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    IL GIUSLAVORISTA CAZZOLA A ‘STASERA ITALIA’ CRITICA IL PEZZO 'IMMIGRATO' DI ZALONE E TIRA FUORI LA CANZONCINA CONTRO GLI EBREI CHE SI CANTAVA NEI CABARET DI BERLINO DURANTE LA REPUBBLICA DI WEIMAR: "ZALONE NON È RAZZISTA, COME NON ERANO ANTISEMITI GLI AUTORI DELLA SATIRA TEDESCA DEL 1931. SI SONO LIMITATI A COGLIERE UN SENTIMENTO DIFFUSO, SPERANDO DI DEMOLIRLO CON L’IRONIA. SAREBBE MEGLIO NON DIMENTICARE LE PAROLE DI PRIMO LEVI: "CIÒ CHE È STATO PUÒ RITORNARE" - VIDEO+TESTO


     
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    Giuliano Cazzola per huffingtonpost.it

     

    checco zalone video immigrato checco zalone video immigrato

    Mentre mi recavo, in taxi, nella sede di Mediaset della mia città per partecipare a ‘’Stasera Italia’’ (il talk show condotto da Barbara Palombelli su Rete 4) mi ha incuriosito una canzone - che proveniva dalla radio dell’auto – il cui ritornello ripeteva la parola “immigrato” mentre le strofe raccontavano, con un velo d’ironia, la “persecuzione quotidiana” che i cittadini subiscono da parte degli immigrati ai semafori, nei supermercati e a ogni angolo di strada. Addirittura all’italiano protagonista/vittima della canzone l’immigrato insidia, con successo e reciproca soddisfazione, anche la moglie.

     

    CAZZOLA STASERA ITALIA CAZZOLA STASERA ITALIA

    Ho chiesto subito al tassista se conoscesse quella canzone. Anche lui l’aveva sentita per la prima volta. Essendo la radio emittente al di sopra di ogni sospetto (per un momento avevo temuto che si trattasse di Radio Padania, ammesso che esista ancora), mi ero tranquillizzato, ripromettendomi di approfondire l’argomento. Arrivato in trasmissione ho scoperto l’arcano.

     

    Ad un certo punto, Palombelli ha mostrato un promo – divenuto virale sui social - del prossimo film di Checco Zalone. E così ho potuto sapere, anche attraverso le immagini del video, da dove veniva quella canzoncina. La conduttrice si è rivolta agli ospiti per conoscere la loro opinione. Tutti si sono sperticati in apprezzamenti per la canzonetta, trovandola divertente, dissacrante, capace di esorcizzare con la vis comica il senso di un fenomeno sociale. Il sottoscritto, invece, si è infilato – con sorpresa e disapprovazione dei presenti – su un’altra pista, ricordando, che nella Germania di Weimar si cantava nei cabaret di Berlino (pare che la vita notturna fosse molto intensa) una canzone a sfondo umoristico dedicata agli ebrei.

    checco zalone video immigrato checco zalone video immigrato

     

    Lo ammetto: io vivo nella convinzione (e nell’angoscia) che l’Italia si appresti a conoscere – ovviamente mutatis mutandis perché un secolo non è trascorso del tutto invano - l’esperienza della Repubblica di Weimar. Così, rincasato, sono risalito alla fonte nel saggio di Siegmund Ginzberg, ‘’Sindrome 1993’’ (Feltrinelli 2019). Ecco qualche brano della canzone che avevo ricordato in trasmissione: ’’Se piove e se fa freddo/ se il telefono è occupato/ se la vasca da bagno perde/ se ti sbagliano la dichiarazione dei redditi/ se il principe di Galles è un finocchio/ è proprio tutta, ma tutta colpa degli ebrei. E via di questo tono. Il fatto è che a cantarla non erano le SA di Ernst Rohm a passo di marcia, ma dei normali attori durante uno spettacolo di satira politica andato in scena in un cabaret (il Tingel-Tangel) di Berlino nel 1931. L’aria del ritornello (è proprio tutta, ma tutta colpa degli ebrei) rievocava l’habanera della Carmen. La musica era dell’autore (Felix Hollaender) delle canzoni di Marlene Dietrich nell’Angelo azzurro.

    CAZZOLA CAZZOLA

     

    Come si vede siamo ben oltre il livello delle note (ispirate ad Adriano Celentano) di Checco Zalone. Certo, il grande comico italiano non è razzista, come non erano antisemiti gli autori e degli attori della satira tedesca del 1931. Si sono limitati, ora ed allora, a cogliere un sentimento diffuso, sperando di demolirlo con l’ironia. Del resto, non possiamo restare prigionieri del ‘’politicamente corretto’’ – ammesso che l’antirazzismo possa ancora ritenersi tale, visti i dati del Censis – ma sarebbe meglio non dimenticare le parole di Primo Levi: ciò che è stato può ritornare.

     

    TESTO IMMIGRATO

     

    All’uscita del supermercato

    checco zalone video immigrato checco zalone video immigrato

    Ti ho incontrato

    (“il carrello lo porto io”)

    Al distributore di benzina

    (“metto io, metto io”)

    Monetina

     

    Al semaforo sul parabrezza

    C’è una mano nera con la pezza

    E ritrovo quel tuo sguardo malandrino che mi dici

    “C’ha due euro per panino!”

    Immigrato

    Quanti spiccioli ti avrò già dato

    Siegmund Ginzberg, ‘’Sindrome 1993’’ Siegmund Ginzberg, ‘’Sindrome 1993’’

    Immigrato

    Mi prosciughi tutto il fatturato

    Poi la sera la sorpresa a casa

    Al mio ritorno

    Ti ritrovo senza permesso nel soggiorno

    Ma mia moglie non è spaventata

    Anzi

    Sembra molto rilassata

    E ritrovo quel suo sguardo malandrino

    Che faceva quando…

    CHECCO ZALONE TOLO TOLO CHECCO ZALONE TOLO TOLO

    Quella roba lì

    La faceva…

    Immigrato

    Sembra proprio che ti sei integrato

    Immigrato

    Favorisci pure l’altro lato

    Immigrato

    Ora dimmi perché mi hai puntato

     

    Potevi andar dal mio vicino pakistano

    O a quel rumeno in subaffitto al terzo piano

    Ma hai scelto me

    Il mio deretano

    Dimmi perché

    Perché, perché perché perché?

    Prima l’italiano!

    Immigrato

    Chi ha lasciato il porto spalancato?

    Immigrato

    Ma non ti avevano rimpatriato?

    Immigrato

    Immigrato

     

     

    GIULIANO CAZZOLA GIULIANO CAZZOLA CHECCO ZALONE TOLO TOLO CHECCO ZALONE TOLO TOLO

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