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    CAZZI E MAZZI DI MAX FELICITAS – IL PORNOATTORE SI SFOGA CON SARA MANFUSO: “NELL'HARD A SUBIRE LE DISCRIMINAZIONI È L’UOMO, VISTO SOLO COME UN MEMBRO FALLICO. VIENE PAGATO MENO, DEVE LAVORARE MOLTO DI PIÙ ED E' COSTRETTO A DOPARSI PER SOSTENERE I RITMI” – POI PARLA DELLA PENSIONE DEL PORNODIVO CHE "FINCHE' GLI TIRA, LAVORA" E DEL BOOM DI ONLYFANS SENTENZIA: “È LA PROSTITUZIONE DEL 2022” 


     
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    Sara Manfuso per www.nextquotidiano.it

     

    max felicitas con rocco siffredi max felicitas con rocco siffredi

    Max Felicitas, il pornoattore considerato l’erede di Rocco Siffredi si racconta senza filtri. Dalla dipendenza dal sesso alle serate nei locali, dalla vita privata alla società contemporanea dove i sentimenti “si accendono e si spengono con un click”.

     

    Max, a quanti anni hai scoperto il porno e in che modo ne sei diventato protagonista?

    “Il porno l’ho scoperto in adolescenza, come praticamente tutti, non era usufruibile facilmente come ora, ma comunque c’era già il Bluetooth, quindi i primi video si passavano con Bluetooth e il cellulare e comunque vedevi le prime riviste che inserivano degli inserti magari non proprio porno, ma comunque dove si vedevano le nudità delle donne.

     

    Ne sono diventato protagonista con un passaggio molto lento, iniziando, finito il liceo, a lavorare in discoteca come animazione, come cubista, poi spogliarellista, fino a quando mi è arrivata la proposta di girare un video amatoriale per un fotografo che doveva rimanere privato ma che poi è uscito, questo mi ha inserito nel mondo del porno.

    max felicitas 9 max felicitas 9

     

    Era una cosa di cui magari avevo sempre il grillo in testa da quando avevo iniziato a frequentare i locali sempre più trasgressivi per lavoro, però, non avevo mai raggiunto quella sicurezza tale per dire “ok, lo faccio” che mi ha dato l’evento del porno andato online a mia insaputa. Non so se si può definire una cosa positivo o negativa, di certo mi ha tolto tutti i freni inibitori e mi ha consentito di iniziare questo mio percorso”.

     

    A partire dai tuoi genitori, come hanno vissuto questa tua scelta le persone a te più vicine?

    “Le persone a me più vicine non hanno vissuto questa scelta in maniera serena. Erano tutti contrari in quanto vengo da un paesino che ha delle visioni e un apertura mentale inesistente. Questo mi ha reso molto difficile gestire quello che volevo fare visto che non andava bene a tutte le persone vicino a me. Ho dovuto lottare per fare prevalere quello che era il mio volere, i miei non l’hanno mai accettato, attualmente lo tollerano perché ormai è la mia vita, però non e stato facile”.

     

    Hai criticato l’industria del porno, sottraendotene, per il ricorso a farmaci che mantengano elevati i livelli delle prestazioni sessuali. La pornografia, però, non ammette défaillance. Come se ne esce?

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    “Se ne esce con l’amatoriale, l’amatoriale è un video, lo stesso che uno può fare con la propria fidanzata o il proprio fidanzato, cosa che io sconsiglio, secondo me i video li devono fare soli professionisti perché se fai il video con la propria fidanzata o con il proprio fidanzato alla fine c’è sempre il rischio che in futuro, quando si litiga, magari per un ricatto od altro esca quel video senza volerlo, quindi i video lasciamoli fare a chi lo fa di lavoro e non gli interessa se il video gira.

     

    Seconda cosa, ritornando alla domanda, nella pornografia amatoriale la défaillance può capitare perché l’amatoriale è un tratto della vita quotidiana di tutti e quindi da quando sono stato pioniere di questi filmati amatoriali posso dire che è ammesso qualsiasi cosa, ripeto, qualsiasi cosa.

     

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    Quello che dico riguardo al porno e ai fruitori, è che il porno va preso come intrattenimento, un po’ come un film, non deve essere preso da esempio perché il porno non è esempio, il porno è finzione. È ovvio che una persona si possa trovare in difetto, ma questo accade in qualsiasi campo, uno si può trovare in difetto guardando una partita di calcio, perché nessuno sarà bravo come Cristiano Ronaldo e quindi tutti si sentirebbero inferiori, ma anche guardando Batman o The Rock al cinema sia sentirebbero tutti in difetto riguardo al fisico.

     

    Bisogna prendere coscienza e dire questo è intrattenimento, il porno è intrattenimento, non devo cercare di imitarlo, anche perché nella vita normale non ci sono le telecamere, non è che sei dopato, quindi il porno deve essere preso solo ed esclusivamente come intrattenimento e non se ne deve abusare’.

     

    La donna nella pornografia è oggetto alla mercé del piacere maschile, o soggetto pienamente libero e autodeterminato?

    sara manfuso con la palla in mano 1 sara manfuso con la palla in mano 1

    “La donna nella pornografia non è oggetto del piacere maschile, anzi, diciamo nella pornografia il maschio è il burattino che deve eseguire gli ordini e tutta l’attenzione nel porno etero ovviamente è concentrata nella donna.

