimo Hammamet di Gianni Amelio.

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    Grande voce del nostro cinema, fu anche doppiatore, ad esempio di Christopher Lee, e narratore per film come Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi e La vita è bella di Roberto Benigni. Nato nel 1939 in Friuli, entrò molto presto nel cinema, il suo primo film dovrebbe essere il boccaccesco Le piacevoli notti di Crispino e Lucignani del 1966, ma lo troviamo più attivo negli anni ’70 nei polizieschi Processo per direttissima di Lucio De Caro e Fatevi vivi, la polizia non sparerà di Giovanni fago, Anno Uno di Roberto Rossellini, La donna della domenica di Luigi Comencini. Ma fu l’incontro coi Taviani a cambiargli decisamente la vita.

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