     

    Si invertono i ruoli che ci sono nella società contemporanea soprattutto adesso, con l’amatoriale ancora di più nel porno etero tutto ruota attorno alla donna che è libera di gestirsi, libera di creare i propri contenuti, le proprie collaborazioni, fare lei quello che vuole, quindi c’è piena libertà in tutto. La donna nella pornografia posso dire che addirittura può essere esaltata rispetto alla società contemporanea”.

     

    C’è una concezione egualitaria dell’uomo e della donna nel mondo del porno, o esistono discriminazioni – ad esempio – sotto il profilo retributivo e dei diritti?

    “No, come dicevo prima, le discriminazioni sono tutte fatte verso l’uomo, perché l’uomo alla fine è visto solo come un membro fallico, viene pagato meno e deve lavorare molto di più, deve doparsi per stare ai ritmi. Quindi nel porno l’uomo è discriminato, l’uomo è inferiore, l’uomo è una merda, questa è la realtà”.

     

    Hai dichiarato di essere dipendente dal sesso. Trattasi di una patologia dalla quale intendi curarti, o è una dimensione inevitabile per chi fa il tuo mestiere?

    SARA MANFUSO SARA MANFUSO

    “Secondo me per chi fa il mio mestiere è una patologia che è innata dentro, cioè uno per fare quello che faccio deve essere comunque dipendente dal sesso, per farlo serenamente non deve avere problemi, deve fottersene, la sua priorità ogni giorno deve essere scopare. Ovviamente certo che vorrei curarmi, non è facile, ci sto provando, ma non sto trovando una via d’uscita”.

     

    Fuori dal set, riproduci lo stesso tipo di sessualità, o cerchi altro? C’è un discrimine tra la dimensione professionale e personale in termini di sessualità nel tuo caso?

    “No, c’è un altro tipo di sessualità, nel porno alla fine mi concentro oltre che nella sessualità, soprattutto sul lavoro, su cosa filmo, perché mi filmo da solo, sono concentrato anche su quello che è il prodotto finale, quindi assolutamente sono due cose diverse.

     

    Il porno lo faccio per lavoro e quindi, ok, sì, godo, mi diverto, però sono concentrato sulla ripresa, mentre nella vita normale è un misto fra sesso occasionale e sesso sentimentale, nel primo il fine ultimo è eiaculare, nel secondo invece c’è la passione, l’amore, come tutte le persone”.

     

    Hai una fidanzata attualmente, o se l’hai avuta, come vive la tua carriera nel porno?

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    “Il rapporto fidanzate porno è sempre complesso, in quanto tutte le persone che mi sono state vicine hanno avuto una difficoltà, non inizialmente perché all’inizio dicono “lo accetto” però dopo nel tempo lo fanno sempre meno, finché finisce la relazione. Tutte le relazioni son finite per il mio lavoro, mano a mano, con l’aumentare dei sentimenti sempre meno cose venivano accettate fino a che il rapporto si è squagliato”.

     

    Siamo una generazione “educata” ai sentimenti, o li viviamo come una debolezza?

    “Credo che solo la musica e le canzoni riescono a trasmettere i sentimenti ai ragazzi, con i social siamo diventati una società così smart è così veloce che il sentimento come si accende in un minuto si spegne.

     

    Questo è il problema della società moderna, siamo abituati a vivere tutto alla velocità di un click, a non sforzarsi in nulla, infatti secondo me i giovani d’oggi nemmeno sanno cos’è conquistare una ragazza, spendere del tempo per conquistare la ragazza che ti piace, perché oramai è tutto con un click, quindi tu scrivi su Instagram, metti like e una ragazza se ti risponde ok, ci sta, si fa, sennò fine, finisce lì e non c’è neanche quella roba di adrenalina di andarci a parlare di persona. Il mondo d’oggi è troppo veloce, i sentimenti si accendono e si spengono con un click”.

     

    Onlyfans. Tra vip e nip sempre più persone approdano a questa piattaforma. So che sei molto critico, mi dici perché?

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    “Onlyfans sempre più persone ci approdano… non sono critico, semplicemente bisogna capire che comunichiamo con i nostri amici, con le persone, non più a parole ma con messaggi sui social, WhatAapp è un social, quindi tutto è cambiato anche la prostituzione è cambiata, o meglio, la prostituzione c’è sempre, si è evoluta in una sezione che è la prostituzione online, ovvero il cliente vuole chiedere alla propria, diciamo idola, la propria partner che gli piace, una foto o un video personalizzato, lo chiede tramite un compenso che andrà alla creator del contenuto e viene eseguita questa prestazione sessuale virtuale, quindi Onlyfans è la prostituzione del 2022”.

     

    A quanti anni va in pensione un pornodivo e, pur avendo davanti a te un percorso che si preannuncia roseo, come immagini quel momento?

    “Un porno divo finché gli tira diciamo dura, il porno è pieno di categorie, quindi in realtà se uno è smart, conosce il marketing e sa gestirsi potrebbe anche durare come un lavoro normale, il fatto è che nel mio caso sto cercando di lavorare in più settori possibili, paralleli a quello che è il porno, anche completamente discostanti per poi, nel momento in cui venisse meno questo lavoro, non preoccuparmi di nulla perché ho già mille cose aperte, questo è l’obiettivo”.

     

    Una canzone e un libro che raccontano chi è Max Felicitas.

    “La canzone è ‘Ragazzo Fortunato’ di Jovanotti, il libro ‘Il Mostro’ di Matteo Renzi, ‘La ferocia dei moralisti è superata solo dalla loro stupidità’ cit. Filippo Turati”.

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